di Andrea Di Biase
All’indomani della chiusura del doppio aumento di capitale di Unipol e Fondiaria-Sai da complessivi 2,2 miliardi, che venerdì 14 settembre ha visto le banche del consorzio di garanzia collocare tutto il 21,57% di FonSai rimasto inoptato, comincia a trovare credito anche tra i broker lo scenario, illustrato mercoledì 12 settembre da MF-Milano Finanza, che prevede la possibile conversione delle azioni di risparmio FonSai di categoria B in titoli ordinari. Hanno rilanciato la tesi sia gli analisti di Cheuvreux sia quelli di Banca Akros. Ma se i primi si sono limitati a indicare come possibile questo scenario in virtù del fatto che Unipol ha sborsato 135,9 milioni per rilevare a conclusione dell’aumento il 74,78% di questa nuova categoria di titoli, che i vecchi azionisti di risparmio hanno ritenuto non conveniente sottoscrivere, gli esperti di Banca Akros hanno legato la mossa del gruppo bolognese alla partita sui concambi per la fusione a quattro (Premafin, FonSai, Milano Assicurazioni e Unipol Assicurazioni) che si riaprirà nelle prossime settimane. Sulla base dello schema preliminare approvato dai cda delle quattro compagnie nel mese di giugno, Unipol Gruppo Finanziario (Ugf) avrà il 61% della nuova compagnia (Unipol-Sai), lo 0,85% sarà invece riservato agli azionisti di minoranza di Premafin, il 10,7% a quelli della Milano, mentre le minoranze di FonSai avranno il 27,45%. Questa ripartizione dei pesi, ancora non definitiva, era stata raggiunta al termine di un durissimo negoziato tra l’ad di Unipol, Carlo Cimbri, e i vertici di FonSai (l’ad Emanuele Erbetta e l’allora dg Piergiorgio Peluso, ora in Telecom). Da un lato i bolognesi puntavano a ottenere il 67% della compagnia post-fusione, mentre la controparte, anche sulla base del parere dei propri advisor (Goldman Sachs e Citi), era arrivata a indicare nel 51% la quota destinata a Ugf, lasciando così più spazio alle minoranze. In quella fase, tuttavia, a causa principalmente dell’azione di disturbo messa in atto dalla famiglia Ligresti per sabotare l’operazione Unipol, la trattativa sui concambi aveva assunto i contorni di una guerra senza esclusione di colpi, spingendo i bolognesi a porre la soglia del 61% come condizione imprescindibile per portare avanti l’operazione. Ora però che il clima sembra essersi rasserenato (anche se non è escluso che gli sviluppi giudiziari della vicenda possano acuire nuovamente le tensioni) sembra tuttavia possibile che la discussione sui concambi possa incanalarsi su binari più canonici, dove le considerazioni degli advisor e dei consiglieri indipendenti e di minoranza possano essere utilizzate non in modo propagandistico ma per giungere a un risultato di comune soddisfazione per le diverse parti in causa. Chi ha fatto proprio questo ragionamento ha interpretato così la decisione di Unipol di rafforzarsi, ancora prima della fusione, nel capitale di Fondiaria-Sai. Non solo attraverso la sottoscrizione delle risparmio B, ma anche rilevando sempre nell’ambito dell’aumento di capitale un altro 4,9% del capitale ordinario (con un esborso di circa 30 milioni), che si va ad aggiungere alla quota del 36% detenuta dalla Premafin ormai sotto il controllo di Bologna. Il rafforzamento della presa di Ugf sulla compagnia target lascerebbe intravedere infatti la possibilità di una maggiore soddisfazione delle minoranze al momento della definizione dei concambi, considerato che l’eventuale minor peso attribuito alla valutazione di Unipol Assicurazioni potrebbe essere compensato dal maggior valore assegnato alla stessa FonSai, di cui i bolognesi sono ora anche azionisti diretti con il 4,9% oltre che i principali soci di risparmio. Proprio l’eventuale conversione delle rnc B potrebbe infatti consentire ai bolognesi di salire in secondo momento alla soglia del 67% indispensabile per controllare le assemblee straordinarie della compagnia che nascerà dalla fusione. Per ora, tuttavia, si tratta solo di simulazioni fatte a tavolino dagli analisti. Prima che la partita possa entrare nel vivo dovranno essere nominati i nuovi consigli di amministrazione di Premafin, FonSai e Milano. Si comincia martedì 18, quando l’assemblea della holding, oggi controllata all’80% da Unipol, si riunirà per nominare il nuovo board. Non si conoscono invece ancora i tempi per la convocazione delle assemblee di FonSai e Milano. La società presieduta da Cosimo Rucellai e nel cui consiglio siedono ancora sia Jonella sia Paolo Ligresti avrebbe dovuto riunire l’assemblea per fine ottobre, per decidere sulle azioni di responsabilità. L’idea era dunque di integrare l’ordine del giorno anche con il rinnovo del cda. Il blitz con cui l’Isvap ha nominato Matteo Caratozzolo quale commissario ad acta per procedere alle azioni di responsabilità ha fatto venire meno la necessità di procedere immediatamente all’assemblea. Toccherà dunque al nuovo board di Premafin chiedere alla controllata di convocare in tempi stretti un’assemblea per procedere al rinnovo degli organi sociali. (riproduzione riservata)