di Paola Valentini
È ancora boom a luglio per l’industria del risparmio gestito che ha messo a segno una raccolta netta di 15,3 miliardi, vicino al record toccato nel marzo scorso (+18,8 miliardi) e in aumento rispetto ai 13,8 miliardi del precedente mese di giugno. Ma soprattutto si tratta di un dato che permette al sistema di toccare nei sette mesi flussi netti per 75,7 miliardi, superando di gran lunga quelli messi a segno in tutto il 2013, ovvero 62 miliardi.
In base ai dati di Assogestioni, continua la forte spinta dei fondi aperti che nel mese hanno fatto la parte del leone nella raccolta totale con 11,2 miliardi, il che permette di arrivare a un saldo da inizio anno di 53,9 miliardi superando anche in questo caso il totale dei flussi realizzati dagli aperti del 2013 pari a 45,9 miliardi.
Non si registrava un dato così elevato dal 2000.
Si conferma sempre la supremazia dei prodotti esteri, anche se quelli italiani si difendono bene perché le banche sono tornate a puntare sulla raccolta fondi. A luglio i fondi di diritto italiano hanno ottenuto 4,4 miliardi, quelli esteri 6,8 miliardi, numeri che portano il saldo rispettivamente a 19,7 e 34,2 miliardi da inizio anno a fine luglio. A completare i dati di racccolta ci sono i mandati istituzionali che nel mese hanno attirato 2,9 miliardi, mentre le gestioni patrimoniali retail hanno apportato 700 milioni e i fondi chiusi 465 milioni.
Raccolta ed effetto performance hanno spinto le masse complessive a un nuovo massimo storico appena sotto 1.480 miliardi. Il 54% di queste masse è rappresentato da gestioni di portafoglio, tra le quali spiccano i mandati istituzionali (698 miliardi), seguono le gestioni retail a quota 105 miliardi. Tra le gestioni collettive dominano i fondi aperti con 635 miliardi.
Quanto alle singole categorie di fondi aperti, da rilevare la ripresa del comparto degli azionari che ha chiuso il mese con 2,5 miliardi, pari a 6,7 miliardi da inizio anno.
Continua il buon andamento dei flessibili, segno che in questo momento i sottoscrittori dei fondi puntano a prendere rischi più calcolati dando carta bianca ai gestori per cambiare l’asset allocation tramite appunto questi comparti. Dall’inizio dell’anno i flessibili hanno ottenuto 28,1 miliardi.
Si conferma sempre positivo l’andamento degli obbligazionari, nonostante il ribasso dei tassi. La categoria ha raccolto 3,2 miliardi portando il totale da inizio anno a 16,2 miliardi. Dal canto loro i bilanciati hanno ottenuto 1,2 miliardi, pari a 6,1 miliardi da gennaio. Segno meno, invece, per i monetari, che di fronte a tassi ai minimi non riescono a brillare quanto a rendimenti: la loro raccolta è risultata in rosso per 263 milioni nel mese e per 4,5 miliardi da gennaio.
Sul fronte delle singole società di gestione da menzionare il brillante risultato del gruppo Intesa Sanpaolo con 5 miliardi di raccolta netta, di cui 4,3 relativi a Eurizon Capital e quasi 700 milioni a Banca Fideuram. Segue Pioneer (Unicredit) con 2,2 miliardi, le Poste con 964 milioni e Anima holding con 810 milioni. Tra gli esteri spiccano i 745 milioni raccolti da Deutsche Asset and Wealth Management, seguita da Invesco con 706 milioni e Jp Morgan Asset Management con 609 milioni. Si conferma anche nel mese di luglio dunque il momento positivo di raccolta per questi tre gruppi che risultano ai primi posti per flussi netti anche da inizio 2013, ovvero da quando l’industria del risparmio gestito è tornata a vedere numeri positivi. (riproduzione riservata)