Il mercato della mobile health si è rapidamente evoluto negli ultimi anni: attualmente nel mondo sono disponibili più di 100.000 app dedicate alla salute. Sono sempre più diffusi strumenti come braccialetti contapassi, lenti a contatto smart capaci di misurare il livello di glucosio nel sangue o gli smartwatch, che sanno dove andiamo, quanto velocemente ci muoviamo, e quando e quanto dormiamo.
Secondo l’ultima ricerca firmata UniSalute, tuttavia, sembra che gli italiani non siano ancora pronti per passare all’e-health: solo l’8% degli intervistati ritiene utili app e weareable legati alla salute, il 13% li ritiene utili ma non sostituibili ai normali controlli medici, il 19% ritiene che non siano affidabili e addirittura l’80% non ne conosce l’esistenza.
In realtà attraverso questi sistemi di monitoraggio si potrebbero invece ottenere grandi vantaggi: i medici potrebbero controllare a distanza e in tempo reale i parametri vitali dei loro pazienti e intervenire in caso di anomalie, mentre i pazienti potrebbero interagire virtualmente con gli specialisti che li hanno in cura, ponendo domande su dati poco chiari o preoccupanti. Nonostante tutto ciò, ad oggi le app più apprezzate dagli intervistati italiani sono quelle legate al mondo dello sport, come il controllo dei battiti cardiaci (25%) o quelle più legate alla forma fisica, come quelle che segnalano le calorie giornaliere consumate (22%). Passano in secondo piano le app che tengono sotto controllo i valori mentre si dorme, ritenute utili per il 13% degli intervistati.
Gli italiani tuttavia riconoscono che l’utilizzo delle app potrebbe dare un grande aiuto in campo medico, soprattutto per quanto riguarda la ricerca (43% degli intervistati), nella telemedicina e nel monitoraggio a domicilio per i non autosufficienti (24%) e nella realizzazione di macchinari medici per esami o operazioni (18%).
Secondo Fiammetta Fabris, Direttore Generale di UniSalute, “i vantaggi derivanti dall’utilizzo di nuovi sistemi elettronici in campo medico sono molteplici. Oltre a quelli sopra descritti, non è da sottovalutare l’aspetto economico: secondo una recente ricerca di CSVHealth (azienda con oltre settemila farmacie negli Stati Uniti), sfruttando le potenzialità dei wearable e delle app e migliorando il monitoraggio e la comunicazione, il loro utilizzo consentirebbe di risparmiare nella spesa per l’acquisto di medicinali, potendo investire il denaro risparmiato ad esempio nel miglioramento delle infrastrutture ospedaliere e nell’acquisto di strumenti per le diagnosi”.