di Andrea Montanari
Il settore bancario è sempre meno in sofferenza. Il lungo lavoro di pulizia dei bilanci effettuato dai manager dei principali istituto di credito italiani nel corso degli ultimi due anni ha dato i suoi risultati. Lo certifica, ancora una volta, l’Abi. Come emerge dal bollettino mensile relativo a luglio, la sommatoria dei crediti deteriorati del sistema ammonta a 40,1 miliardi di euro (valore netto). Un dato in diminuzione di oltre 2,6 miliardi rispetto ai valori di giugno, in forte flessione rispetto al dato di fine 2016, 86,8 milioni.
Di fatto, come specifica l’associazione presieduta da Antonio Patuelli, si tratta di un monte complessivo di sofferenze più che dimezzato rispetto a 19 mesi fa. Mentre, se parametrato al livello massimo delle sofferenze nette raggiunto a novembre 2015 (88,8 miliardi), la riduzione è di 48,7 miliardi, cioè diminuisce di oltre il 54,8%. Inoltre è in flessione anche il rapporto sofferenze nette su impieghi totali che si è ridotto al 2,32% a luglio 2018 rispetto al 4,89% di fine 2016. Per questa ragione, secondo l’Abi «si sta ritornando ad una situazione di ordine fisiologico». Per quel che attiene, invece, alla raccolta bancaria (clientela residente) il bollettino riferisce di un saldo totale di 1.713 miliardi, in crescita di 4,5 miliardi rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, con una variazione tendenziale positiva dello 0,3%.
Come sottolineano ancora dall’associazione delle banche italiane, mentre «rimane positivo il trend dei depositi», risulta invece «ancora in contrazione la dinamica delle obbligazioni». In aumento anche i depositi bancari che a fine agosto raggiungono il livello di 1.461,5 miliardi. La variazione annua delle obbligazioni è stata negativa per il 17,2% (-18,7% a luglio 2018), manifestando una diminuzione in valore assoluto su base annua di quasi 52,3 miliardi. Il totale delle obbligazioni sul mercato ammonta a 251,7 miliardi. Sempre dal bolletino Abi risulta che in agosto, i tassi di interesse applicati ai prestiti alla clientela sono ai minimi storici: il tasso medio è al 2,59% (2,60% il mese precedente e 6,18% prima della crisi, a fine 2007). Inoltre, il valore medio sulle nuove operazioni per acquisto di abitazioni è stato dell’1,88% (1,79% a luglio 2018). Sul totale delle nuove erogazioni di mutui circa i due terzi sono a tasso fisso. Quanto ai dati relativi ai tassi medi dei prestiti al settore industriale, il dato è pari a 1,51% (1,49% il mese precedente). A tal proposito, infine, l’Abi ricorda che l’ammontare totale dei mutui in essere delle famiglie registra una variazione positiva di +2,2% su base annua. (riproduzione riservata)
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