di Andrea Di Biase
Palladio Finanziaria, la società attiva nel private equity guidata da Roberto Meneguzzo e Giorgio Drago, ha chiuso il primo semestre dell’esercizio 2013 con un utile netto di 11 milioni. Si tratta di un ritorno al profitto per la finanziaria vicentina, che aveva archiviato il 2012 con una perdita di circa 45 milioni determinata dalle perdite su partecipazioni (principalmente l’investimento in Fondiaria-Sai) per 26 milioni e dagli accantonamenti al fondo rischi e oneri per altri 15,8 milioni.
Lo scorso anno Palladio, che assieme al fondo Sator di Matteo Arpe aveva avanzato una proposta alternativa a quella di Unipol per FonSai, aveva acquisto circa il 5% della compagnia. Quota che è stata alienata sul mercato nel corso dell’aumento di capitale e ricostituita parzialmente (attualmente Palladio ha il 2%) sottoscrivendo parte dei diritti d’opzione. Un investimento, ormai di natura puramente finanziaria, che ora, alla luce della ripresa di valore del titoloFonSai, sta cominciando a dare frutti, considerato che i titoli sottoscritti in aumento di capitale sono in carico al valore unitario di 1 euro a fronte di una quotazione di mercato di 1,67 euro. Dopo le tensioni dello scorso anno sulla vicenda FonSai e gli strascichi che hanno riguardato anche le Generali (Palladio ha investito nel Leone tramite Ferak e Effeti), oggi il management punta a recuperare l’immagine di operatore di private equity a vocazione nazionale (e in parte anche internazionale) che il confronto con Unipol e Mediobanca, con il polverone mediatico che ne era seguito, aveva fatto passare in secondo piano. L’accordo, sottoscritto nel mese di luglio con Intesa Sanpaolo, che si appresta a entrare nel capitale di Palladio con una quota di poco inferiore al 5%, rappresenta, anche simbolicamente, un nuovo inizio. Nessuna velleità di costituire un nuovo salotto o un alternativa ai vecchi salotti, ma una partnership che arricchisce invece il panorama di istituti bancari già presenti nel capitale della società (Veneto Banca, Banco Popolare e per una quota minima Mps). Nell’operazione che si concretizzerà a breve, Intesa ha valutato il 100% di Palladio circa 500 milioni.
Le tensioni sembrerebbero essersi stemperate anche con la Fondazione Crt, partner di Palladio in Effeti. La partecipazione nelle Generali dunque rimarrà custodita nel veicolo, puntando su un ulteriore apprezzamento del titolo del Leone grazie al lavoro del nuovo group ceo Mario Greco. (riproduzione riservata)