Selezione di notizie assicurative da quotidiani nazionali ed internazionali
La Suprema corte ammonisce i professionisti che sempre più spesso consigliano di fondare società cartiere. Il consulente fiscale, infatti, paga le sanzioni quando guadagna dalla frode carosello che ha ideato in favore dell’azienda cliente. Non è quindi sufficiente che abbia percepito un mero compenso ma è necessario del denaro in più. La Cassazione, sez. tributaria, con sentenza 23229 del 28/8/2024, ha accolto il ricorso del fisco. Giungendo alla conclusione per cui «in tema di sanzioni amministrative relative al rapporto tributario, la ratio che giustifica ai sensi dell’art. 7, d.l. n. 269 del 2003, l’applicazione della sanzione alla sola società dotata di personalità giuridica non esclude il concorso del terzo nella condotta illecita a quando essa si concretizzi in una compartecipazione interessata e autonoma al perseguimento di finalità illecite».
Dieci miliardi da investire sui professionisti della salute, una cifra necessaria «per salvare il Sistema sanitario nazionale». È la proposta avanzata ieri dalla Federazione nazionale degli ordini dei medici, chirurghi e odontoiatri (Fnomceo), che chiede interventi immediati al governo. Una posizione rilanciata anche dai sindacati, in particolare da Anaao Assomed, che sempre ieri ha minacciato una mobilitazione in autunno se nella prossima legge di bilancio non ci saranno ingenti fondi per gli operatori del Ssn.
Quattordici roghi illuminano il ponte della petroliera senza più comandante e senza più equipaggio. La nave greca Sounion, gonfia di greggio e danneggiata da un attacco degli Houti, da sei giorni brucia nel Mar Rosso minacciando di diventare una delle peggiori catastrofi ambientali della storia della marina internazionale. Anche perché i rimorchiatori che potrebbero spegnere le fiamme e trainarla nel primo porto sicuro finora non si sono potuti avvicinare per il rischio di essere loro stessi bersaglio dei missili e dei droni della milizia yemenita.
Più di quattro euro su dieci tra i consumi delle famiglie italiane se ne vanno per le spese obbligate, casa e bollette su tutte. Numeri in lieve calo, quelli messi in luce da Ufficio studi di Confcommercio,con l’incidenza sul totale delle spese che passa dal 42,2% dello scorso anno al 41,8%, ma in decisa crescita nel confronto con il passato, se si pensa che nel 2019 il dato si attestava al 40,6% e nel 1995 al 36,6%. Il risultato, evidenza l’associazione di categoria, è che oggi «su un totale di circa 21.800 euro pro capite diconsumi all’anno, oltre 9.000 euro se ne vanno per il complesso delle spese obbligate (348 euro in più rispettoal 2019)». Come detto, la voce principale riguarda l’abitazione, che vale una spesa media di 4.830 euro. Pesa in maniera rilevante, anche se in calo costante dal 1995 ad oggi, il capitolobollette ed energia, il cui aggregato vale 1.721 euro. Numeri che secondo Confcommercio impongono al governo un intervento immediato da parte del governo: «Le spese obbligate, soprattutto quelle legate all’abitazione, penalizzano sempre di più i bilanci delle famiglie e di conseguenza riducono i consumi. Consumi che sono la principale componente della domanda interna. Per sostenerli occorre confermare l’accorpamento delle aliquote Irpef e ridurre progressivamente, e in modo strutturale, il carico fiscale», ha dichiarato il presidente di Confcommercio Carlo Sangalli commentando i dati.
Con l’avvicinarsi della “deadline” per la presentazione del Piano strutturale di bilancio, con il quale sarà di fatto definito il perimetro della prossima manovra, si intensifica l’istruttoria tecnica sui ritocchi al capitolo pensioni. Un dossier, quello previdenziale, che sarà con tutta probabilità uno dei temi dell’agenda del vertice di governo di domani, anche alla luce delle diverse scuole di pensiero nella maggioranza. Senza considerare che i sindacati, Cgil in testa, continuano a opporsi all’idea di nuovi tagli e chiedono un tavolo di confronto immediato. Le numerose opzioni sul tavolo non verranno affinate prima della prossima settimana. In ogni caso per decidere gli interventi da adottare nel 2025 il governo dovrà fare i conti con la fredda legge dei numeri. A cominciare da quelli sull’andamento della spesa pensionistica e sull’evoluzione demografica del nostro Paese. Ma non solo. A tutto il 1° gennaio di quest’anno risultano oltre 157mila le persone che beneficiano di una pensione di vecchiaia (o anticipata) da almeno 40 anni.