Il piano di Giuliani per trasformare in cinque anni la sgr in un private equity
Si tratta del 15% di quanto il gruppo ipotizza di avere in gestione nel 2024 Fondi riservati ma anche per privati
di Stefania Peveraro
Dieci miliardi di euro in cinque anni. È la somma che il gruppo Azimut vuole convogliare sull’economia reale facendo perno sulla piattaforma Azimut Libera Impresa. Lo hanno detto ieri alla stampa il Pietro Giuliani, l’amministratore delegato del gruppo Paolo Martini e l’ad di Azimut Libera Impresa sgr, Marco Belletti. Il progetto trasformerà in maniera importante il gruppo Azimut , portandolo a investire negli asset alternativi tanto quanto annunciato l’anno scorso da BlackRock, con la differenza che 10-12 miliardi di dollari per BlackRock pesano molto meno sul totale delle masse gestite dal colosso americano di quanto pesino 10 miliardi di euro sul totale delle masse che Azimut immagina di gestire a fine 2024. A oggi il gruppo viaggia sui 56 miliardi di euro di masse, mentre cinque anni fa, nel 2014, era a quota 29 miliardi. Immaginando di crescere più meno allo stesso ritmo, si può ipotizzare che a fine 2024 le masse saranno 75 miliardi di euro, per cui quel 15% da destinare agli asset alternativi si traduce appunto in circa 10 miliardi.
Anzi, Giuliani si è spinto oltre, dicendo che non esclude che in realtà quel 15% possa salire fino al 30%. In ogni caso la piattaforma Azimut Libera Impresa lancerà in questi anni sia fondi riservati alla clientela istituzionale, professionale e anche privata, ma con la classica soglia minima dei 500 mila euro; sia fondi dedicati alla clientela retail. L’obiettivo di Azimut è quello di democraticizzare gli investimenti in private asset, tanto da abbassare a soli 5 mila euro la soglia minima di investimento dei prodotti che saranno dedicati alla clientela retail. «L’idea è offrire anche a questo tipo di clientela la possibilità di diversificare in maniera ampia tra i private asset e quindi si andrà dal private equity, al venture capital, al private debt, al real estate, considerando anche gli npl e gli utp», ha precisato in conferenza stampa Belletti, sottolineando che «la sgr sta studiando anche soluzioni per entrare nel settore del lending alle pmi tramite piattaforme fintech». Non solo. «Anche con SiamoSoci, di cui possediamo una quota di circa il 24%, sicuramente lavoreremo a progetti comuni», ha detto ancora Martini. Un nuovo approccio all’investimento, questo, che, ha detto Giuliani, «permetterà in media alla clientela di aumentare le performance del proprio portafoglio dell’1,5-2% all’anno, ipotizzando un investimento del portafoglio in private asset per una percentuale compresa tra il 15 e il 30% e con rendimenti tra il 5 e il 10%».
Intanto ieri sono stati lanciati il fondo di private equity Demos 1 e il fondo di venture capital. Per lanciare il progetto Azimut ha organizzato una mega-convention il 29-30 ottobre nell’area Expo a Rho, a cui sono attesi almeno 10 mila tra consulenti, investitori e imprenditori, tutti contatti che il gruppo vuole poi mantenere e coltivare, per i quali infatti ha costruito una potente piattaforma di networking, battezzata ALIHub. (riproduzione riservata)
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