di Simona D’Alessio
L’Enpap (l’Ente di previdenza e assistenza degli psicologi che esercitano l’attività lavorativa autonomamente) irrobustisce le pensioni che i suoi associati incasseranno: dal 12 settembre è stato possibile accreditare la rivalutazione al «2,97%» per l’anno 2015 sui montanti individuali dei professionisti. Si tratta di una percentuale più ingente di quella disposta per legge, pari allo 0,51%, che è legata all’andamento del nostro Prodotto interno lordo (Pil). Ne ha dato notizia la stessa Cassa pensionistica, cui al momento sono iscritti oltre 54.400 psicologi. A rendere attuabile la disposizione per l’incremento dei montanti è stato il recente semaforo verde acceso dai ministeri vigilanti degli enti (welfare ed economia), che hanno accolto il contenuto di una delibera, varata lo scorso anno dai vertici della Cassa. Nel 2015, ha commentato il presidente Felice Damiano Torricelli, si arriva a ottenere «una rivalutazione quasi sei volte più alta di quella che avremmo avuto, se ci fossimo limitati semplicemente ad applicare le norme preesistenti» e, nel frattempo, la Cassa è oramai orientata a rimpinguare pure i montanti per il 2016, avendo adottato un analogo provvedimento, sempre per una quota di poco inferiore al 3%, «già sottoposto al vaglio dei dicasteri competenti».
Per scoprire di quanto riuscirà a lievitare il «peso» della prestazione che gli psicologi andranno a percepire, grazie alla revisione (al rialzo) della cifra da rivalutare, può essere utile una simulazione formulata dall’ente: con un montante di «50.000 euro», è stato calcolato, si raggiunge la quota di «1.485 euro, invece che di 255 euro, con un guadagno netto di 1.230 euro», numeri, questi, che si tradurranno in un assegno pensionistico più consistente. Per Torricelli, infine, va messa in risalto pure la «capacità» della governance dell’enpap, «acquisita negli ultimi anni, di tenere il rendimento dei nostri investimenti ai livelli attuali, con un’attenta e efficiente gestione finanziaria che produce rendimenti significativi con un rischio controllato».
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