Selezione di notizie assicurative da quotidiani nazionali ed internazionali
È già iniziato il conto alla rovescia per definire la Legge di Bilancio 2025 e il capitolo pensioni è sempre uno dei più delicati: in primis andrà sostituita Quota 103, il canale di uscita anticipata dal lavoro (con un età di almeno 62 anni e di un’anzianità contributiva minima di 41 anni) che scade a fine anno (e che peraltro ha avuto scarse adesioni dato il taglio all’assegno che comporta). La Lega ha lanciato la proposta di Quota 41, che permetterebbe il pensionamento a chi ha maturato 41 anni di contributi, indipendentemente dall’età anagrafica. Ma per evitare costi troppo alti, come è stato per Quota 100 (si veda box in pagina), il Carroccio punta a una versione light, ovvero con il ricalcolo dell’assegno interamente contributivo il che però comporterebbe un taglio della pensione che potrebbe arrivare anche al 30%. Sul fronte della previdenza pubblica pubblica gli ambiti di manovra infatti sono limitati visto l’elevato debito dell’Italia che deve fare quadrare i conti avendo a che fare con la crisi delle nascite e una popolazione sempre più anziana.
Il nuovo Rapporto annuale sulle tendenze di medio e lungo periodo del sistema pensionistico della Ragioneria generale dello Stato calcola gli effetti finanziari del ciclo di riforme adottate negli ultimi 20 anni dall’Italia per contenere la spesa pensionistica. L’insieme degli interventi produrrà una riduzione dell’incidenza della spesa pensionistica sul pil pari a oltre 60 punti percentuali cumulati al 2060. Di questi, un terzo è dovuto alla riforma Fornero del 2011. Ma il percorso di contenimento ha fatto registrare di recente un’inversione di tendenza, sottolinea l’analisi. Il riferimento è a Quota 100, in particolare, il meccanismo di uscita anticipata dal lavoro introdotto nel 2019 per tre anni e poi prorogato (anche se con criteri di accesso più severi): «i suddetti interventi legislativi, per la prima volta dal 2004, hanno determinato un ampliamento della spesa».
Sulla previdenza complementare è arrivato il momento di elaborare meccanismi che stimolino l’adesione ai fondi pensione. Mentre il governo scalda i motori in vista della manovra, il direttore dell’Osservatorio sul Welfare della Luiss Business School, Mauro Marè affida a un colloquio con Milano Finanza le sue valutazioni sulla proposta di devolvere il Tfr ai fondi pensione, accompagnata da alcune considerazioni generali sullo stato di salute del sistema pensionistico italiano. Trend, questo, che ha finito per delineare un mondo del lavoro con sempre meno attivi – dai salari bassi e dagli impieghi precari – chiamati a finanziare le pensioni di un numero crescente di anziani che vivono molto più a lungo: «A prescindere dalle preferenze politiche di ognuno, questi sono i numeri. E i numeri non mentono. In uno scenario simile, mandare le persone in pensione prima è finanziariamente insostenibile».
Un profilo molto interessante che emerge dalla recente Relazione annuale della Covip è rappresentato dal ruolo previdenziale interpretato dalle famiglie per supportare le adesioni dei giovani. In base all’età gli iscritti sono infatti prevalentemente concentrati nelle classi intermedie e più prossime al pensionamento (gap generazionale); il 47,8% degli aderenti ha un’età compresa tra 35 e 54 anni, il 32,9% ha almeno 55 anni. Pur attestandosi ancora su percentuali inferiori rispetto alle altre fasce, sottolinea l’autorità di vigilanza, negli ultimi anni il peso della componente più giovane (fino a 34 anni) sul totale degli iscritti è comunque cresciuto, passando dal 17,6% del 2019 al 19,3% del 2023. All’interno di questo segmento, gli aderenti con meno di 20 anni di età sono saliti dal 2,2 % del 2019 al 2,6% del 2023: si tratta di 246 mila individui, di cui 198 mila nelle forme di mercato (fondi pensione aperti e pip) e 26 mila nei fondi pensione negoziali. Cresce infatti, tra le nuove adesioni, la quota di soggetti fiscalmente a carico. Ciò rispecchia decisioni famigliari di aprire una posizione previdenziale per i propri figli in vista di una successiva alimentazione con versamenti autonomi una volta che essi entreranno nel mondo del lavoro, si rimarca.
- Doppio motore per Progetto Rendimento