In conseguenza dell’indagine che era stata avviata nel febbraio 2017 dall’IVASS, sono già stati restituiti ai legittimi proprietari circa 3,5 miliardi che riguardavano più di 187 mila polizze. Da passare al setaccio ci sono ancora più di 900 mila polizze cui fanno capo quasi 29 miliardi di euro di somme assicurate e il campione è destinato a crescere ulteriormente. Rossi ha richiesto anche alle imprese di inviare ulteriori codici fiscali relativi alle polizze scadute nel 2017 e a quelle scadute nel quinquennio 2001-2006. In questo modo l’indagine avviata dall’istituto di controllo arriverà a coprire quasi 16 anni di possibile dormienza.
L’«elemento perequativo», erogato ai dipendenti pubblici da marzo a dicembre per effetto dei recenti rinnovi contrattuali, non è utile ai fini pensionistici né della buonuscita. A precisarlo è l’Inps nel messaggio n. 3224/2018 a risposta di richieste di chiarimento.
- Ivass, dalle polizze «risvegliate» 3,5 miliardi ai clienti
La «caccia» alle polizze vita dimenticate, cosiddette dormienti, promossa dall’Ivass ha già dato i suoi frutti. In seguito alle verifiche delle compagnie dietro lo sprone della stessa Authority guidata da Salvatore Rossi sono già state «risvegliate» 187 mila polizze vita per circa 3,5 miliardi, già pagate o in corso di pagamento ai beneficiari. Si tratta di 116 mila polizze di risparmio giunte a scadenza che i clienti «hanno trascurato di riscuotere e che le imprese, impropriamente, hanno lasciato in stato di dormienza». L’importo liquidato per queste polizze è di 1,5 miliardi. Poi ci sono altre 71,4 mila polizze di assicurati deceduti che non sono state mai reclamate dai beneficiari per circa 2 miliardi.
- La storia del Brasile in cenere
Rogo catastrofico al Museo Nazionale di Rio. Un patrimonio perduto per sempre: venti milioni di pezzi, da artefatti greco-romani alla più grande collezione egizia dell’America Latina e poi via via cimeli lungo la storia e la nascita della nazione brasiliana. Collezioni di zoologia e botanica. Sulle cause dell’incendio si sta ancora indagando, ma c’è il sospetto che possa essere caduto sul museo un cosiddetto “balão” infuocato. Si tratta di una antica tradizione brasiliana, assai pericolosa e quindi proibita da anni, che consiste nel mandare in cielo una mongolfiera artigianale in onore a San Giovanni.
- Stretta Ue contro le frodi nei pagamenti
La Commissione per le libertà civili del Parlamento europeo ha approvato ieri un piano per combattere le frodi e la contraffazione dei mezzi di pagamento diversi dai contanti come le carte, i portafogli elettronici, i pagamenti mobili e le valute virtuali. Previsto l’inasprimento delle pene e il miglioramento della cooperazione.
- Startup oltre quota 14mila in Italia
Le società innovative in Italia sono più di quante dicono i numeri ufficiali sulle startup. I dati ufficiali di Infocamere, aggiornati a fine giugno, contabilizzavano 9.328 startup innovative iscritte nella sezione speciale del Registro delle Imprese. In realtà vi sono altre 4.847 imprese che in Italia producono innovazione, portando il numero complessivo delle nuove aziende tecnologiche oltre quota 14mila, il 12% in più rispetto a quelle stimate due anni fa. A dirlo è Cerved, servendosi degli algoritmi di ricerca semantica sviluppati da SpazioDati, azienda trentina in cui la società ha operato un investimento di capitale di circa tre milioni di euro nel triennio 2014-2016, acquisendone la maggioranza.
- In piscina il gestore è responsabile della sicurezza
Nei confronti degli utilizzatori della piscina il gestore dell’attività (che per quelle condominiali è l’amministratore), è il garante della sicurezza ed ha l’obbligo di impedire gli eventi lesivi (articolo 40 del Codice penale). Ed è anche applicabile l’articolo 2051 del Codice civile, per cui, essendo una cosa in sua custodia, è responsabile del danno cagionato dalla stessa alla persona, salvo il caso fortuito. La Corte di cassazione (sentenza 39139/2018) ha dichiarato inammissibile, con la condanna alla sanzione pecuniaria di 2mila euro da versare alla cassa delle ammende, il ricorso del gestore di una piscina avverso la sentenza del Tribunale che lo aveva condannato a 900 euro di multa per il reato di lesioni colpose (articolo 590 del Codice penale) nei confronti di un bagnante e a una provvisionale di 100mila euro.
- Pagano gli amministratori «pasticcioni»