Il gruppo Generali riorganizza le sue attività di asset management e avvia una rivoluzione nel pricing dei fondi che minaccia di provocare un terremoto per i big dell’industria. Il gruppo ha appena varato un importante riassetto che si basa su tre distinte società: Generali Investments Europe (Gie), Generali Investments Partners (Gip) sgr e Generali Investments Holding (Gih), tutte presiedute da Timothy Ryan, chief investment officer di Generali. Ma come rispondono le sgr attive in Italia alla nuova politica di commissioni della compagnia guidata dall’ad Philippe Donnet?
Il successo dei piani pensionistici dipende, quasi sempre, dall’intensità degli incentivi fiscali che, soprattutto nella fase di accumulo, lo Stato accorda ai propri cittadini per favorire il risparmio previdenziale di lungo periodo. Senza quel provvidenziale propellente, l’adesione ai piani sarebbe molto più limitata di quella che attestano le statistiche europee. Lo sottolinea l’Ania in un interessante Booklet dedicato al Pepp, il nuovo Pan-European Personal Pension product , che sembra essere in dirittura di arrivo e che è stato oggetto di uno specifico, recente convegno organizzato dall’associazione nazionale delle imprese assicurative.
II 2 agosto scorso l’Ivass ha adottato una serie di regolamenti che, nel recepire la direttiva europea sulla distribuzione assicurativa (Idd), hanno portato a una revisione complessiva delle norme dedicate al Registro degli intermediari assicurativi (Rui) e all’informativa sui prodotti assicurativi. Le nuove disposizioni, che hanno lo scopo di innalzare le forme di tutela dei cittadini e di armonizzare le regole tra gli operatori dei settori finanziario e assicurativo, entreranno in vigore il prossimo 1 ottobre, salvo alcune eccezioni: ad esempio imprese e intermediari assicurativi avranno tempo fino al 23 febbraio 2019 per adeguarsi alle nuove disposizioni su formazione e aggiornamento professionale. Tutti questi temi saranno oggetto dei la-vori della tappa itinerante di ConsulenTia che si terrà a Napoli il 9 e il 10 ottobre
Con le ultime riforme in materia previdenziale è oggi possibile per un pensionato continuare tranquillamente a lavorare cumulando i redditi da lavoro con la prima pensione. In molti si chiedono però cosa succede ai contributi versati durante questo periodo. Diciamo subito che queste somme non vanno perse, anzi. Possono infatti dare luogo ad una ulteriore quota di rendita (magari di modesta entità), che si aggiunge a quella già liquidata in via principale. Ecco cosa dicono le norme in materia.

Carglass entra nel business della carrozzeria, con l’obiettivo di prendere quota in un mercato molto più grande rispetto a quello della sostituzione e riparazione dei cristalli per auto in cui tradizionalmente opera. Il piano del marchio, che in Italia fattura 100 milioni di euro con 300 mila clienti ogni anno, è ampliare la rete delle officine, arrivando dagli attuali 390 centri a 800 nell’arco di 3 anni.
Deve corrispondere l’Iva senza alcun diritto all’esenzione il fondo pensioni che svolge regolarmente attività economica. La Cassazione con sentenza 23495/18, ha accolto il ricorso del fisco e ribaltato il verdetto della Ctr Lazio.

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  • Previdenza, “quota 100” dopo 38 anni di contributi
I 7 miliardi assegnati alla Lega dall’aumento del deficit al 2,4% saranno utilizzati dal partito del vicepremier Salvini per mandare in pensione anticipata 400 mila italiani e creare altrettanti posti di lavoro, come sostiene il ministro dell’Interno. Ma 7 miliardi, seppur una cifra considerevole, non permettono di largheggiare. Tutt’altro. Ecco dunque che spunta un nuovo paletto per ridurre la platea, potenzialmente molto vasta. Un minimo contributivo di almeno 38 anni ( prima era 35, poi 37) che assieme al minimo di età anagrafica di 62 anni fa “quota 100”. E che rimane bloccato per tutte le altre soglie di età: 63, 64, 65, 66. Questo significa che anticipare l’uscita dai 63 anni in poi sino ad arrivare all’età legale di pensionamento ( 67 anni dal 2019) comporterà uno sforamento di quella quota diventata oramai mobile. E si avrà dunque quota 101, quota 102, quota 103 e quota 104, sommando età e contributi. In un caso solo l’addizione farà 100. Accadrà appunto a 62 anni con 38 di contributi.

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Un corso di laurea congiunta per formare esperti di cyber risk. E iniziative comuni per lanciare start up e presentarle a possibili investitori e aziende. Sono i primi risultati di un accordo fra Politecnico e Bocconi. «Alleanza storica tra due atenei, uno privato e uno pubblico, che sono fra le migliori università del Paese e hanno competenze complementari», hanno detto i due rettori, Ferruccio Resta e Gianmario Verona che ieri hanno presentato il piano.
  • Assiteca, migliorano i conti
Il broker assicurativo Assiteca ha chiuso il bilancio al 30 giugno con un risultato netto di 4,63 milioni (+29,4%) e ricavi lordi 67,3 milioni, +4%.

