Tre miliardi da spendere ogni anno «per i vivi e non per risarcire i morti», coinvolgendo le assicurazioni, che «non sono il male assoluto, ma evitando che ci guadagnino troppo».
Lo ha detto Salvatore Rossi, presidente dell’IVASS a Repubblica.
L’Italia – ha detto Rossi – deve dotarsi di un piano in chiave di prevenzione antisismica, come gli altri grandi paesi.
Nell’intervista Rossi ha sottolineato come siano attualmente pochi gli assicurati per il rischio terremoto, meno di 35 mila case, concentrate nelle zone più a rischio. «Solo lo 0,5% dei sei milioni e mezzo di italiani che sottoscrivono polizze incendio include anche il rischio sismico. Uno su venti. Una frazione esigua della popolazione».
Rossi sottolinea come i contribuenti italiani abbiano pagato tre miliardi l’anno per quarant’anni per sette terremoti, dal Belice all’Aquila, chiedendosi se questi soldi non avessero potuto essere spesi per i vivi, anziché per risarcire i morti e quale ruolo possono giocare le assicurazioni.
Sulla possibilità di rendere obbligatoria la polizza Rossi dice: «È un’antica diatriba. La verità è che non esiste la ricetta magica. Se guardiamo ai paesi con più alto rischio sismico gli esiti sono misti. In California e Giappone l’adesione è volontaria. E in Turchia l’obbligatorietà non ha funzionato. Il punto però è un altro: tutti hanno un modello, il nostro è una non scelta della politica, in un senso o in un altro ».
«Non c’è dubbio che l’effetto possa essere questo, se fosse imposta per legge come tassa esplicita. Ma consideriamo che quando l’ombrello pubblico si apre a disastro avvenuto a quel punto diventa tassa implicita e per tutti. D’altro canto le due platee quasi coincidono, visto che l’80% dei contribuenti italiani è anche proprietario di case. Per citare Adam Smith, facciamo sì che un evento catastrofico per pochi diventi un piccolo onere per molti».
Gli italiani, secondo Rossi, non si assicurano per un fatto culturale. Pensano solo ad auto e vita. Secondo lui ideale sarebbe un sistema radicalmente nuovo, magari semi obbligatorio, che consenta di usare quei tre miliardi ex ante.