di Anna Messia
La riforma dei promotori finanziari ieri è approdata finalmente in aula. Poi ci ha pensato il disegno di legge sulle riforme costituzionali, dopo la riunione pomeridiana dei capigruppo, a scombussolare il programma modificando il calendario del Senato e accendendo il dibattito proseguito fino a tarda serata.
Ma il disegno di legge sul nuovo albo dei consulenti finanziari ha messo ufficialmente piede in aula. Ieri in mattinata la senatrice Lucrezia Ricchiuti aveva avuto il tempo di presentare la riforma, già approvata dalla commissione Finanze, che prevede la razionalizzazione del sistema di vigilanza sui promotori finanziari e sui consulenti finanziari, con modifiche conseguenti al testo unico della finanza. Una proposta che è composta da un unico articolo, d’iniziativa del senatore Mauro Maria Marino, che in commissione è stato modificato con un emendamento presentato appunto dalla senatrice Ricchiuti interamente sostitutivo del ddl. Il testo prevede l’istituzione di un albo unico gestito da un solo organismo con personalità giuridica di diritto privato. Un albo che si articola in tre distinte sezioni che variano a seconda del tipo di attività svolta dagli iscritti: i consulenti finanziari abilitati all’offerta fuori sede (attuali promotori finanziari); persone fisiche consulenti finanziari indipendenti (attuali consulenti finanziari) e società di consulenza finanziaria. Un riassetto che il settore attende da anni anche perché consentirebbe al nuovo organismo, con la trasformazione dell’attuale Apf, di vigilare sulla categoria, con la supervisione della Consob, e di avere finalmente la stessa struttura dell’Oria (gli intermediari assicurativi) e dell’Oam (l’albo degli agenti e dei mediatori creditizi) nati dopo l’attuale Afp ma già con il potere di vigilare sugli iscritti. Come dire che la professione avrebbe il riconoscimento del lavoro svolto negli anni. «La speranza è che il disegno di legge sia votato rapidamente, pure alla Camera, anche perché c’è già la condivisione di tutti», dice Ricchiuti a MF-Milano Finanza. Il ddl uscito dalla commissione è in effetti il frutto di un confronto andato avanti a lungo e chiarisce anche importanti aspetti organizzativi del nuovo organismo. Si stabilisce, per esempio, che il nuovo ente «si avvarrà del proprio personale e di un contingente, anche con la qualifica dirigenziale posto in posizione di distacco, comando o altro analogo istituto, da amministrazioni pubbliche, incluse le autorità amministrative indipendenti», e al termine del periodo di distacco il personale potrà a richiesta essere immesso nell’organico dell’organismo.
A stabilire i principi e i criteri secondo i quali il nuovo ente opererà, sarà la Consob, con proprio regolamento e sotto la sua vigilanza. Entro sei mesi dal regolamento della commissione, la Consob e l’organismo stabiliranno poi con un protocollo di intesa «le modalità operative e i tempi di trasferimento delle funzioni, gli adempimenti occorrenti per dare attuazione al nuovo assetto statutario e organizzativo, nonché le attività propedeutiche connesse all’iscrizione con esonero dalla prova valutativa». Un ddl che ha la condivisione del governo e che «potrebbe essere utilizzato per dare attuazione alla legge di delegazione europea pubblicata in Gazzetta Ufficiale in agosto che all’articolo 9 ha impegna l’esecutivo ad apportare modifiche alla legge sul risparmio per assegnare al nuovo organismo la tenuta dell’albo e i poteri di vigilanza e sanzionatori», ha concluso Ricchiuti. (riproduzione riservata)