L’ANIA è intervenuta la scorsa settimana in audizione presso la XIII Commissione della Camera, nell’ambito dell’indagine conoscitiva sulle assicurazioni contro le avversità atmosferiche in agricoltura.
Nel comparto agricolo, l’assicurazione rappresenta da molti anni lo strumento principale di gestione e protezione del rischio a fronte di calamità naturali e altre avversità che con sempre maggiore frequenza colpiscono il comparto.
Nel 2004, la materia è stata completamente riformata per adeguarsi alla disciplina comunitaria con l’emanazione del D. Lgs. n. 1021, istitutivo del Fondo di solidarietà nazionale, che poneva come prioritario l’obiettivo di promuovere l’utilizzo di strumenti agevolati ex ante rispetto a interventi compensativi ex post finalizzati alla ripresa economica e produttiva dell’impresa agricola. La partecipazione statale al pagamento dei premi assicurativi veniva così definito in base allo schema seguente:
· fino all’80% del costo dei premi per contratti assicurativi che prevedono un risarcimento qualora il danno sia superiore al 30 per cento della produzione (20% nelle zone svantaggiate);
· fino al 50% del costo dei premi per contratti aventi ad oggetto anche perdite dovute ad avverse condizioni atmosferiche non assimilabili alle calamità naturali oppure perdite dovute a epizoozie o fitopatie.
La normativa inoltre, sempre nell’ottica di incentivare l’utilizzo dell’assicurazione, non poneva nessun divieto riguardo alla possibilità di stipulare polizze ordinarie integrative per la copertura dei danni inferiori alle suindicate soglie stabilite dalle polizze agevolate, con premio a completo carico del produttore.
Infine, con il D. Lgs. 102 l’offerta assicurativa, fino ad allora limitata alle polizze monorischio per la copertura dei danni da grandine, veniva ampliata anche a contratti “multirischio” e “pluririschio” rendendo così assicurabili praticamente tutte le colture.
Dal 2003 al 2014 i valori assicurati hanno registrato un incremento del 133%, con un corrispondente, significativo aumento (+75%) dei premi versati. Tuttavia, tale crescita resta tuttora inferiore alle attese e negli ultimi anni, anche a seguito della recente tendenza alla riduzione dei valori assicurati, sia il Ministero delle politiche agricole e forestali (di seguito, MIPAAF) sia la stessa Unione Europea non hanno mancato di tornare a sottolineare un insufficiente tasso di diffusione dell’assicurazione agevolata.
I risultati tecnici delle compagnie nell’ultimo decennio (2005‐2015) attestano una perdita, seppur in media contenuta.
Secondo ISMEA, i dati assicurativi relativi alla campagna 2016 rivelano, per il secondo anno consecutivo, un decremento dei valori assicurati, che sono così scesi dai 7,9 miliardi di euro del 2014 ai 7,1 miliardi del 2016 (dato provvisorio), e del numero delle aziende assicurate, che per le sole colture sono scese dalle oltre 73.000 del 2015 alle circa 65.000 del 2016.
Se tale minore penetrazione assicurativa può essere spiegata da ragioni note – come la dinamica negativa dei prezzi agricoli, specialmente nelle coltivazioni – e da risvolti persino positivi, come il calo delle tariffe applicate dalle imprese di assicurazione sulle polizze agevolate, nonostante l’ampliamento dei rischi coperti, resta fermo che rispetto alla copertura assicurativa del 50% degli agricoltori, indicato dall’UE come obiettivo da perseguire, oggi in Italia va considerato che il gap di protezione è pari a più della metà dell’obiettivo indicato, essendo gli agricoltori assicurati il 20‐25% del bacino potenziale.
La scarsa propensione ad assicurarsi appare ancora più sorprendente se si tiene conto che la tipologia di danno che più caratterizza il comparto è quella cosiddetta di “frequenza”, ossia danni frequenti nel breve periodo e ampiamente distribuiti tra la massa degli assicurati, per cui in presenza di un contributo pubblico superiore al 50% del premio versato viene a determinarsi per buona parte degli assicurati un vantaggio economico.
