di Andrea Boeris
Ryanair, prima compagnia aerea in Europa con 116,8 milioni di passeggeri nel 2016, è nel caos. Il vettore irlandese guidato da Michael O’Leary lascerà a terra circa 400 mila passeggeri da qui a fine ottobre. Nelle prossime sei settimane sarà cancellato circa il 2% dei 2.500 collegamenti quotidiani, ovvero 50 voli ogni giorno e oltre 2.000 in totale. Il caos cancellazioni dovrebbe impattare sull’utile della compagnia per meno di 5 milioni di euro. Ryanair, che ha chiuso l’ultimo esercizio con un utile di 1,31 miliardi di euro e ha manifestato interesse ad acquisire parti di Alitalia, stima richieste di rimborso che possono andare dai 20 ai 35 milioni di euro. Sulla borsa di Dublino il titolo ieri è arrivato a perdere oltre il 3% e ha chiuso le contrattazioni in calo dell’1,93%. Il motivo dell’improvviso piano di tagli è stato spiegato dalla compagnia con la necessità di dover far smaltire le ferie a molti piloti del gruppo.
Dietro le cancellazioni si nasconde però una errata gestione, da parte dell’azienda, del processo di allineamento del suo calendario di lavoro a quello gregoriano. Fino a quest’anno la low cost faceva partire i 12 mesi il 1° aprile e li concludeva il 31 marzo. Dal 2018, su richiesta dell’ente irlandese per l’aviazione, Ryanair dovrà riallinearsi al calendario gregoriano e così si ritrova ora con nove mesi in cui far smaltire le ferie al personale di volo. Dipendenti di un sistema che ad agosto sono stati chiamati a un super-lavoro: 97% dei posti riempiti per 12,7 milioni di passeggeri trasportati. Inoltre, secondo la stampa irlandese, la low cost avrebbe perso nell’ultimo anno oltre 700 piloti, migrati verso altre compagnie, di cui 140 alla Norwegian Air. (riproduzione riservata)
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