di Anna Messia
Unipol sistema un altro tassello dei crediti deteriorati di Unipol Banca cedendo a Jp Morgan un pacchetto di non performing loan (npl) per 55 milioni. L’operazione è stata firmata a luglio ed è avvenuta con una cessione pro soluto di tre posizioni creditizie per un totale appunto, di circa 55 milioni.
Una transazione che ha consentito al gruppo assicurativo guidato da Carlo Cimbri di incassare 30 milioni, con una modesta ripresa di valore rispetto alle svalutazioni già portate nel bilancio 2014. E non è stata l’unica operazione di Unipol Banca di intervento sugli npl. A inizio agosto c’è stato anche l’incasso di un altro credito, per 11,7 milioni, che ha portato quindi la manovra complessiva a 66,5 milioni. Crediti che rientravano tutti nell’accordo di indennizzo, quello partito nel 2011, con il quale Unipol Banca ha di fatto trasferito a Unipol il rischio connesso alle esposizioni che rientravano nel contratto. Copertura che a fine 2014 ammontava complessivamente a 908 milioni, per lo più riferito a controparti immobiliari, dopo che l’anno scorso la compagnia di Bologna aveva deciso di stanziare altri 196 milioni. Unipol , in pratica, si è impegnata a corrispondere alla banca capitale e interessi che l’istituto non riuscisse a incassare dopo tutte le possibili azioni di recupero. Una cintura protettiva che ha consentito a Unipol Banca di raggiungere, a giugno scorso, una percentuale di copertura dei crediti deteriorati del 42%, in linea con la media di mercato. E per quell’impegno la compagnia ha incassato una remunerazione trimestrale dello 0,75% che nel 2014 è stata complessivamente di 18,5 milioni e a giugno si sono aggiunti altri 13,8 milioni.
A questo punto l’intenzione del management della banca guidata da Stefano Rossetti è chiaramente quella di migliorare la gestione e ridurre il peso degli npl, anche alla luce delle indicazioni arrivare dalla Banca d’Italia dopo l’ispezione chiusa inizio anno, anticipata da MF-MilanoFinanza il 10 luglio. Via Nazionale aveva evidenziato in particolare che «il deterioramento di parte significativa di finanziamenti concessi in passato ha pesato sul costo del rischio del credito, con conseguente difficoltà della banca a generare margini coerenti con gli esistenti oneri di struttura», aggiungendo però che i rischi sono «mitigati dall’appartenenza di Unipol Banca a un primario gruppo che ha costantemente assicurato il necessario supporto patrimoniale e finanziario». Per affrontare il nodo degli npl l’anno scorso Unipol ha anche deciso di chiamare in campo Fsb, società specializzata nella valutazione, due diligence e servicing di portafogli di crediti a incaglio e sofferenza. Alla società più in particolare è stata assegnata la gestione di un portafoglio di 600 milioni, con l’obiettivo di ottimizzare i risultati e soprattutto di aumentare l’efficacia e la redditività del recupero. Oltre a questo va ricordato che nel bilancio 2014 Unipol Banca ha contabilizzato svalutazioni e rettifiche complessive per circa 450 milioni, dopo l’intervento di oltre 600 milioni già effettuato nel 2013. Insomma, la manovra di pulizia sul passato è a buon punto e per quanto riguarda al futuro c’è stata un’accelerazione allo sviluppo, dopo la chiusura del bilancio semestrale con un utile netto di 4 milioni.
A luglio il cda della banca ha approvato il nuovo piano industriale 2016-2017 che ha aggiornato il precedente 2014-2017 focalizzandosi su tre obiettivi: migliorare il presidio dei rischi, ottimizzare ulteriormente la struttura dei costi e rilanciare i ricavi commerciali core, lavorando per esempio sul cross selling. Manovre autunnali che potrebbero preparare al meglio Unipol Banca in vista del risiko bancario che si aprirà nei prossimi mesi. Cimbri, in più occasioni, ha ribadito che Unipol Banca è pronta a prendervi parte, anche se non a tutti i costi. La Banca oggi è in sicurezza con «una solida base patrimoniale, un tasso di copertura delle sofferenze allineato con la media del sistema e segnali positivi nella gestione», aveva sottolineato dicendosi interessato a un’integrazione che abbia senso strategico. (riproduzione riservata)