di Carlo Giuro
La previdenza integrativa dei dipendenti pubblici si arricchisce di un nuovo attore. Dal 15 settembre è operativo Perseo, il fondo pensione destinato ai dipendenti delle regioni, delle autonomie locali, delle camere di commercio, della sanità che era stato autorizzato dalla Covip il 22 novembre 2011 con una platea di 1,3 milioni di persone. Si fornisce quindi una soluzione di copertura collettiva a una ampia platea che fino a ora poteva ricorrere unicamente a forme di previdenza integrativa esclusivamente su base individuale (fondi pensione aperti e pip). E si aggiunge un nuovo tassello al mosaico previdenziale del pubblico impiego. Al momento l’unico fondo nel pieno dell’operatività è infatti Espero, dedicato al comparto scuola. Vanno citati anche Laborfonds per i dipendenti delle pubbliche amministrazioni a carattere locale del Trentino-Alto Adige e Fopadiva della Valle d’Aosta. In rampa di lancio c’è anche Sirio, il fondo pensione destinato i dipendenti dei ministeri, del parastato, della presidenza del consiglio, del Cnel e dell’Enac. Ma come funziona Perseo? I destinatari sono tutti i dipendenti assunti con contratto di lavoro a tempo indeterminato anche a part-time, nonché tutti coloro che siano stati assunti anche a part-time con contratti di lavoro flessibili, secondo le regole vigenti, purché di durata pari o superiore ai tre mesi consecutivi. Sono ammissibili le domande di adesione a Perseo presentate da lavoratori a tempo determinato, qualunque sia la data di sottoscrizione delle stesse, a condizione che sia anteriore alla cessazione del rapporto di lavoro e che quest’ultimo sia non inferiore a tre mesi. Al momento i fondi pensione del pubblico impiego non funzionano secondo i meccanismi previsti dalla normativa previdenziale del 2007 ma in base alla normativa precedente del ’93 in tema di anticipazioni, riscatti, prestazioni. Anche in termini di agevolazioni fiscali vi sono profonde differenze (è ancora in vigore la precedente normativa fiscale con la deducibilità dei contributi pari al minore tra il 12% del reddito complessivo e i 5.164,57 euro e la tassazione delle prestazioni finali differenziata per rendite, soggette a imposizione progressiva Irpef, e capitale, soggetto invece a tassazione separata). Perseo verrà alimentato con due fonti. In primo luogo, col versamento di un contributo a carico del datore di lavoro, pari all’1% della retribuzione. L’ulteriore fonte di finanziamento è un contributo a carico di ciascun lavoratore aderente con un importo minimo pari al versamento dell’ente. Inoltre, il fondo Perseo sarà alimentato anche destinandovi il trattamento di fine servizio. I versamenti confluiscono in una contabilità aperta presso l’Inpdap, che rivaluta le somme con un tasso inizialmente calcolato sulla media dei rendimenti ottenuti da un paniere di fondi pensione, in attesa che sia messa a regime la gestione finanziaria. (riproduzione riservata)