La Costa Concordia è tornata in linea di galleggiamento, e siamo tutti felici per questo. Ma quali impatti ha avuto il naufragio all’Isola del Giglio sui conti di Costa Crociere? La nave Costa Concordia, varata il 2 settembre 2005 dalla madrina Eva Erzigova, era iscritta a bilancio per un valore di 380,4 milioni, comprese tutte le strumentazioni di bordo e i magazzini.
Per paradosso, quindi, (non contando il danno di immagine prodotto dal disastro del Giglio), ha avuto impatti diretti immediati più negativi sul bilancio, l’incidente occorso alla Costa Allegra il 27 febbraio 2012 nell’Oceano Indiano. A seguito, infatti, di quel sinistro la Costa Allegra è stata ritirata dalla flotta Costa, e successivamente venduta, producendo una minusvalenza secca di 22 milioni di euro. Gli aridi numeri non devono però cancellare il ricordo del terrore sul volto dei 4.229 passeggeri a bordo della Costa Concordia in quella tragica notte, e la memoria dei 30 morti e dei due dispersi.
Tuttavia il gruppo Costa impiega 25.149 persone, di cui oltre 23 mila a bordo delle navi e 2.135 a terra, i cui destini, propri e delle famiglie, sono legati a stretto filo con la ripresa del comparto crociere.
Nel 2012 i conti di Costa hanno subito un leggero rallentamento, con fatturato a 3,006 mld di euro (-3,5% sui 3,116 mld nel 2011), e un utile sceso a 157 mln rispetto ai 431 mln del 2011. Il patrimonio netto è comunque ben solido a 4,858 mld di euro, in crescita del 5% sui 4,629 mld del 2011. I ricavi strettamente per crociere rappresentano il 66% del totale ricavi di Costa, che poi ha pure ricavi da voli aerei e da gestioni di bordo. Nel primo trimestre del 2013 l’occupazione delle navi Costa è stata ben oltre il 90%, in linea con le previsioni, e con prospettive di ulteriore crescita, per consolidare la posizione di prima compagnia crocieristica in Italia, Francia e Germania.
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