di Anna Messia
La volontà è andare avanti insieme e raggiungere un accordo. Per questo i rappresentanti di Unipol e Banco Popolare si siederanno nelle prossime settimane a un
tavolo per cercare di proseguire la loro relazione. Non sarà facile. In ballo c’è il rinnovo della partnership bancassicurativa, realizzata per il tramite
della compagnia Popolare Vita, che deve essere rinegoziata entro l’anno o sciolta. L’accordo fu firmato a maggio del 2007 dall’allora FonSai, poi conflui-
ta in Unipol. Il Banco Popolare comprò da Cattolica il 50% di Bpv Vita, ribattezzata Popolare Vita, per poi rivenderla a FonSai per 530 milioni, con una plusva-
lenza di 433 milioni. A distanza di pochi mesi, a gennaio 2008, partì l’accordo distributivo dei prodotti Vita e Previdenza destinato a durare dieci anni sui
1.814 sportelli della banca. Una relazione soddisfacente per entrambi i partner perché, seppure con alti e bassi, la società negli anni ha visto crescere premi e
redditività. A fine 2015 la raccolta di Popolare Vita è stata di 2,5 miliardi e a giugno scorso erano stati raccolti altri 1.384 milioni di premi. Il dato risulta
in frenata del 13,4% rispetto a giugno dell’anno scorso, ma è anche frutto della volontà della compagnia di rallentare la raccolta delle polizze tradizionali
(che richiedono più capitale) a favore delle unit linked. «Si tratta di una buona joint venture che abbiamo ereditato e che in origine non andava bene. Nel
tempo abbiamo però costruito un ottimo rapporto», aveva detto l’ad di Unipol, Carlo Cimbri, presentando il nuovo piano strategico 2018 lo scorso maggio.
Insomma l’intenzione è quella di continuare a lavorare insieme ma lo stesso numero uno di Unipol, riferendosi all’imminente rinegoziazione dell’accordo, aveva
aggiunto che per arrivare alla firma «bisognerà essere in due». «Per quanto mi riguarda, ci sono tutti i presupposti per proseguire la collaborazione», aveva spie-
gato aggiungendo che «se sarà così, ne saremo felici, altrimenti eserciteremo la nostra put a scadenza e con quanto incassato faremo altre cose». La put cui
si riferiva Cimbri fa parte degli accordi firmati con FonSai nel 2007 che prevedono l’obbligo del Banco Popolare di acquistare il 50% di Popolare Vita in mano
alla compagnia di Bologna a un prezzo pari alla valorizzazione della stessa sulla base dell’appraisal value. Cifra che dovrà essere calcolata con precisione da
un consulente indipendente ma che potrebbe raggiungere anche i 700 milioni. Unipol partirà quindi probabilmente proprio da questo valore per ridefinire i
termini dell’accordo, tentando di spuntare magari qualche punto in più a suo favore. Si vedrà.
L’intenzione delle parti, in ogni caso, sarebbe quella di rinnovare la partnership per altri cinque anni, allineando così la durata a quella che il gruppo assicurati-
vo francese Covéa ha in piedi con la Popolare di Milano, in via di fusione con il Banco e che arriverà a scadenza nel 2021.
Prima di allora, a giugno 2017, ci sarà però da ridiscutere anche gli accordi con Aviva, con cui il Banco ha in piedi una partnership Danni e una Vita (Avipop). (riproduzione riservata)
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