Secondo la nuova ricerca di Kaspersky Lab, i dispositivi connessi sono un oggetto ormai considerato indispensabile quando si è lontani da casa, tanto che gli italiani si sento “persi” e vulnerabili senza.
Le persone si affidano ai loro device per scattare foto (per il 60% del campione italiano coinvolto dal sondaggio), per conoscere l’esatto percorso da fare per andare da un luogo ad un altro (48%) o per chiedere aiuto in caso di bisogno (61%). Le persone, infatti, sono così dipendenti dai loro dispositivi che ben il 42% degli italiani coinvolti ha dichiarato di non poter neanche immaginare di fare un viaggio senza avere con sé un device connesso.
La ricerca di Kaspersky Lab ha mostrato che gli italiani sono dipendenti dall’”essere connessi” quando sono in viaggio. Questo significa che, quando i loro dispositivi si rompono o la connessione si perde, in poco tempo iniziano a sentirsi vulnerabili. Si tratta di un fenomeno comune: secondo il sondaggio una persona su sei (15%) ha avuto problemi in viaggio a causa della perdita di connessione.
Le storie menzionate dal sondaggio riguardano persone che non sono state in grado di trovare un posto dove pernottare, che hanno perso chiamate importanti, ad esempio su un cambio di volo, o che addirittura si sono prese un’intossicazione alimentare per non aver potuto cercare informazioni online su dove mangiare.
Uno dei partecipanti al sondaggio, anonimo, ha dichiarato di essere rimasto addirittura bloccato in un deserto proprio quando il suo smartphone si è spento. Questa situazione spaventosa sarebbe stata facile da gestire se avesse avuto una connessione funzionante; è rimasto, invece, in balia del pericolo senza essere in grado di utilizzare il suo dispositivo.
Perdersi in un deserto è davvero un caso al limite, ma non avere una connessione funzionante è fonte di preoccupazione per molte persone. La maggior parte degli intervistati ha dichiarato che perdersi in un luogo sconosciuto senza possibilità di connettersi potrebbe essere una fonte di grande stress (84%), due quinti (39 %) sono preoccupati del fatto che una cosa del genere possa effettivamente succedergli.