di Andrea Di Biase
La vicenda Fondiaria-Sai approda sul tavolo del patto di sindacato di Mediobanca. Dopo la fiducia espressa all’unanimità dal consiglio di amministrazione all’amministratore delegato Alberto Nagel nella riunione del 5 settembre scorso, toccherà oggi ai grandi soci della banca d’affari essere aggiornati sul salvataggio della compagnia attraverso l’integrazione con Unipol. Oltre all’analisi dei conti dell’esercizio chiuso al 30 giugno (gli analisti si attendono un utile di circa 80 milioni) e alla conferma dei consiglieri recentemente cooptati in cda, l’assemblea del patto, che si riunirà questa mattina subito dopo la riunione del comitato esecutivo, discuterà anche del «mutamento della struttura di controllo del gruppo Fondiaria-Sai» e dei «provvedimenti assunti dall’Autorità antitrust». Almeno così recita l’ordine del giorno inviato ai grandi soci. Un passaggio apparentemente formale, dunque, visto che il regolamento del patto prevede che quando il presidente del comitato direttivo – il professionista Angelo Casò – «abbia notizia di mutamenti sostanziali nella struttura di controllo di un partecipante, provvederà agli accertamenti del caso presso il partecipante stesso». Dopodiché, una volta presi in esame i risultati di questi accertamenti, il comitato direttivo «deciderà se richiedere al partecipante di cedere l’intera sua partecipazione vincolata pro quota agli altri partecipanti al gruppo di appartenenza ». In base alle regole del patto, quindi, Unipol, cui l’Antitrust ha chiesto di uscire dall’azionariato di Mediobanca, dovrà offrire il 3,83% della banca d’affari agli altri componenti del gruppo B (quello dei soci industriali). In caso questi decidessero di non sottoscrivere le azioni, il gruppo bolognese avrebbe la possibilità di procedere alla cessione a soggetti esterni al patto. I rappresentanti del gruppo B dovrebbero inoltre decidere l’eventuale sostituto di Salvatore Ligresti (la cui carica dovrebbe essere venuta meno in virtù del passaggio di FonSai a Unipol) nel direttivo del patto stesso. Ufficialmente, dunque, nonostante l’avviso di garanzia per ostacolo all’autorità di vigilanza che ha raggiunto Nagel, l’analisi del dossier FonSai da parte del patto dovrebbe essere limitata a questi aspetti. Non sembrano infatti esserci soci intenzionati a chiedere conto all’ad della vicenda relativa al papello e al presunto patto occulto con Ligresti. Così almeno ha assicurato l’ad di Unicredit, Federico Ghizzoni, che oggi parteciperà all’assemblea del patto in rappresentanza del principale socio di Piazzetta Cuccia. Ieri intanto in Procura a Milano si è tenuto un vertice tra il pm Luigi Orsi e alcuni funzionari della Consob per fare il punto sui vari filoni dell’inchiesta sul gruppo Ligresti, tra cui la vicenda del presunto patto occulto tra il patron del gruppo e Nagel. Orsi, secondo quanto riportato dalle agenzie, intenderebbe verificare tra l’altro le modalità delle comunicazioni della banca, che ha sempre negato che di accordo si trattasse, sul foglio firmato da Salvatore Ligresti e da Nagel. L’idea è di valutare se siano state fornite al mercato informazioni fuorvianti e di contestare nel caso l’aggiotaggio. (riproduzione riservata)