  • È scontro sul nuovo rendiconto dei costi
Quanto guadagno e quanto perdo? E quanto spendo per i servizi della banca o del consulente? Riusciremo a sapere finalmente il vero costo di un investimento in fondi, certificati o polizze? Forse questa è la volta buona, grazie alla Mifid2, la direttiva europea che dal 31 dicembre obbliga gli intermediari a fornire ex post un rendiconto con i costi reali sostenuti da ogni cliente (anche in valore assoluto e non solo in percentuale), con il dettaglio delle spese ripartite tra le diverse tipologie di prodotti e servizi ricevuti dall’investitore. In più nel resoconto di fine anno dovrà essere illustrata, con trasparenza e semplicità, l’incidenza del costo totale sul rendimento.
Plus24 è in grado di anticipare il documento che sarà consegnato con l’avvio del nuovo anno ai clienti
  • Quel fardello di oneri che erodono i rendimenti dei fondi
Il peso delle commissioni fa pendere la bilancia sui meno dispendiosi Etf. Sul fronte degli investimenti gli individui tendono a non considerare il peso dei costi nelle fasi di mercato rialziste, quando le performance celano il prezzo pagato per il servizio di gestione dei loro risparmi. Per contro prestano attenzione alle commissioni pagate a gestori e consulenti solo quando registrano una vistosa perdita dall’investimento o quando qualche caso di risparmio tradito finisce sulle prime pagine dei giornali. Ma passata l’onda populista, abbassano subito la guardia. I costi, invece, dovrebbero sempre entrare nel processo decisionale d’investimento.
  • Pir, sale la raccolta e i costi restano alti
L’estate non ha scaldato più di tanto la raccolta dei Pir. A luglio e agosto nelle casse dei piani individuali di risparmio sono entrati complessivamente poco meno di 370 milioni, registrando così un rallentamento nel ritmo di crescita rispetto ai mesi precedenti. Da quando sono nati a fine agosto, i piani individuali di risparmio hanno incassato 14,6 miliardi e nel 2018 secondo le stime di Equita, il segmento Pir dovrebbe raccogliere tra i 6 e i 7 miliardi (erano quasi 11 nel 2017).
  • Polizze formato Mifid2 Ottobre il mese dell’avvio
Lunedì prossimo, 1° ottobre, entra in vigore la direttiva Idd, ovvero la nuova normativa europea sulla distribuzione dei prodotti assicurativi (Idd sta per Insurance distribution directive). Originariamente queste regole erano state concepite all’interno del processo che ha portato alla Mifid2, anche se poi la “costola” tirata fuori dal legislatore comunitario ha seguito la propria strada. E così facendo si è arrivati a due direttive diverse con larghe convergenze, anche se con alcune differenze (il tema sarà oggetto di analisi specifica all’interno del prossimo appuntamento con Consulentia di Anasf che si svolgerà a Napoli il 9 e 10 ottobre prossimi).

 

  • Disabilità, quanto costa coprirsi
Nel 2030, ci saranno cinque milioni di anziani disabili da assistere contro gli attuali 3 milioni. Una situazione difficilmente sostenibile che rende d’attualità il problema della non autosufficienza. In uno scenario in cui la coperta pubblica si va via via riducendo, anche per quanto riguarda l’assistenza sanitaria, le famiglie si trovano a dover sborsare di tasca propria i soldi necessari per assistere i propri cari non più giovanissimi. Malgrado le cure a lungo termine nel solo 2016 abbiano assorbito 15 miliardi di euro, dei quali ben 3,5 miliardi pagati di tasca propria dalle famiglie, il Paese è fanalino di coda in Europa in Long term care, cui riserva poco più del 10% della spesa sanitaria, a fronte di Paesi del Nord Europa che vi destinano oltre il 25 per cento. E in Italia solo 2,3 miliardi di euro (l’1,3% della spesa sanitaria totale) sono destinati alle cure domiciliari, con un contributo a carico delle famiglie di circa 76 milioni di euro. L’assistenza domiciliare integrata continua ad avere un ruolo marginale e ad essere fortemente sottodimensionata rispetto ai bisogni dei cittadini: è inoltre diffusa a macchia di leopardo in Italia.

 

  • Le soluzioni collettive tutelano sul pregresso e si risparmia
Coprirsi dalla non autosufficienza con soluzioni collettive costa di meno e consente anche a chi ha patologie pregresse di potersi assicurare.
Ad alcune persone che sono già affette da malattie invalidanti viene generalmente applicato un sovrappremio rilevante, cosa che non avviene se il soggetto si assicura tramite un contratto collettivo.
Le polizze collettive consentono una miglior ripartizione del rischio e sono anche più economiche: per fare un esempio un trentenne che in caso di perdita di autosufficienza volesse disporre di una rendita mensile, dovrebbe versare un premio annuo compreso tra 120 e 480 euro (che potrebbe arrivare fino a oltre 900 euro per un 50enne, come evidenziato in tabella). Se l’adesione fosse collettiva a prescindere dall’età il premio annuo potrebbe ridursi fino a 50 euro: importo tra l’altro soggetto a defiscalizzazione.
  • Allianz alza il velo sul problema in Tv
Finora nelle campagne pubblicitarie le compagnie hanno puntato soprattutto su auto da assicurate o su famiglie felici alla ricerca di protezione.
Adesso Allianz, per prima, ha deciso di alzare un velo su un tema non certo spensierato ma di estrema attualità: quello della non autosufficienza.
E lo farà con una campagna pubblicitaria molto importante che da oggi (sabato 29 settembre) fino a fine anno raggiungerà 56 milioni di italiani.
È prevista sia una versione femminile sia una maschile e verrà promossa la nuova soluzione long term care Universo persona autosufficienza, ma soprattutto si romperà quel muro di silenzio sul tema della vecchiaia.