La situazione vede, invece, assicurate soprattutto le aziende agricole più strutturate dal punto di vista organizzativo e le produzioni agricole più esposte alle avversità atmosferiche e più redditizie per gli agricoltori, con una forte differenziazione della propensione assicurativa tra nord, centro e sud del Paese, tanto che ormai il ricorso agli strumenti assicurativi agevolati da parte delle aziende settentrionali ha raggiunto l’86% dei valori assicurati complessivi, mentre nel meridione si assiste a una pericolosa tendenza perla quale i valori assicurati sono ormai pari a pochi punti percentuali del totale, a fronte del 14% raggiunto nel 2010.
Nel programma dell’indagine, la Commissione ha espresso l’esigenza di approfondire la conoscenza dei meccanismi di funzionamento delle polizze agevolate.
L’Ania specifica che il sistema si caratterizza, rispetto all’ordinario rapporto tra assicurato e assicuratore, per la presenza di un terzo soggetto, il MIPAAF, preposto all’erogazione e al controllo dei contributi degli agricoltori. Tale “triangolazione”, unica nel settore assicurativo, è peraltro presente in quasi tutti i paesi dell’UE, oltre che negli USA. Il contributo pubblico è disciplinato (per misura, perimetro di copertura delle polizze, aspetti gestionali e operativi) dal Piano Assicurativo Agricolo Nazionale (PAAN), approvato annualmente dal MIPAAF, nel quale, al fine di verificare la compatibilità delle garanzie richieste, vengono definiti, previa consultazione con i diversi attori, assicuratori compresi,:
– l’entità del contributo pubblico sui premi assicurativi e i parametri per calcolarlo;
– aree, colture, strutture e avversità assicurabili.
Da un punto di vista sostanziale, il sistema delle agevolazioni condiziona fortemente la domanda assicurativa, poiché l’agricoltore è ragionevolmente portato a richiedere una polizza con le caratteristiche e i requisiti necessari per ottenere il contributo. L’offerta rimane, invece, ampia sulle polizze agevolate così come sulle coperture integrative o connesse, che non godono del contributo. Il sistema è caratterizzato da una sostanziale uniformità sia sul piano gestionale che sul piano assicurativo, per comprensibili esigenze del MIPAAF. Sul piano gestionale, in particolare, vi è uniformità nei dati che compongono il rischio da assicurare, quali: dati catastali degli appezzamenti, codici dei prodotti assicurati (definiti dal MIPAAF), valori assicurati calcolati sui prezzi dei prodotti (secondo un apposito decreto ministeriale sui prezzi annualmente emanato dallo stesso MIPAAF).
Nel programma dell’indagine conoscitiva la stessa Commissione individua tre criticità che condizionano negativamente la domanda di polizze agevolate:
– l’estrema complessità burocratica;
– i ritardi nel pagamento dei contributi agli agricoltori;
– la non adeguata conoscenza degli agricoltori delle opportunità offerte dallo strumento assicurativo.
In effetti, la riduzione nella propensione all’assicurazione da parte degli agricoltori sembra potersi ricondurre all’introduzione, da parte dell’UE, del complesso sistema di gestione dei rischi previsto dalla nuova Politica Agricola Comune 2014–2020 (PAC) che, seppur condivisibile per principi, obiettivi ed esigenze di controllo, nella pratica ha risentito della eccessiva complessità burocratica di alcune procedure introdotte, in primo luogo quella prevista per il Piano assicurativo individuale (PAI), documento necessario per ottenere il contributo statale, che unita alle difficoltà di coordinamento tra gli enti coinvolti nei flussi informativi (oltre al MIPAAF, l’Agenzia per le erogazioni in agricoltura – AGEA, e i Centri di Assistenza Agricola ‐ CAA), si è tradotta in ritardi, carenze e inefficienze.
