di Ivan I. Santamaria
Pierluigi Bersani ha lanciato un avvertimento al governo. Nella legge di stabilità che sarà varata a metà ottobre andrà dato un segnale concreto sugli esodati. «Noi», ha detto il segretario del Pd, «siamo per una soluzione completa, ma a partire dalle soluzioni che stanno dentro a criteri già delineati, i quali però lasciano fuori migliaia di persone. Siamo anche disponibili a stabilire degli step finanziari ». Il non detto è che se il governo non agirà nella legge di bilancio, un’altra soluzione c’è già, ossia la proposta bipartisan firmata da Cesare Damiano, approvata dalla Commissione Bilancio e calendarizzata in Aula per il prossimo 8 ottobre. Il testo prevede, tra le altre cose, il ritorno per un tempo limitato a scalini che consentirebbero di andare in pensione a 59 anni di età e con 35 di contributi, ma con un calcolo completamente contributivo dell’assegno previdenziale. Il testo è fortemente osteggiato dal Tesoro e dallo stesso ministro del Welfare, Elsa Fornero, per gli elevati costi (5 miliardi) coperti con un aumento della tassazione sui giochi. Ieri il presidente della Commissione Lavoro della Camera, Silvano Moffa (Pd), ha scritto una dura lettera indirizzata proprio alla Fornero e al ministro del Tesoro Vittorio Grilli. La Commissione, ha accusato Moffa, «non può procedere all’esame di diversi filoni che riguardano le modifiche alla vigente normativa in materia di requisiti di accesso al trattamento pensionistico (testo Damiano- Dozzo-Paladini) per l’insufficienza, e in alcuni casi l’assenza, dei dati e dei chiarimenti richiesti al dicastero dell’Economia e delle Finanze». Via XX Settembre, insomma, starebbe provando a mettere i bastoni tra le ruote alla controriforma delle pensioni nicchiando sulle informazioni necessarie all’iter parlamentare. «Anche nella seduta odierna», ha scritto Moffa, «la Commissione non ha potuto disporre dei dati per procedere nei lavori e tutti i gruppi parlamentari hanno manifestato l’esigenza di intraprendere un’iniziativa formale nei confronti del governo fino ad investire della questione direttamente l’assemblea». Se la Commissione Lavoro se la prende con il governo, il capogruppo del Pdl, Fabrizio Cicchitto, se la prende con la proposta Damiano. «La grave questione degli esodati va affrontata con il massimo dell’impegno. Perché non intendiamo lasciare nessuno senza pensione e senza alcun sostegno economico. E perché il governo deve ancora definire la reale dimensione del fenomeno e, conseguentemente, dell’onere finanziario per lo Stato». Ma sulla questione delle pensioni il Pdl è spaccato. In Commissione Lavoro la proposta è stata votata anche dai deputati del gruppo, ad eccezione di Giuliano Cazzola. Il capogruppo del Pdl, Nino Foti, si è schierato a difesa della decisione di Moffa di sollecitare Grilli e Fornero a una risposta. Anche Damiano, primo firmatario della proposta, ha risposto a Cicchitto. «Noi», ha spiegato, «ci proponiamo di correggere la riforma delle pensioni per impedire che ci siano persone che rimangono per anni senza reddito. Purtroppo, nonostante le rassicurazioni del governo, questo sta accadendo già per molti lavoratori nel corso del 2012. Vorrei infine ricordare a Cicchitto che la proposta e le relative coperture attraverso la tassazione dei giochi online sono state votate all’unanimità nella commissione Lavoro». (riproduzione riservata)