di Roberta Castellarin e Paola Valentini
Dopo 14 anni dall’acquisizione di Pioneer, Unicredit fa una nuova mossa creando un maxi polo europeo dell’asset management insieme a Santander. L’obiettivo è dare vita a un colosso del risparmio gestito da 350 miliardi di euro di asset in gestione. D’altronde proprio questo settore sta dando una grande mano alle banche italiane nella generazione di commissioni.
Come dimostra un’analisi effettuata da MF-Milano Finanza sulle relazione semestrali dei principali istituti di credito. Negli ultimi 12 mesi il peso delle commissioni di negoziazione, gestione e consulenza sul totale delle commissioni nette è cresciuto. Finché il credito non riparte il mondo del risparmio è oro per le banche.
Così dopo anni in cui il settore era trascurato ora torna in primo piano, come rivelano anche i dati di Assogestioni che toccano di mese in mese nuovi record di raccolta. «In base alle nostre stime, quasi l’80% della raccolta netta in fondi comuni nel primo semestre è da ricondurre alla clientela retail con volumi in linea con quelli del 2013 grazie al rafforzamento della distribuzione bancaria, che ha compensato la riduzione dei volumi raccolti dalle reti di promotori», spiega Vincenza Di Lorenzo nella newsletter Atlante di Prometeia. Secondo l’analisi di Prometeia la ripresa del collocamento di strumenti di risparmio gestito è da ricondurre a un insieme concomitante di condizioni favorevoli: bassi tassi monetari, aumento dell’appetito al rischio e andamenti mediamente positivi dei mercati, elevata liquidità, bassa domanda e offerta di credito all’economia e, pertanto, livelli contenuti di raccolta attraverso strumenti di emissione bancaria alla clientela.
Una conferma del fenomeno si trova nelle semestrali delle principali banche.
Si legge nella relazione di Intesa Sanpaolo: «L’attività di gestione, intermediazione e consulenza finanziaria, che ha tratto vantaggio dalla positiva intonazione dei mercati finanziari e dal notevole impulso fornito dal risparmio gestito, ha complessivamente generato commissioni nette per 1.742 milioni, in espansione di 298 milioni (20,6%) rispetto al primo semestre del 2013». Il documento ricorda che a tale andamento hanno concorso le gestioni patrimoniali, la distribuzione dei prodotti assicurativi, le commissioni sull’intermediazione e collocamento di titoli e le altre commissioni di intermediazione e gestione.
Nel piano industriale del gruppo guidato dal ceo Carlo Messina uno spazio importante è dato al risparmio gestito ed è prevista la creazione di un polo del private banking (clienti di fascia alta e altissima), in cui confluiranno Banca Fideuram e la divisione private di Intesa Sanpaolo, di un polo dell’asset management e di un polo assicurativo, in cui saranno convogliate le polizze Fideuram Vita e Intesa Sanpaolo Vita. Nel piano, dalla fusione tra Banca Fideuram eIntesa Sanpaolo Private banking sono attesi 1,7 miliardi di ricavi nel 2017.
Anche per il Credem le commissioni nette di gruppo sono salite (+6,2% dai 205 miliardi di fine giugno 2013 ai 218 miliardi del giugno 2014) e al loro interno le commissioni di gestione e intermediazione sono cresciute del 15% passando dai 104,7 miliardi del giugno 2013 ai 120,4 miliardi dell’anno successivo, pari a un +15%. Nel contempo invece l’altra voce che compone le commissioni nette, ovvero i ricavi da servizi bancari, è scesa del 3,1% a 97,4 miliardi. «Nelle attuali condizioni finanziarie, caratterizzate da rendimenti di riferimento sempre più contenuti e dalla contenuta potenzialità di espansione del credito, la banca ha preferito assecondare le aspettative della clientela mediante il collocamento di prodotti indiretti prevalentemente riconducibili al comparto del risparmio gestito», si legge nella semestrale del Credem.
Ci sono poi i numeri di Assogestioni che rivelano quanto sia in espansione il settore. Un trend destinato a continuare, visto che i fondi non devono più preoccuparsi della concorrenza dei conti di deposito, che fino a due anni fa offrivano rendimenti così allettanti da risultare quasi imbattibili. Proprio dagli ultimi dati di Assogestioni si scopre che l’industria italiana del risparmio gestito ha sfondato quota 1.500 miliardi. A fine agosto gli asset under management hanno raggiunto 1.510 miliardi grazie a una raccolta netta che nel mese è risultata ancora una volta positiva per 12,6 miliardi di euro (15,2 miliardi a luglio). Da inizio anno quindi il bilancio è positivo per 88,3 miliardi di euro. Si conferma ancora una volta la supremazia dei fondi aperti con una raccolta che ad agosto è stata di 7,6 miliardi pari a 61,5 miliardi negli otto mesi. Ma i numeri rivelano anche che stanno cambiando gli equilibri nel settore. A fronte di una crescita record di raccolta da parte delle reti di promozione finanziaria, restano più indietro le private bank. (riproduzione riservata)