A ciò si aggiunga, sul piano del merito, la difficoltà operativa per gli agricoltori di trattare l’articolata questione delle “rese” nelle modalità richieste dalsistema di gestione del rischio, nonché una griglia nelle combinazioni delle garanzie assicurative prevista dal PAAN eccessivamente rigida e non sempre corrispondente alle preferenze degli agricoltori. Occorre, tuttavia, precisare che a determinare la suddetta situazione hanno influito anche ulteriori fattori, quali il passaggio delle regole suglistrumenti assicurativi agevolati dal primo pilastro della PAC a quelle del secondo pilastro, che prevede procedure più complesse e controlli più stringenti, così come il calo dei prezzi agricoli, già menzionato, che per le coltivazioni nell’ultimo anno è stato superiore alla media del comparto, nonché, infine, anche a seguito della riduzione del contributo statale sul premio assicurativo, ridotto dall’80% al 65%.
Pertanto, nell’ottica costruttiva dell’indagine di individuare affinamenti dell’assetto attuale che possano favorire un maggior ricorso allo strumento assicurativo e a determinare così un quadro di maggiori tutele per il comparto agricolo italiano, l’ANIA segna alcune possibili linee di riforma e di modifica del sistema attuale che secondo il settore assicurativo possono migliorare l’efficienza del sistema.
Semplificazione del processo assuntivo connesso al PAI
La prevista acquisizione del PAI prima della decorrenza della copertura assicurativa, ogni anno inevitabilmente derogata con l’ottenimento della sola manifestazione d’interesse, e l’obbligo di allegare lo stesso Piano al certificato di assicurazione rende per gli agricoltori il processo complicato e farraginoso, con conseguente riduzione alla propensione verso l’assicurazione agevolata. Anche il tardivo rilascio da parte del MIPAAF del decreto ministeriale sui prezzi, peraltro nel corso dell’ultima campagna più volte corretto e integrato, non facilita la fluidità gestionale del sistema, creando nell’assicurato confusione, incomprensioni, false aspettative e, quindi, motivi di insoddisfazione.
Alla luce di quanto detto, Ania propone, di svincolare il PAI dal processo di assunzione del rischio assicurativo, fatto salvo che esso resta un documento necessario ai fini dell’erogazione del contributo. Sempre in un’ottica di semplificazione, Ania di rende sin d’ora disponibili a fornire il proprio contributo, qualora si intenda rivedere il flusso di informazioni tra il SIAN ‐ Sistema Informativo Agricolo Nazionale e le imprese di assicurazione, per individuare congiuntamente soluzioni operative condivise.
Maggiore flessibilità degli strumenti assicurativi proposti e dei contributi
L’Ania ritiene opportuno, inoltre, assecondare la domanda degli agricoltori di maggiore flessibilità dell’offerta assicurativa, purchè siano limitati eccessivi fenomeni di antiselezione. Un maggior grado di liberalizzazione dei pacchetti assicurativi proposti, nei limiti e a condizioni sostenibili, potrebbe peraltro meglio incontrare le esigenze degli assicurati,tenuto conto dell’articolazione e diversificazione delle produzioni esistenti sul nostro territorio.
Sempre nell’ottica di una maggiore flessibilità, Ania ritiene opportuno rivedere l’attuale meccanismo di riconoscimento dei contributi, allo stato eccessivamente uniforme, prevedendo che l’erogazione di incentivi possa essere maggiormente modulata, per esempio prevedendo misure di contribuzione selettive, oppure diversificate nella misura in presenza di determinate condizioni, o ancora che possano avere carattere temporaneo, in modo da soddisfare esigenze contingenti.
Campagna informativa
Ania ritiene che il perseguimento dell’obiettivo di una maggiore diffusione assicurativa non possa, infine, prescindere da una sistematica azione informativa, effettuata dal MIPAAF e supportata dalle organizzazioni agricole, diretta in modo particolare ai giovani e alle aziende agricole medio‐piccole, nonché alle aree geografiche e alle produzioni agricole che denotano una propensione assicurativa particolarmente contenuta. Da questo punto di vista il settore assicurativo mette sin d’ora a disposizione le proprie competenze per collaborare alla finalità condivisa di convogliare ai potenziali assicurati informazioni corrette e in grado di renderli consapevoli degli strumenti di protezione esistenti e delle agevolazioni previste.