di Anna Messia
Generali chiude la cessione in Olanda. Ieri il gruppo assicurativo guidato da Philippe Donnet ha comunicato di aver firmato un accordo per la vendita dell’intera partecipazione (98,56%) nella controllata Generali Nederland. Ad acquistare, come anticipato da MF-MilanoFinanza lo scorso 8 settembre, è stata ASR Nederland, una delle maggiori compagnie assicurative del Paese. Il corrispettivo, pari a 143 milioni, è stato invece inferiore ai circa 300 milioni inizialmente previsti perché, come spiegato da Trieste in un comunicato, l’operazione prevede che Generali “cesserà di fornire il proprio supporto riassicurativo, con il conseguente ritiro da parte ella compagnia vita olandese del portafoglio riassicurativo”. In pratica, fuori dalla partita, è rimasta la riassicurazione che avrebbe consentito alle Generali un incasso ben più ricco nel Paese. La cessione del business olandese rientra nella strategia annunciata dal gruppo all’investor day dello scorso novembre che prevede di uscire da 13-15 business non più core, per liberare risorse di almeno 1 miliardo utili a crescere in comparti e mercati più redditizi. I 143 milioni che arriveranno dall’Olanda, soggetti ad adeguamento alla chiusura dell’operazione dopo l’ottenimento del via libera delle autorità competenti, si aggiungeranno agli oltre 170 milioni di euro già incassati dai riassetti conclusi nei mesi scorsi che hanno coinvolto quattro Paesi. Panama, compagnia venduta ad Assa per 172 milioni di dollari (ovvero circa 143 milioni di euro), e la Colombia, passata al gruppo Talanx per altri 30 milioni di euro. Oltre a Liectenstein e al Guatemala, sulle quali Generali ha preferito non alzare il velo sul prezzo.
A oggi l’incasso supera quindiampiamente i 300 milioni. Ieri Generali , che nell’operazione è stata assistita dai consulenti finanziari Bnp Paribas Corporate Financa e Kpmg e dai legali di Linklaters, ha precisato che il contributo della controllata olandese al risultato operativo di gruppo è stato marginale nel 2016, pari a 9 milioni di euro, e la cessione comporterà una perdita di realizzo di 270 milioni. La transazione avrà però un impatto positivo in termini di solvibilità, con un miglioramento stimato del Regulatory Solvency II Ratio di circa l’1,6%. “Con questa operazione ribadiamo il nostro impegno nel voler riequilibrare la presenza geografica del gruppo Generali . Siamo in linea con il nostro piano e siamo certi che raggiungeremo il nostro obiettivo di ricavi pari ad almeno 1 miliardo”, ha commentato Frederic de Courtois, group ceo Global Business Lines & International.
Dopo l’Olanda la prossima operazione da chiudere potrebbe essere il Belgio, che potrebbe fruttare a Trieste altri 500-600 milioni. Le procedure di vendita, affidate all’advisor Deutsche Bank , vanno avanti, con i tedeschi di Allianz , gli svizzeri di Baloise e il fondo di private equity inglese Cinven che si sarebbero fatti avanti. In ballo c’è anche il Portogallo, Paese in cui Generali opera dal 1942 e dove il gruppo ha una quota di mercato di poco più del 3%, con quasi 200 milioni di euro di premi assicurativi. Anche in questo caso tra i pretendenti ci sarebbe la tedesca Allianz . Tra i possibili asset da cedere, sempre in Sud America, ci sarebbe poi anche l’Ecuador, dove il gruppo opera dal 1940 sia nel ramo Danni sia in quello Vita. Ma pure la Tunisia, dove il Leone è azionista del gruppo assicurativo locale Assurances Maghrebia, sembra destinata a finire nel pacchetto degli asset da monetizzare. E non sono escluse aree di minore interesse in Asia, come nel caso delle Filippine, oppure mercati dell’Est Europa, dove il Leone non è ancora riuscito a raggiungere una dimensione adeguata al resto del gruppo. “Saremo più forti in meno Paesi”, ha detto Donnet lo scorso martedì a margine della presentazione del libro ‘Generali nella storia’. La compagnia ha anche annunciato la sottoscrizione del Manifesto lanciato da Valore D, nove punti che impegnano le imprese a favore della diversity: “Meritocrazia e diversità sono leve fondamentali per assicurare crescita, performance e innovazione. Per quanto riguarda la diversità di genere, circa la metà dei nostri colleghi sono donne. E’ un grande vantaggio competitivo, che aumenta la capacità di cogliere, grazie a punti di vista diversi, le opzioni migliori per le nostre scelte strategiche”, ha detto Donnet. Al Manifesto di Valore D hanno aderito oltre 100 aziende, tra cui altri gruppi assicurativo come Allianz e Axa .
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