Riuniti a Monte-Carlo per i 62° Rendez-Vous de Septembre, la riassicurazione mondiale si interroga sul futuro. Dopo sei anni di cali tariffari, la stagione di uragani del 2017 non è stata sufficiente a invertire la tendenza e i prezzi dovrebbero rimanere globalmente stabili in occasione dei rinnovi 2019.
Questo per la presenza di abbondante capacità nel mercato.
«Un anno fa ci aspettavamo sostanziosi incrementi tariffari. Ci aspettavamo anche che gli investitori si dimostrassero prudenti e si ritirassero dal mercato dei capitali. E invece è accaduto il contrario!», sottolinea il ceo di Scor Denis Kessler. Gli ILS (insurance linked Securities) si sono infatti ricaricati di circa il 20% delle loro capacità. Nel momento in cui l’era dei bassi tassi di interesse continua, l’appetito degli investitori per gli investimenti alternativi non cala e inoltre solo una manciata di cat bond ha subito perdite nella stagione degli uragani dello scorso autunno.
In assenza di eventi maggiori nel 2018, i riassicuratori non possono aumentare i prezzi. Ma il fatto che le compagnie di riassicurazione siano ben capitalizzate e abbiano potuto riassorbire gli choc delle catastrofi naturali del 2017 non significa che non debbano interrogarsi sulla redditività.
Per Denis Kessler, «il ciclo è scomparso. Ogni anno, ci attendiamo un nuovo ciclo e ogni anno, non cambia nulla. Ci saranno ancora catastrofi naturali, noi sapremo farvi fronte, è il nostro mestiere. Solo un cyber attacco su scala mondiale potrebbe provocare un aumento dei prezzi».
Emmanuel Clarke, CEO di Partner Re, continua invece a credere alla ciclicità del mercato. «Ci sono dei cicli in tutte le attività economiche. La questione è: sono locali o globali? Sono eventi imprevisti, come quelli che vediamo una o due volte in una carriera, che provocheranno un nuovo ciclo su scala globale».