di Andrea Pira
La commissione Finanze del Senato ha dato parere favorevole, ma con alcune osservazioni, al decreto sui bugiardini per la trasparenza dei prodotti finanziari, bancari e assicurativi complessi. Le obiezioni riguardano i compiti assegnati alle autorità nazionali di vigilanza e la necessità di garantire l’iter del
provvedimento, nonostante lo stop del Parlamento europeo al decreto attuativo delle nuove norme comunitarie per migliorare la chiarezza
delle informazioni agli investitori (i cosiddetti Kid), uniformando allo stesso tempo in tutta l’Unione europea il trattamento riservato a
tali prodotti. Il decreto legislativo recepisce nell’ordinamento italiano il regolamento approvato dalla Commissione Ue alla fine del
2014, che sarebbe dovuto entrare in vigore il primo gennaio 2017, ma ora rischia un rinvio in attesa che Bruxelles formuli nuovi standard
tecnici che soddisfino gli europarlamentari. Per i senatori della commissione presieduta da Mauro Maria Marino l’esecutivo dovrebbe valutare alcune modifiche al testo. La prima riguarda la necessità di evitare che, così come scritto, il provvedimento possa «limitare il raggio dell’attività» di Consob, Ivass e Banca
d’Italia. Nell’attuale formulazione infatti alle authority sono attribuiti i soli «poteri d’indagine». Il parere della commissione chiede
pertanto al governo di precisare che tali poteri siano in modo esplicito anche di vigilanza, garantendo ai tre organismi di verificare che
consulenti, venditori e chi progetta questi strumenti complessi rispettino gli obblighi previsti dal regolamento. La commissione si è premu-
rata anche di ricordare che la bocciatura inflitta dall’Europarlamento alle regole per scrivere i documenti semplificati non comporterà ne-
cessariamente ritardi rispetto all’entrata in vigore del decreto varato dal governo Renzi.
Gli effetti saranno neutri. Gli europarlamentari hanno ritenuto che la modalità di calcolo degli scenari di rendimento non presti attenzione al
rischio di perdite per gli investitori e che quindi le informazioni possano essere «imperfette e fuorvianti». Senza la normativa secondaria
anche il regolamento difficilmente arriverà al traguardo entro l’anno. Il decreto bugiardini ha però tempi d’approvazione tassativi, imposti
dalla legge di delegazione europea. In più l’applicazione è legata all’entrata in vigore della norma europea (oggi stabilita al 31 dicembre
2016). Qualora cambi una data, cambierà anche l’altra, in automatico. Ma intanto l’Italia avrebbe già recepito il regolamento. Una terza
categoria di osservazioni riguarda le sanzioni.
Per i senatori sarebbe bene precisare che la percentuale per calcolarle si applica al fatturato dell’ultimo bilancio approvato. Inoltre la
Commissione chiede una più ampia tutela per il whistleblowing, ossia per chi denuncia le violazioni. (riproduzione riservata)
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