Quanti soldi possiede in banca un under 35? Non più di 5 mila euro, e quasi un terzo di loro (27,37%) non supera la fatidica soglia dei 1.000 euro. Sono i dati dell’ultima ricerca dell’Osservatorio SuperMoney, portale online per il confronto dei conti correnti, che ha proseguito la sua indagine sulla capacità di spesa degli italiani in tempi di crisi, analizzando un campione di 10 mila richieste pervenute al sito da gennaio 2013.
Sembra quindi che nel nostro Paese si resti giovani più a lungo del normale, anche in banca. Concentrando l’attenzione sui giovani non solo si conferma il trend nazionale già rilevato nei mesi scorsi dall’Osservatorio, ma si scopre anche che oltre la metà dei correntisti under 35 (il 54,41%) ammette di avere un’operatività bancaria bassa, ovvero di usufruire solo dei servizi base dai quali è esclusa, ad esempio, la carta di credito.
La giacenza media sul conto corrente dei consumatori più giovani ammonta a 4.788,47 euro, con picchi diversi da regione a regione. Gli under 35 con il conto più pingue sono quelli delle Marche (6.644,03 euro), mentre quelli più sfortunati si trovano in Molise (1.632,36 euro).
Se si guarda alla percentuale di chi dichiara di avere poco denaro a disposizione sul proprio conto, è la Valle d’Aosta la regione che guida la classifica negativa, con ben il 40% di correntisti under 35 e under 1.000 euro. In posizione speculare troviamo invece il Trentino-Alto Adige, con il 20,69%.
“I dati su under 35 e conti correnti purtroppo non ci sorprendono – commenta Andrea Manfredi, Amministratore Delegato di SuperMoney – Come si potrebbe, del resto, richiedere una carta di credito se non si può offrire alla banca alcuna garanzia sul proprio reddito? Già la nostra ricerca di aprile aveva fotografato una situazione difficile per gli italiani, costretti ad attingere ai propri risparmi per le spese quotidiane. Abbiamo voluto tuttavia concentrarci sui giovani, rispetto ai quali tanto si dice e poco si fa. Forse – conclude Manfredi – sarebbe ora di rimettere mano seriamente alle politiche del lavoro: allora sì, che i conti correnti di giovani e meno giovani tornerebbero a ispirare sicurezza”.