Secondo gli esperti di Fratelli Cosulich, l’entrata in vigore della misura sulle emissioni di zolfo porterà ad aggravi anche sul prezzo del gasolio per autotrazione da pane delle raffinerie
Da gennaio 2020 il carburante per le navi (bunker), il cui valore attualmente si aggira sui 500 dollari a tonnellata e che incide per il 40% sui costi operativi, subirà un rincaro di circa il 50%. vale a dire circa 250 dollari. E questo il differenziale di prezzo che si aspettano gli esperti della Fratelli Cosulich per effetto dell’entrata in vigore della nuova norma Low Sulphur Cap imposta dall’Imo (International Maritimeization) che pone il limite emissioni navali allo 0.5% zolfo.
«Imo 2020 sarà una rivoluzione che inevitabilmente porterà disagi e avrà riflessi anche sui noli per il trasporto via mare del-le merci», ha detto Augusto Cosulich, amministratore de-legato dell’omonimo gruppo genovese. Fratelli Cosulich ha organizzato a Genova un confronto sul tema cui hanno partecipato soprattutto spedizionieri e operatori logistici ai quali TImothy Cosulsch, responsabile della business unit aziendale dedicata al bunkeraggio. ha spiegato che dei circa 180 milioni di tonnellate di heavy fuel oil che venivano consumate dalle navi ogni anno, circa 140 milioni diventeranno very low sulphur oil (carburante a basso tenore di zolfo), mentre 40 milioni di tonnellate saranno i consumi di marine gasoil previsti.
«Per l’industria del trasporto marittimo si tratterà di un aggravio di circa 47 miliardi di dollari. costi che non tutte le società armatoriali, specie le più piccole, riusciranno a ribaltare sui clienti. Ci aspettiamo anche che possano emergere problemi sulle linee di credito che i trader di bunker concedono ai clienti perché. dovendo spendere di più per il carburante, la pressione finanziaria sulle casse delle società aumenterà per forza» ha spiegato ancora Coulich, motivando cosi anche la previsione di «un ulteriore consolidamento nello shipping in futuro».
Un’altra delle misure atte-se dal mercato per compensare gli extra costi derivanti dall’uso del nuovo e più caro carburante pulito è un’ulteriore riduzione della velocità di servizio delle navi, il cosiddetto slow steaming: «Dal 2008 a oggi la velocità media delle navi si è già ridotta tra ii 15% e il 25% a seconda dei casi» ha aggiunto il giovane Cosulich, precisando che «in prospettiva il focus delle compagnie di navigazione sarà sempre più concentrato sul miglioramento dell’efficienza operativa». Quel che pare certo è che prima o dopo quei quasi 50 miliardi di extra costi attesi andranno a pesare sulle tasche dei consumatori finali. Tornando agli effetti attesi sul mercato dalla normativa Low Sulphur Cap, le navi inizieranno a imbarcare il nuovo bunker a basso tenore di zolfo dal prossimo mese di novembre. Una grande quantità di prodotto è già disponibile nell’area di Singapore. stoccato nelle stive di una ventina di petroliere di grande portata e nei primi mesi del 2620. Quando questo primo stock sarà esaurito, potrebbe già esserci un ulteriore aumento dei prezzi. Solo da fine 2020 in poi si potrà avere un’idea chiara di quale sarà nel lungo termine il prezzo del very low sulphur oil.
Guido Cardullo, responsabile business development per Fratelli Cosulich, ha ricordato nel suo intervento che le nuove misure in vigore dal prossimo l° gennaio interesseranno circa 70 mila navi che ogni anno consumano quasi 290 milioni di tonnellate di carburante. «Attualmente l’80% delle vendite riguarda l’heavy fuel oil e il 15% il marine gasoil (il restante 5% è qualificato come altro)», ha spiegato. «Dal prossimo anno invece secondo le nostre previsioni l’Hfo, sarà il 20 del bunker consumato. 30% sarà il marine gasoil, 45% il very low sulphur oil e il rimanente 5% sarà rappresentato da navi che non si adegueranno alle nuove regole».
Delle 70 mila navi esistenti al mondo circa 3 mila hanno installato gli scrubber, una piccola parte della flotta mondiale dal punto di vista numerico (meno del 5%) ma che valgono il 15% della capacità di stiva perché si tratta di navi portarinfuse secche e liquide di grande portata (Vice. Suez-max, Vloe e Capesize). Tra gli effetti sul mercato del Low Sulphur Cap il gruppo Cosulich si aspetta anche un cambio delle rotte del carburante navale che dalle raffinerie europee veniva fino a oggi trasportato verso l’Asia (in particolare a Singapore). mentre un domani gli approvvigionamenti arriveranno da Cina e Corea.
«Questi due Paesi, infatti, sono quelli do-ve alcuni importanti centri di raffinazione stanno investendo per produrre bunker navale a basso tenore di zolfo e l’output in eccesso rispetto alla domanda (6 milioni di tonnellate su 18 totali in Cina) verrà con ogni probabilità venduto e spedito a Singapore, hub dove invece le oil major hanno invece preferito non investire per produrre carburante pulito per le navi», ha aggiunto ancora Cardullo, sottolineando che la Cina in particolare si candida a diventare un hub primario per il bunkeraggio navale.
«In Europa sono poche invece le raffinerie in grado di immette-re sul mercato quantità impor-tanti di very low sulphur oil, ma tra queste spicca Saras che, grazie al suo posizionamento geografico nel Sud Europa, ha facile accesso agli approvvigionamenti di sweet crude, un tipo di greggio ottimale per ottenere dalla raffinazione un buon prodotto per le navi». A costare più caro dal 2020 sarà quasi sicuramente anche il gasolio per autotrazione perché la scelta di alcune raffinerie di puntare sulla produzione di bunker per navi attraverso il blending (miscela) di distillati (in particolare Vgo) con il greggio, piuttosto che impiegarli negli altri tradizionali processi produttivi, comporterà necessariamente una riduzione dell’offerta di carburanti per il trasporto su strada e un conseguente aumento del loro prezzo.
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