Le migliori 500 imprese in Europa centrale e orientale hanno generato nel 2016 un fatturato di 580 miliardi di euro. Le grandi imprese hanno registrato un calo del fatturato e degli utili, ma un aumento significativo della forza lavoro. L’auto ha superato petrolio e gas diventando per la prima volta il 1° settore.
Queste sono le principali osservazioni del 9° studio annuale Coface sulle migliori 500 imprese in Europa centrale e orientale, in cui Coface analizza le 500 più grandi imprese in Europa centrale e orientale, evidenziandone i progressi. Dopo aver raggiunto il picco del 3,5% nel 2015 (il livello più alto dopo la crisi), la crescita media della regione è crollata del 2,9% nel 2016.
Le economie hanno beneficiato della situazione favorevole del mercato del lavoro, con un crollo dei tassi di disoccupazione e aumento dei salari. “Il miglioramento del contesto macroeconomico ha avuto un effetto positivo sulle imprese, con un calo delle insolvenze d’impresa del 6% nel 2016 e del 14% nel 2015”, spiega Katarzyna Kompowska, CEO di Coface per la regione dell’Europa centrale e orientale. “Anche il mercato del lavoro continua a migliorare, registrando tassi di disoccupazione che hanno raggiunto i livelli più bassi mai registrati – in particolare in Repubblica Ceca, con solo il 4,0%. La crescita dei salari e il calo dell’inflazione, insieme al miglioramento della fiducia dei consumatori, hanno reso i consumi delle famiglie il principale motore dell’espansione economica, che, a sua volta, ha avuto un effetto positivo in alcuni settori dell’Europa centrale e orientale.” I migliori 500 attori: calo della crescita economica, aumento della forza lavoro Le migliori 500 imprese hanno generato 580 miliardi di euro nel 2016, un lieve calo dello -0,6%. Hanno assistito a un declino più forte del profitto netto, in diminuzione del 3,1%, con 26,3 miliardi di euro. In contro tendenza, i tassi di occupazione hanno registrato un boom. Le prime 500 impiegavano complessivamente nel 2016 il 4,5% della forza lavoro rafforzando significativamente la manodopera del +3,9%, pari a 2,24 milioni di persone. Questi progressi si riflettono nella riduzione dei tassi di disoccupazione della regione. La disoccupazione è crollata di oltre il 10% in dieci Paesi della regione – in particolare in Ungheria (dal -25,0% al 5,1%) e in Repubblica Ceca (dal -21,6% al 4,0%). Attualmente, in numerosi Paesi della regione la disoccupazione è più bassa rispetto all’Europa occidentale. L’unico Paese con una disoccupazione più elevata rispetto all’anno precedente è l’Estonia, dove la percentuale è cresciuta del 9,7% per raggiungere il 6,8%.
Scenario settoriale: in crescita l’industria automobilistica, in calo il settore petrolifero e gas
L’analisi per settore mostra evoluzioni nel mercato. Le industrie tradizionali sono diminuite e verranno rimpiazzate da quelle nuove. Sebbene il fatturato complessivo si sia ridotto dello 0,6%, nove settori analizzati su tredici hanno aumentato il fatturato rispetto all’anno precedente. Tale calo può essere attribuito a quattro settori: petrolio e gas (-5,4%), energia (- 7,3%), meccanica e ingegneria di precisione (-59,1%) e metalli (-6,4%). Complessivamente, le loro perdite erano troppo forti per essere compensate dalle performance positive degli altri settori. Il declino del settore petrolifero e gas, precedentemente in testa alla classifica, è stato sotto osservazione per molti anni. Con 92 imprese (18,4%) rimaste tra le migliori 500, rispetto alle 111 nel 2015 (22,2%), il fatturato del settore risentiva della difficile situazione del mercato globale delle materie prime. Di conseguenza, oltre il 50% delle 92 imprese del settore ha perso punti in classifica. Il settore auto e trasporti si è aggiudicato il primo posto, con un fatturato pari a 128 miliardi di euro. Le registrazioni di nuovi autoveicoli nell’UE sono aumentate del 7% circa. L’incremento della domanda ha avuto un impatto positivo sui produttori di auto, principalmente localizzati in Europa centrale e orientale. Così, i produttori di auto, di componenti e ricambi nella regione hanno aumentato le proprie capacità per l’Europa occidentale (principale destinazione delle loro esportazioni). Nel 2016 oltre il 20% delle migliori 500 imprese in Europa centrale e orientale (102 aziende) appartenevano a questo settore, una crescita partita da un 17% nel 2015. I ricavi e l’utile sono aumentati rispettivamente dell’8,6% e del 6,8%. Questi risultati positivi erano direttamente legati a uno scenario economico ampiamente favorevole e a una domanda crescente.
Scenario favorevole per la regione per il 2017 e il 2018
Dopo il rallentamento dell’anno scorso, si prevede una ripresa della crescita nelle economie dell’Europa centrale e orientale. “Coface prevede che il tasso di crescita del PIL della regione crescerà in media del 3,4% nel 2017 e del 3,3% nel 2018. Entrambi gli anni saranno sostenuti da una crescita stabile dei consumi privati, supportati da continui miglioramenti sul mercato del lavoro. Le famiglie hanno già assistito a un aumento dei prezzi, mostrando un’inversione del periodo deflazionistico registrato in numerose economie durante gli ultimi trimestri” ha dichiarato Grzegorz Sielewicz, Economista Coface per la regione Europa centrale e orientale. “La classifica delle 500 migliori imprese in Europa centrale ed orientale ci mostra segnali incoraggianti”, ha sottolineato Enrnesto De Martinis, CEO di Coface Italia. “La regione continua, infatti, nel suo cammino di crescita e di ripresa, soprattutto dal punto di vista del mercato del lavoro, con significativi abbassamenti del tasso di disoccupazione. Una situazione sicuramente positiva, che rende la regione interessante anche dal punto di vista degli scambi commerciali”, ha aggiunto De Martinis.