Dopo la valanga di vendite caduta nei giorni scorsi sul timore di un crollo della liquidità,Bnp Paribas (che ha chiesto all’Amf di indagare sul Wsj) recupera il 7%. SocGenrimbalza del 15% 

di Francesco Ninfole

Giornata di forti scossoni ieri in borsa, ma con un finale segnato da rilevanti rialzi. L’andamento più volatile è stato quello delle banche francesi: i titoli hanno iniziato con forti ribassi in mattinata (Bnp Paribas ha visto il -7%), ma nel pomeriggio sono partiti gli acquisti: Bnp ha poi chiuso a +7,2%, SocGen a +15%, Crédit Agricole a +6,7%.

I rialzi alla borsa di Parigi hanno guidato quelli dell’intero settore bancario europeo che ha perciò guadagnato il 3,6%. (A Milano,Unicredit, ha recuperato il 7,4% eIntesa il 6,3%). Ma non sono cadute le voci su problemi di liquidità degli istituti transalpini.Bnp Paribas, rispondendo alle indiscrezioni rilanciate dal Wall Street Journal in un articolo che dava conto della forte crisi di liquidità in cui versano le banche francesi con i portafogli gonfi di debito greco, ha precisato che la banca «si rifinanzia regolarmente in valuta Usa, sia direttamente sia mediante swap valutari».

In serata l’istituto ha inoltre richiesto all’autorità dei mercati Amf di aprire un’indagine sull’articolo del quotidiano americano onde verificare se sussistano gli elementi dell’aggiotaggio.

 

Per quanto riguarda Société Générale, il ceo Federic Oudea ha rassicurato i mercati: «Il bilancio è basato su un solido business, occorre abbandonare timori irrazionali». Oudea si è detto ottimista anche sulla questione dei finanziamenti a breve in dollari: «Anche se l’accesso fosse inesistente non ci sarebbero problemi. Saremmo pronti per un’ulteriore stretta sulla liquidità». I dubbi sulle banche francesi sono dovuti a due fattori: la struttura della raccolta, che rispetto ai principali concorrenti europei è più sbilanciata sulle passività a breve termine, ed è dunque più esposta a turbolenze del mercato e all’inaridimento del canale del money market. Inoltre le banche francesi hanno pagato finora la forte esposizione al debito sovrano europeo: ieri i titoli hanno beneficiato delle notizie sulla Grecia (vedere articolo a pagina 3). Lo scenario si tradurrà però in una minore redditività: gli analisti di Merrill Lynch ieri hanno tagliato l’utile atteso diSocGen dell’8% e hanno ridotto il target price da 56 a 38 euro. Il giudizio è rimasto «buy», perché l’attuale prezzo è ritenuto «troppo basso per essere ignorato». SocGenvale in borsa circa un terzo del patrimonio. La banca non ha problemi di capitale: lunedì sono state annunciate dismissioni per quattro miliardi e tagli di costi del 5% nell’investment banking. Grazie a questi interventi, il gruppo raggiungerà un Core Tier 1 del 10% entro il 2013. Tuttavia secondo Merrill Lynch «a questi valori di mercato, i clienti potrebbero iniziare a mettere in discussione la sostenibilità della banca». Il ritorno della fiducia, per gli analisti Usa, potrebbe tornare con un intervento dello Stato francese simile a quello del 2008. Proprio le voci (poi rivelatesi infondate) su un intervento dello Stato nella banca avevano scatenato le vendite il 10 agosto. «Ad agosto è iniziato un nuovo mondo, dobbiamo adattarci», ha ammesso ieri Oudea. Intanto S&P ha messo in creditwatch negativo il rating delle compagnie francesi Cnp e Groupama perché le avverse condizioni di mercato potrebbero minarne il profilo finanziario e l’adeguatezza patrimoniale. (riproduzione riservata)