Selezione di notizie assicurative da quotidiani nazionali ed internazionali
Sono legittime le circolari con le quali il Ministero dei trasporti, tra settembre e ottobre 2023, ha previsto l’obbligo della visita e della prova presso la Motorizzazione civile, con annotazione sulla carta di circolazione, per l’utilizzazione di portasci e portabiciclette sulle autovetture di categoria M1, veicoli progettati e costruiti per il trasporto di persone aventi al massimo otto posti a sedere oltre al sedile del conducente. L’ha deciso il Tar del Lazio con una sentenza con la quale ha respinto un ricorso proposto da operatori attivi nel campo della produzione, vendita, installazione e distribuzione di accessori per auto e autocaravan.
Dipendente licenziato anche se con la condotta addebitata non ha causato un danno patrimoniale al datore. Ciò che conta, infatti, sono le ripercussioni sul rapporto di un comportamento che mette in dubbio la futura correttezza del lavoratore rispetto agli obblighi assunti: la circostanza che l’incolpato o un terzo non abbia ottenuto un vantaggio economico dai fatti addebitati non esclude che la condotta contestata, per la sua oggettiva gravità, possa ledere il rapporto di fiducia con il datore. Il tutto perché può assumere rilevanza disciplinare anche una condotta che, per le modalità con cui si manifesta, arreca un danno, anche potenziale e non necessariamente economico, agli obiettivi aziendali. Così la Corte di cassazione, sez. lavoro, nell’ordinanza n. 23318 del 29/08/2024.
I costi amministrativi legati alla gestione della cessione del quinto dello stipendio non possono essere addebitati al lavoratore, ma devono essere sostenuti dal datore di lavoro. Lo ha affermato la Corte di cassazione – sezione lavoro con sentenza n. 22362/2024, depositata il 7 agosto 2024. Il datore aveva effettuato trattenute sugli stipendi per coprire i costi di gestione amministrativa delle cessioni del quinto. I lavoratori avevano contestato questa pratica, ottenendo ragione in primo e secondo grado.
Mentre le associazioni di categoria promettono battaglia ai vertici di Agricat e al ministero dell’Agricoltura, va meglio, ma non troppo, dalle parti della struttura commissariale del generale Figliuolo. Secondo i dati aggiornati al 28 agosto sono state concluse con esito positivo 809 pratiche (684 famiglie e 125 imprese), pari al 44% delle 1.832 domande presentate, per importi che superano i 23 milioni (16,2 milioni a famiglie e 6,8 milioni a imprese), metà dei quali erogati come anticipo. A queste si aggiungono 1.528 in fase di compilazione, per un totale di 3.360 accessi alla piattaforma. Tutto ciò, a fronte di 3,5 miliardi di danni certificati dalla Ue all’indomani dell’emergenza. In quanto alle cifre utilizzabili, la disponibilità della struttura commissariale si attesta attualmente sui 1,9 miliardi compresa la dotazione di 700 milioni derivanti dal debito di imposta. A favore delle famiglie, inoltre, si è aperta la possibilità di ottenere indennizzi per i beni mobili con il tetto di 30 mila euro.
«La mia domanda di rimborso all’AgriCat è stata rifiutata. Nessun danno risarcibile. Niente spiegazioni». Gianni Fagnoli è il proprietario del podere I Fondi a Centoforche, Appennino forlivese. A seguito dell’alluvione del 2023 nella sua azienda stima almeno 60mila euro di danni: «Ho perso l’agibilità della strada, l’accesso al podere, gli attrezzi; il collasso del crinale ha trascinato piante, la recinzione, il sistema di irrigazione», e l’elenco non è finito. Nel suo frutteto quest’anno coltiva e raccoglie «tutto a mano, tutto a piedi». L’AgriCat, il fondo mutualistico che doveva permettere a tanti imprenditori come lui di risollevarsi risarcendo la perdita di produzione e di reddito, «e che doveva essere lo strumento più veloce, in realtà è stato il più lento», con risposte, denuncia Fagnoli, «quasi sempre negative ». Un collega di Riolo Terme (Ravenna), Stefano Mordini, ha ricevuto una risposta che non esita a definire «ridicola»: «Appena 13,83 euro a fronte di 30mila di danni, e nessuno sa perché e per cosa, neanche la mia associazione di categoria. La domanda per l’indennizzo mi è costata di più». Stefania Malavolti, che ha un’azienda a Casola Valsenio — uno dei paesi più colpiti dalle frane — con fatica ha scoperto che le spettano 181 euro: «Forse per i kiwi, colpiti prima dalle gelate e poi dall’alluvione. Gli altri anni arrivavo a 12-15mila euro di raccolto, l’anno scorso neanche un frutto». Fabrizio Galavotti, che lasciò allagare i suoi terreni per salvare Ravenna, ha ottenuto «il 30% della richiesta, 130mila euro a fronte di 450mila di costi per le mancate produzioni, il cui valore reale però è di 1,5 milioni. E non so se arriveranno altri fondi».
Dal +3,1% di Pesaro Urbino al +11% di Roma, non c’è automobilista al riparo dai rincari della Rc auto. Nel complesso, a luglio, il premio medio in Italia è salito a 416 euro. Secondo le stime dell’Ivass, autorità di settore, si tratta del +7,4% annuo in termini nominali, che diventa un +6,1% in termini reali, e segna un’accelerazione rispetto a giugno.
L’Europa archivia un mese di luglio deludente per il mercato auto, con un incremento dello 0,4% appena su luglio 2023 e volumi che dall’inizio dell’anno hanno recuperato il 3,9% restando però di quasi il 20% sotto i livelli del 2019. I dati diffusi dall’Acea restituiscono una situazione di stallo, con due tra i major market (Germania e Francia) in terreno negativo e con la fascia di modelli full electric che arretra sul mercato. «Non vi è quindi ancora nessun segnale che autorizzi a ritenere che il mercato dell’auto possa ritornare in tempi ragionevolmente brevi ai livelli ante-crisi e ciò nonostante che il prodotto interno lordo della Ue abbia pienamente recupero gli effetti della crisi» scrive nella sua nota il Centro Studi Promotor. Da inizio anno la ripresa dei volumi, al netto dei mesi di gennaio e febbraio, ha perso vigore registrando risultati negativi nei mesi di marzo e maggio. Il mese scorso, Italia (+4,7%) e Spagna (+3,4%) hanno registrato risultati positivi mentre in Francia e Germania il calo delle immatricolazioni è stato intorno al 2%. Uno stallo che lascia in positivo le performance da inizio anno (Spagna +5.6%, Italia +5.2%, Germania +4.3% e Francia +2.2%).
Cresce l’attenzione alle esigenze della famiglia da parte delle Casse di previdenza dei professionisti. Nell’ultimo decennio l’assistenza offerta dagli enti di previdenza privati ha cambiato faccia, se prima si trattava di un’assistenza spot erogata in situazioni eccezionali, e di un contributo minimo di maternità previsto per legge oggi molte Casse erogano aiuti non solo rivolti al professionista e alla sua attività ma anche mirati alla famiglia e ai figli. L’obiettivo conciliare il lavoro con la vita familiare.