Due anni e otto mesi di reclusione e ventimila euro di multa: è la pena patteggiata ieri da Giulia Ligresti nell’inchiesta Fonsai. La proposta è stata accolta dal tribunale di Torino.
E’ stata anche concordata la confisca di quote immobiliari della società Pegaso e di polizze assicurative riconducibili a Giulia Ligresti, che si trova ai domiciliari a Milano. L’ammontare non è stato quantificato nel corso dell’udienza, ma secondo fonti vicine all’indagine è nell’ordine di alcuni milioni.
Ora dovranno essere discusse le modalità con cui la pena dovrà essere scontata: detenzione domiciliare o affidamento a un lavoro socialmente utile.
La scelta di patteggiare fatta da Giulia Ligresti rappresenta un unicum nell’inchiesta, possibile in virtù del ruolo non operativo avuto in Fondiaria Sai e per le ammissioni che avrebbe fatto nel corso degli interrogatori. Risulta difficile che tale scelta venga effettuata dagli altri protagonisti dell’inchiesta.
I pm non hanno ancora interrogato Salvatore Ligresti per motivi di salute ma l’interrogatorio dovrebbe avvenire entro la fine di settembre, probabilmente allo stesso domicilio dell’ex presidente di Fonsai.
Il 27 settembre prossimo invece i magistrati Nessi e Gianoglio si recheranno a Lugano in Svizzera per sentire via rogatoria internazionale Paolo Ligrest. Restano per ora in carcere Jonella Ligresti ed Emanuele Erbetta (ex amministratore delegato di Fonsai), mentre sono ai domiciliari Fausto Marchionni (ex ad) e Antonio Talarico (ex vice presidente).
Da quest’ultimo, secondo quanto appreso, non sta arrivando alcuna ammissione o collaborazione con i magistrati.
L’inchiesta nel frattempo prosegue e procede parallelamente a quella del pm di Milano Luigi Orsi.
I contatti tra i magistrati di Torino e del capoluogo lombardo sono continui ma i fascicoli restano separati.
Proseguono le audizione di persone sentite come informate sui fatti. Lunedì è toccato a Piergiorgio Peluso, ex direttore generale di Fonsai. Peluso, figlio del ministro Giustizia, Annamaria Cancellieri, è stato ascoltato dai pm per verificare alcune dichiarazioni rese dagli indagati in interrogatorio.