di Antonio Lusardi
Cento miliardi di sterline in più nel mese di agosto, per un totale di 710 miliardi di sterline. Sono queste le cifre del deficit dei fondi pensione del Regno Unito, secondo l’indice Skyval di PricewaterhouseCoopers, che tiene conto di oltre 6 mila programmi previdenziali britannici. Una forchetta, quella tra gli asset dei fondi e i loro impegni verso i pensionati, che si è impennata all’indomani del voto sulla Brexit dello scorso giugno. Le decisioni della Bank of England seguite al voto, ovvero taglio dei tassi e acquisto di bond, hanno ridotto all’osso i rendimenti delle obbligazioni, che costituiscono l’asset principale dei fondi pensione. «Si sta profilando un problema di liquidità», ha detto Raj Mody, responsabile pensioni di Pwc in un’intervista a Bloomberg. «Di questo passo le aziende potrebbero dover tagliare i dividendi per sostenere i loro fondi pensione». Alcune società hanno già annunciato che difficilmente riusciranno a pagare ai loro azionisti le cedole previste. Perfino un gigante come BT ha lanciato l’allarme sul deficit del fondo previdenziale per i suoi dipendenti, che potrebbe obbligare a ridurre dividendi e investimenti. Le conseguenze hanno già iniziato a farsi sentire sui mercati azionari, con almeno un fondo che ha venduto i suoi titoli di aziende britanniche come BT e Bae proprio per le preoccupazioni sul deficit pensionistico.
La situazione potrebbe anche peggiorare, in caso la BoE procedesse a un ulteriore taglio dei tassi d’interesse, spingendo in basso i rendimenti dei bond, già ai minimi storici. Proprio dal capo economista della Bank of England, Andy Haldane, è arrivato un consiglio sugli investimenti che sta già scatenando polemiche. «Dovrebbe essere un fondo pensione», ha detto Haldane al Sunday Times che gli chiedeva quale fosse il miglior investimento al momento, «ma in realtà è una proprietà immobiliare». (riproduzione riservata)
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