di Anna Messia
Rispunta il plurimandato assicurativo nel decreto Crescita discusso ieri nel pre-Consiglio dei Ministri e che potrebbe arrivare in Cdm già venerdì. All’articolo 85 del documento di cui MF-Milano- Finanza è venuta in possesso, è previsto infatti che gli agenti di assicurazione, anche monomandatari, possano adottare forme di collaborazione reciproca nello svolgimento della propria attività. Anche mediante l’utilizzo dei rispettivi mandati. Non si tratta quindi tecnicamente di un plurimandato per legge, come era previsto nelle prime bozze del decreto Liberalizzazioni di inizio anno (su cui però il governo è poi tornato indietro), ma di un plurimandato di fatto, perché un singolo agente potrà vendere prodotti di più compagnie stipulando accordi con colleghi che rappresentano quelle imprese. Il risultato sarà però lo stesso perché su uno scaffale di un singolo agente potranno esserci contemporaneamente prodotti di Axa, di Generali o di Unipol Assicurazioni. E nell’articolo non si parla esplicitamente di Rc Auto (come era previsto nel testo di qualche mese fa). Quindi, salvo modifiche in corsa, la possibilità di stipulare accordi di collaborazione potrebbe riguardare tutti i rami di attività assicurativa, compresa la vendita di polizze Vita. Si tratta di un intervento che gli agenti di assicurazione chiedevano da tempo (in particolare lo Sna, il Sindacato Nazionale Agenti) e che invece le compagnie di assicurazione hanno finora osteggiato con tutti i mezzi temendo di perdere la presa sulle proprie reti. Naturale quindi immaginare che l’Ania, l’associazione presieduta da Aldo Minucci che rappresenta le compagnie, da qui a venerdì prossimo farà di tutto per far modificare il decreto in vista del prossimo Consiglio dei ministri. Ma il governo, almeno per ora, sembra intenzionato ad andare avanti e a dare un’accelerazione all’apertura della distribuzione assicurativa considerando, tra l’altro, che il secondo comma dell’articolo 85 prevede anche che tutte le clausole che ostacolano la possibilità degli agenti di stipulare accordi di collaborazione sono da considerarsi nulle. «Ogni clausola tra mandatario e impresa assicuratrice incompatibile con le previsioni del comma uno, a decorrere dal 60esimo giorno successivo all’entrata in vigore del presente decreto, è nulla per violazione di norma imperativa di legge e si considera non apposta», si legge nel decreto che ha anche delegato l’Isvap, l’Istituto di controllo del settore assicurativo (che sta confluendo in Banca d’Italia) a vigilare e ad adottare «eventuali direttive per l’applicazione della norma». E non si tratta dell’unica novità che il governo di Mario Monti sembra pronto a introdurre in materia assicurativa in questa seconda tornata di interventi. La stessa bozza di decreto Crescita contiene, infatti, anche un’altra importante manovra in materia di Rc Auto: l’Ania e l’Isvap, entro 60 giorni dall’approvazione del decreto, dovranno definire le caratteristiche di un contratto base che rispetti gli adempimenti minimi di legge. E ciascuna compagnia assicurativa sarà obbligata a offrirla al pubblico, anche tramite Internet, «definendo il costo complessivo della polizza e individuando separatamente ogni eventuale costo per servizi aggiuntivi». All’articolo 83 è fatto poi esplicitamente divieto di apporre clausole di tacito rinnovo ai contratti assicurativi Rc Auto (che non possono avere una durata superiore all’anno) e anche a tutti gli altri contratti assicurativi eventualmente stipulati in abbinamento all’Rc Auto obbligatoria. Come può essere per esempio una polizza Incendio e Furto oppure una copertura per il soccorso stradale. E infine potrebbero cambiare anche le norme sulla prescrizione dei contratti assicurativi che oggi, secondo quanto previsto dal codice civile, è di due anni, a differenza degli altri contratti (come i conti correnti) che si prescrivono in dieci anni. Una differenza che il governo sembra intenzionato a eliminare allineando i contratti assicurati agli altri e allungando a dieci anni la prescrizione. (riproduzione riservata)