Pagina a cura di Lucia Basile   

La Gestione separata Inps non è materia riservata. Gli adempimenti relativi ai professionisti e committenti iscritti alla Gestione separata non sono disciplinati dall’art. 1 della legge 12/79 e pertanto non costituiscono materia riservata. Lo ha ribadito l’Istituto nazionale di previdenza nella circolare n. 126 del 7 agosto scorso.

Come riportato dalla stampa specializzata (si veda ItaliaOggi del 3 novembre 2012) il presidente nazionale tributaristi Lapet Roberto Falcone era già intervenuto sulla materia, rispondendo alle critiche mosse dal Consiglio nazionale dei consulenti del lavoro circa la presunta illegittimità dell’accordo di collaborazione sottoscritto tra l’Inps e i Tributaristi in data 24 ottobre 2012. Nello specifico il presidente Falcone affermava: «Ci meraviglia questa presa di posizione circa la presunta violazione della legge 12/79. In particolare non è da ritenersi violato assolutamente l’art. 1 della stessa legge che, in modo chiaro, si riferisce esclusivamente ai lavoratori dipendenti. Il fatto che, per motivi di natura fiscale o amministrativa i collaboratori sono assimilati ai lavoratori dipendenti, non cambia il loro status giuridico di lavoratori autonomi che, in quanto tali, sono privi di quel vincolo di subordinazione caratteristico dei lavoratori dipendenti. Peraltro, il fatto che i co.co.pro. versano i contributi previdenziali alla Gestione separata Inps è una ulteriore conferma alle nostre tesi. Pertanto, ribadisco l’assoluta legittimità dell’accordo siglato tra Inps e Lapet».

Coerentemente con questa posizione, il presidente Falcone rifiutava addirittura di firmare un accordo integrativo, che invece fu sottoscritto dalle altre sigle di tributaristi, proposto dall’Inps il 6 dicembre 2012, nel quale si facevano rientrare gli adempimenti degli iscritti alla Gestione separata nella riserva di cui alla legge 12/79. «Oggi», risponde Falcone, «l’Inps dà ragione alle nostre argomentazioni. D’altra parte le norme in materia sono molto chiare».

Circa la presunta illegittimità dell’accordo di collaborazione tra l’Inps e i Tributaristi, Roberto Falcone ha aggiunto: «Grazie all’approvazione della recente legge 4/2013, si sta diffondendo una nuova cultura secondo la quale il riconoscimento non è più necessariamente legato all’istituzione di un ordine professionale ma alla normativa Uni e quindi alla certificazione professionale. La normazione, infatti, che per i tributaristi, è giunta in fase di inchiesta pubblica finale, rappresenta soprattutto una forma di tutela per i consumatori e di garanzia ai fini della trasparenza del mercato dei servizi professionali oltre che per gli stessi professionisti. Vogliamo che si realizzi in Italia un mercato professionale libero che possa mettere in condizione l’utente di scegliere il professionista più qualificato. E i nostri associati lo sono. La Lapet infatti, in quanto iscritta presso il Ministero dello sviluppo economico, nell’elenco delle associazioni di cui all’art. 2, comma 7 legge 14 gennaio 2013 n. 4, può rilasciare agli iscritti l’attestato di qualità professionale ai sensi degli artt. 7 e 8 della citata legge».