I Lloyd’s, così come altre compagnie saranno probabilmente costrette a trasferire parte delle loro attività nell’UE se non riescono ad accedere al mercato unico in seguito alla decisione dei cittadini britannici di uscire dall’Unione. Lo ha detto il presidente dei Lloyd’s John Nelson.
“Se non otteniamo l’accesso al mercato unico UE, quello che accadrà e che quegli affari verranno sottoscritti a da altre imprese in Europa continentale”, ha detto Nelson in un’intervista alla BBC Radio 4. “Quindi, in un certo senso, chi perde non saranno per forza i Lloyd’s o il settore assicurativo. Purtroppo a perdere sarà Londra”.
Il settore sta studiando piani di emergenza sin da prima dell’esito del referendum. I Lloyd’s avevano ipotizzato che la brexit avrebbe messo a rischio 34.000 posti di lavoro nella City.
L’accesso al mercato unico e il passporting sono fondamentali per il mercato londinese così come per tutto il settore finanziario e un prolungato periodo di incertezza potrebbe costringere i soggetti ad agire.
“Se non vedremo una chiara direzione di lavoro, dovremmo invocare il nostro piano di emergenza e questo potrebbe significare spostare attività”, ha detto Nelson.
L’UE rappresenta circa l’11% dei 25 mld di sterline di premi raccolti dai Lloyd’s, che tuttavia non intendono spostare la sede principale.