Dal trading sulle opzioni la finanziaria ha guadagnato 22 milioni Ma oggi sulla quota c’è una minusvalenza latente di 203 mln Dal Leone atteso un dividendo di 0,5 euro (+43%) per il 2011
Se le Generali non regalano soddisfazioni in borsa (-16% da gennaio, dopo il -24,5% dell’anno scorso) allora conviene provare a guadagnare con i derivati legati alle opzioni d’acquisto e vendita sui titoli. È così che Effeti, il veicolo creato nella primavera del 2010 dalla Fondazione Crt e dalla holding Ferak che ha in portafoglio il 2,26% della compagnia assicurativa, è riuscito a chiudere il primo bilancio con un utile robusto (24 milioni) e a remunerare immediatamente (6 milioni) i soci.
A rendere possibile questo risultato, come si legge nella relazione di bilancio consultata da MF-Milano Finanza, è stato il trading di «contratti opzionali sulle azioni del Leone di Trieste con scadenza 2012 e 2013» stipulati al fine di proteggere l’investimento «dai possibili ribassi delle quotazioni».
I derivati in questione riguardano il 75% della partecipazione nelle Generali (35,8 milioni di azioni). «È stata condotta una efficace strategia di valorizzazione, prevalentemente a breve termine, finalizzata da un lato a compensare gli oneri finanziari legati all’attivazione della linea di credito (340 milioni concessi da Veneto Banca, azionista di Ferak, che ha in pegno tutti i titoli, ndr) e dall’altro a consentire il raggiungimento di obiettivi reddituali di medio-lungo termine, pianificati nell’ambito del progetto gestionale inizialmente disegnato», prosegue la relazione societaria.
Effeti dalla compravendita di opzioni ha guadagnato 22,2 milioni. Profitti che si sono andati a sommare ai 12,35 milioni di dividendi incassati dalla partecipazione nella compagnia assicurativa. Incassi che hanno permesso alla finanziaria di chiudere in utile, grazie anche al fatto che la partecipazione (2,26%) non è stata svalutata, nonostante il forte scostamento del valore di carico unitario (18 euro) rispetto al prezzo di borsa del 31 dicembre 2010 (14,21 euro) e ai valori odierni (11,94 euro). Ma per i manager di Effeti tali ribassi avranno «natura temporanea» e potranno «essere recuperato in una prospettiva di breve o medio termine». Perciò è stato deciso di non rettificare il valore del pacchetto di titoli del Leone, iscritto a bilancio per complessivi 603,64 milioni. Ai valori attuali di Piazza Affari, il 2,26% di Generali vale poco più di 400 milioni. Quindi la minusvalenza teorica in caso di cessione dell’intera quota sarebbe di 203 milioni, il 33% in meno di quanto investito.
Ma di questo il presidente Comba non si preoccupa più di tanto perché oltre a puntare su una ripresa del listino si attende per quest’anno una cedola più alta di quella incassata pochi mesi fa. «La società triestina ha distribuito nel 2010 un dividendo di 0,35 euro per azione», scrivono nella relazioni i vertici di Effeti. «Le previsioni degli analisti per il 2011 lasciano presagire un incremento degli utili distribuiti con un dividendo di 50 centesimi per azione», il 43% in più. Se le previsioni saranno giuste, il veicolo controllato da Fondazione Crt e Ferak potrà aumentare riserve e patrimonio (324,6 milioni) in modo da sostenere al meglio l’investimento, che ha portato a una posizione finanziaria netta negativa per 272,8 milioni, con garanzie per 635,4 milioni rilasciate alle banche a fronte dell’investimento iniziale e impegni per 678 milioni. (riproduzione riservata)