Secondo le rilevazioni della Consulenza statistico attuariale dell’INAIL, nel corso del periodo 2007-2010 sono stati 66 gli infortuni sul lavoro – 11 dei quali mortali – verificatisi in Italia nel settore della pirotecnia (in media, dunque, ogni anno ha registrato 17 incidenti, con 3 dall’esito letale). Il comparto – tornato drammaticamente alla ribalta della cronaca dopo l’esplosione di una fabbrica di fuochi d’artificio con 6 vittime ad Arpino (Frosinone), nel Lazio – vede impegnate 277 aziende, per un totale di 564 addetti.
Le dimensioni estremamente contenute delle imprese (con un personale rappresentato, in media, da due unità), la manipolazione di materiale esplosivo, nonché il carattere prevalentemente artigianale e manuale delle lavorazioni svolte spiegano, così, la potenzialità di rischio infortunistico comunque elevata del settore.
I dati territoriali segnalano, inoltre, il forte radicamento delle aziende nelle regioni del Centro-Sud (dove è particolarmente diffuso l’utilizzo dei botti e dei fuochi d’artificio al termine delle feste popolari). Ed è proprio in tali regioni che negli ultimi 4 anni si è verificato il 70% degli infortuni (45 casi) e il 90% delle morti complessive (10 episodi, a fronte di un solo caso nell’area del Nord – in particolare nel Nord-Est). Con le vittime di Arpino, si profila per il 2011 un anno particolarmente drammatico per il settore.
Fonte: INAIL