Pagina a cura DI DUILIO LUI
Da una parte il desiderio di protezione dagli imprevisti, dall’altro quello di valorizzazione nel tempo del capitale versato. È la natura ibrida a distinguere le polizze vita da altri prodotti fi – nanziari. Un mix che potrebbe attrarre investitori interessati a tornare nel terreno degli investimenti (considerato anche che l’infl azione al 3% sta erodendo il valore dei risparmi), ma senza correre rischi eccessivi. Le soluzioni con l’ombrello. Il cappello comune delle polizze vita coinvolge prodotti anche molto diversi tra loro, creati per specifi che esigenze: così, per esempio, c’è chi le sottoscrive per garantirsi una rendita al momento di andare in pensione e chi invece per mettere al riparo i propri eredi in caso di premorienza (si parla a tal proposito di polizze caso morte). Una distinzione da tenere bene a mente quando si ha a che fare con una polizza vita è il contenuto fi nanziario della stessa, che può incidere in maniera decisiva sulle performance. Questo è limitato nelle polizze vita di Ramo I e di Ramo V, che abbinano alcuni contenuti assicurativi con l’obiettivo di crescita del capitale facendo confl uire i versamenti dei risparmiatori in una gestione separata. La maggior parte di questi prodotti, inoltre, offre un rendimento minimo garantito, e per farlo investe buona parte del portafoglio su strumenti fi – nanziari a basso rischio, come i titoli di stato emessi da paesi o società a elevato rating. L’altra faccia della medaglia è costituita dall’attesa di rendimento, che per forza di cose non potrà essere elevata. Un investimento di questo tipo, dunque, può essere indicato come parte di un portafoglio ben diversifi cato per strumenti, rischiosità e scadenze. Le polizze con maggiore contenuto fi nanziario. Sono invece caratterizzate da un maggior contenuto finanziario le polizze index-linked e unitlinked: entrambe sono legate all’andamento di un sottostante, con la differenza che le prime investono in parte in obbligazioni e per il resto in strumenti fi nanziari derivati, le seconde in fondi comuni, che possono essere interni o esterni alle compagnie che emettono la polizza. Se nel caso delle polizze index-linked il rischio è più facile da percepire, nell’ipotesi delle unit-linked molto dipende dal fondo sottostante, se investe cioè in azioni, obbligazioni societarie o titoli di stato, e di quali emittenti. Ci sono, infi ne, i Pip, Piani individuali pensionistici attraverso i quali ci si può costruire una pensione di scorta, in alternativa o in aggiunta alla sottoscrizione di un eventuale fondo pensione. I Pip sono strumenti ad adesione volontaria e conservano la libertà per il sottoscrittore di interrompere i versamenti. Costi e fi scalità. Un fattore da tenere in grande considerazione quando si investe in polizze vita (di qualsiasi genere) è relativo ai costi, mediamente più elevati rispetto ad altri prodotti fi nanziari. Le compagnie emittenti hanno l’obbligo di dichiarare nella proposta di contratto l’indicatore sintetico dei costi, ma vanno anche considerati i costi impliciti legati alla complessità degli strumenti su cui si investe, di comprensione non immediata per molti risparmiatori. Prima di scegliere, dunque, sarebbe meglio informarsi bene in merito (eventualmente con l’aiuto di un consulente), per evitare che il pressing del promotore o del bancario fi nisca con il far scegliere un prodotto il cui rendimento viene in buona parte (se non del tutto) eroso dalle commissioni. Dal punto di fi scale, le polizze sono soggetto all’aliquota unica del 20% relativa ai guadagni sugli strumenti fi nanziari, ma con una particolarità: gli utili generati dai titoli di Stato restano soggetti all’aliquota di favore del 12,50%. Un’altra eccezione è costituita dai Pip, soggetti al prelievo dell’11%, a dimostrazione del favore manifestato dal legislatore verso la creazione di una pensione complementare a quella pubblica. Infi ne, per quanto concerne le polizze vita aventi un contenuto esclusivamente protettivo (come il caso di quelle rischio morte), i premi pagati possono essere detratti nella misura del 19% entro un tetto massimo di 1.219,14 euro ogni anno. © Riproduzione riservata