di Andrea Di Biase 

Effeti, la società partecipata dalla vicentina Ferak (50,1%) e dalla Fondazione Crt (49,9%) cui fa capo il 2,1% delle Assicurazioni Generali, ha chiuso l’esercizio 2012 con un utile netto di 6,85 milioni, in miglioramento rispetto ai 4,58 milioni del 2011.

Un risultato che ha permesso la distribuzione agli azionisti di un dividendo di 3,25 milioni. Nonostante l’accesa dialettica tra i due soci che ha caratterizzato i mesi precedenti l’approvazione del bilancio, tanto che si era addirittura parlato di una possibile scissione di Effeti, la società è riuscita comunque a migliorare la propria performance operativa, pur a fronte di un minor dividendo incassato dalla compagnia triestina. Nel corso del 2012, infatti, le Generali hanno distribuito una cedola di 0,2 euro per azione, mentre quella pagata nel 2011 a valere sull’esercizio 2010 era stata di 0,45 euro per ciascun titolo. Per Effetti questo si è dunque tradotto in un incasso di 16,1 milioni nel 2011 e di 6,8 milioni nel 2012. Ciò non ha impedito alla società di chiudere l’esercizio con un utile in crescita. L’attività di negoziazione e copertura sul titolo Generali (l’unico in portafoglio) ha infatti consentito a Effeti di realizzare profitti dalla compravendita di opzioni put e call per circa 43,7 milioni, cui hanno fatto fronte perdite per 34,6 milioni. Il saldo è stato dunque positivo per 9,1 milioni, che si sono così andati ad aggiungere ai 6,8 milioni incassati come dividendo dal Leone. Effeti ha poi incassato interessi attivi per 1,7 milioni grazie all’attività di prestito titoli e alla remunerazione degli 83,6 milioni di liquidità depositata su un conto corrente aperto presso Veneto Banca. Complessivamente i ricavi sono stati pari a 17,7 milioni, rispetto ai 16,15 milioni del 2011, quando l’unica fonte di entrata erano stati i dividendi percepiti dalle Generali.

 

La crescita dell’utile è stata possibile anche grazie ai minori costi sostenuti nel 2012 rispetto all’esercizio precedente. Innanzitutto Effeti è riuscita a pagare meno interessi passivi sul finanziamento che le era stato concesso sempre da Veneto Banca per sostenere gran parte dell’acquisto dei titoli Generali. Il debito verso l’istituto di Montebelluna è infatti sceso di 86 milioni a 240 milioni grazie all’emissione del prestito obbligazionario da 100 milioni convertibile in azioni del Leone, che lo scorso anno è stato sottoscritto proquota da Ferak e Fondazione Crt. Allo stesso tempo Effeti e Veneto Banca si sono accordate per sostituire l’originaria linea di finanziamento con un’operazione di pronti contro termine passiva su azioni Generali del valore di 240 milioni. Oggetto dell’operazione sono 29,5 milioni di azioni del Leone, pari all’1,89%, di cui 9.054.000 (lo 0,58%) sono a disposizione e 20.446.000 (1,31%) sono date a pegno. In questo modo Effeti non solo è riuscita a ridurre gli interessi passivi, scesi complessivamente da 11,6 a 9,3 milioni, ma anche a liberare parte dei titoli concessi in garanzia alla banca. L’operazione di pronti contro termine aveva scadenza il 28 marzo 2013 e nel bilancio non viene specificato se sia stata rinnovata o meno. Nel documento si specifica tuttavia che il finanziamento originario, con le stesse garanzie in essere, sarebbe tornato in vigore alla scadenza dell’operazione di pronti contro termine.

Il raggiungimento dell’utile, sia nel 2012 sia nel 2011, è stato possibile anche grazie al mantenimento al valore di carico di 18 euro dei titoli Generali in portafoglio, nonostante alla fine dello scorso esercizio le azioni del Leone fossero ancora lontane da tale soglia. La mancata svalutazione della partecipazione nel gruppo triestino, resa possibile anche perché Effeti non redige il bilancio sulla base degli Ias, è stata giustificata anche alla luce delle prospettive del titolo dopo l’approvazione del piano strategico 2013-2015 da parte del nuovo vertice guidato dal ceo, Mario Greco.

 

L’assemblea di Effeti, tenutasi a inizio maggio, oltre ad approvare il bilancio 2012 e la distribuzione del dividendo (altri 3,25 milioni sono stati destinati alla riserva straordinaria) ha anche nominato il nuovo consiglio di amministrazione per i prossimi tre anni. Ne fanno parte il segretario generale della Fondazione Crt, Massimo Lapucci, e l’ex presidente, Andrea Comba, in rappresentanza dell’ente torinese. I soci veneti riuniti in Ferak sono invece rappresentati da Andrea De Vido (Finint) e Maurizio Casubolo (Palladio Finanziaria). De Vido è anche stato nominato presidente di Effeti in sostituzione di Comba, mentre Lapucci ha preso il posto di Roberto Meneguzzo come consigliere delegato. (riproduzione riservata)