di Luca Gualtieri
Il legame tra Bper e Unipol è destinato a farsi sempre più stretto. Dopo la pausa estiva in questi giorni sono entrati nel vivo i lavori sull’integrazione tra il gruppo modenese guidato da Alessandro Vandelli e Unipol Banca, l’istituto di credito che la compagnia bolognese ha deciso di cedere lo scorso inverno. Proprio venerdì 6 settembre il cda di Modena si sarebbe riunito per affrontare un fitto ordine del giorno e, tra l’altro, fare il punto sulla tabella di marcia dell’integrazione. Il progetto di fusione (approvato dai board all’inizio di agosto) si chiuderà infatti ai primi di novembre dopo l’integrazione dei sistemi informativi su cui si sta già lavorando in questi giorni. Se l’impatto dell’operazione sarà soprattutto di carattere industriale e finanziario, qualche effetto significativo potrebbe esserci anche per la governance di Bper. Secondo quanto risulta a MF-Milano Finanza, l’attuale direttore generale di Unipol Banca, Stefano Rossetti, dovrebbe entrare a far parte della prima linea del gruppo modenese anche se l’incarico specifico sarebbe ancora oggetto di confronto. Dopo una carriera in Unicredit, il manager ravennate è arrivato in via Stalingrado nel 2013 guadagnandosi la fiducia di Carlo Cimbri che gli ha affidato la complessa gestione della banca. Il suo sbarco a Modena certificherebbe insomma l’alleanza tra i due gruppi finanziari, sancendo una più ampia condivisione delle strategie. Resta da capire se l’integrazione preluderà o meno a una più ampia revisione della governance di Bper. Non è un mistero del resto che Unipol punti ormai da tempo a una rappresentanza nel board dell’istituto modenese. «Su Bper c’è stato e ci sarà a breve un oggettivo mutamento degli assetti azionari e ciò porterà gioco forza ad aprire una riflessione sulla rappresentatività negli organi di governo», aveva annunciato Cimbri nel corso dell’ultima assemblea di bilancio di Bper, aggiungendo: «Non abbiamo fretta, a volte sono gli stessi cda che prendono atto di non essere più rappresentativi». Nel rinnovo del board Bper dello scorso anno Unipol decise di non esprimere delle candidature ma, evidentemente, la crescita nel capitale della banca ha cambiato la situazione. Anche perché, se nel frattempo Unipol è salita al 19,9%, anche altri azionisti stanno incrementando le loro quote. La Fondazione di Sardegna è infatti passata dal 3,02 al 10% grazie all’operazione annunciata con la capogruppo. Alla luce di queste premesse nei prossimi mesi l’attuale board dovrà insomma decidere se mantenere l’incarico fino a scadenza oppure rispondere alle sollecitazioni arrivate da Bologna. Una discussione che non si è ancora aperta ma potrebbe diventare di attualità nei prossimi mesi. (riproduzione riservata)
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