Selezione di notizie assicurative da quotidiani nazionali ed internazionali

 

logo_mf

La Central Bank of India mette nel mirino le partecipazioni assicurative di Future Enterprises, attualmente in procedura di insolvenza. Secondo quanto riporta il giornale finanziario indiano Economic Times, la banca pubblica indiana con sede a Mumbai (nonostante il nome, non è la banca centrale dell’India che invece si chiama Reserve Bank of India) potrebbe acquisire le sue partecipazioni nelle due joint venture assicurative con Generali. Più nel dettaglio, la banca di proprietà statale dovrebbe rilevare la partecipazione del 26% circa di Future Enterprises sia in Future Generali India Insurance Co. sia in Future Generali India Life Insurance Co. Le joint venture operano nel business danni e vita e Generali detiene una quota di maggioranza del 74% circa.

Il prestito contratto in bustapaga va in pensione con il lavoratore. Infatti, in caso di risoluzione di un rapporto di lavoro dipendente, pubblico o privato, prima che sia stata estinta la cessione del quinto, l’efficacia del prestito (cessione del quinto) trasloca in automatico sulla pensione o altro assegno o rendita continuativi equivalenti, liquidati in conseguenza della risoluzione del rapporto di lavoro. Lo spiega l’Inps nel messaggio n. 2830/2024.
Proroga automatica della tutela assicurativa Inail a favore dei docenti e degli alunni di scuole e istituti d’istruzione, statali e non statali. Infatti, ai fini dell’operatività della tutela nell’anno scolastico 2024/2025 e nell’anno accademico 2024/2025, a scuole e istituti non sono richiesti adempimenti. Lo spiega lo stesso Inail nella nota prot. 8522 del 14 agosto, recependo la novità del dl n. 113/2024 che ha prorogato la super tutela assicurativa di docenti e alunni introdotta in via sperimentale nell’anno scolastico/accademico 2023/2024 (su ItaliaOggi del 13 agosto). Scuole e istituti, invece, dovranno versare i premi entro il 17 febbraio 2025, in misura di 10,40 euro a persona (10,05 euro nell’anno scolastico/accademico 2023/2024) da quantificare e comunicare all’Inail entro il prossimo 30 novembre
L’azione disciplinare promossa nei confronti di un avvocato si prescrive nel termine massimo di sei anni, nel caso di atti interruttivi tale termine è protratto sino a sette anni e mezzo .Lo afferma il Consiglio nazionale forense con la sentenza n. 109/2024. Il caso di specie trae origine da un procedimento disciplinare promosso nei confronti di un avvocato che aveva portato all’irrogazione a suo carico della sanzione della sospensione della professione forense. L’incolpato ritenendo illegittima l’applicazione della misura punitiva, ricorreva al Cnf deducendo una serie di motivi tra i quali vi rientrava anche quello dell’intervenuta prescrizione della potestà disciplinare. Oggetto del giudizio è anzitutto la questione dei limiti temporali di esercizio della potestà disciplinare.
Il provvedimento generale sulla videosorveglianza dell’8 aprile 2010 non può più essere utilizzato direttamente per fissare i tempi di conservazione dei filmati. Oltre all’accountability infatti c’è anche un errore nel corpo del provvedimento che ne limita l’applicazione generalizzata. Lo ha chiarito la Corte di cassazione, sez. II con l’ordinanza n. 19550 del 16 luglio 2024. Dal 25 maggio 2018 i tempi di conservazione dei filmati di videosorveglianza devono essere decisi dal titolare del trattamento, eventualmente anche con l’aiuto di linee guida europee e nazionali.

corsera

Un killer veloce e potente fatto di acqua, fulmini e vento. Ha spezzato l’albero, ha costretto il veliero Bayesian a inclinarsi su un lato e poi l’ha rimesso sulla linea di galleggiamento. Giusto il tempo di sperare che lo scafo avrebbe retto agli urti mostruosi delle onde. Non è stato così. Karsten Börner, il comandante della nave olandese «Sir Robert Baden Powell», gesticola mentre racconta tutto questo e ricorda che «il vento era fortissimo», che «quel veliero è affondato in pochissimi minuti». Börner lo ha visto colare a picco nel mezzo di quella che lui chiama tempesta, che poi era un tornado. Giù, fino al fondo marino. Quel gioiello a vela ha trascinato con sé le vite di sette persone, una ripescata e le altre sei per ora «disperse». Era una vacanza-premio offerta dal proprietario del veliero, Michael Lynch, magnate britannico della tecnologia, a una decina di suoi dipendenti e amici. Lui risulta disperso, assieme alla figlia Hannah, 18 anni, e al presidente di Morgan Stanley International Jonathan Bloomer.
Improvvise, rapide, devastanti. Sono i tre aggettivi che possono definire le trombe marine, quasi simili alle trombe d’aria con la differenza che le prime si sviluppano sulle superfici d’acqua (anche sui laghi) e le seconde sulla terraferma. Per entrambe alla base della loro formazione c’è una forte instabilità atmosferica, con uno strato di aria più fredda che viene a trovarsi sopra uno di aria più calda e umida, come avviene con le celle temporalesche. Si innescano moti verticali che iniziano a ruotare in vortice. Al centro della colonna d’aria si forma una profonda depressione e il vento in corrispondenza del vortice può arrivare a centinaia di chilometri all’ora.

Repubblica_logo

L’obbligo per i giovani neoassunti di versare il 25% della quota mensile di Tfr ai fondi previdenziali per rimpolpare la pensione futura fa discutere. Uno studio recente di Maurizio Franzini e Michele Raitano, pubblicato sulla rivista online “eticaeconomia”, conclude che scommettere sui fondi significa non aiutare chi ne ha davvero bisogno: precari, intermittenti, part-time, autonomi. Poveri da lavoratori e poi da pensionati. Una misura che rischierebbe di essere regressiva, inefficiente e iniqua. Capace di allargare, non ridurre le disuguaglianze. Di favorire cioè chi non ne ha reale bisogno. Dipendenti con carriere lunghe, continue, ben remunerate che usano gli sgravi fiscali connessi alla previdenza integrativa come una forma alternativa di risparmio. Non certo per alzare la pensione futura.
Il legame tra giovani e previdenza complementare cresce senza decollare. Anzi, sono proprio gli “under” una delle tre categorie di lavoratori più fragili dal punto di vista occupazionale – assieme alle donne e ai lavoratori del Mezzogiorno – a restare nel cono d’ombra del nostro sistema di integrazione del reddito pensionistico. Per la Covip gli iscritti alla previdenza complementare sono 9,6 milioni, con un +3,7% nel 2023. Ma è soltanto poco più di un terzo della forza lavoro: due su tre ne restano fuori. Sono soprattutto uomini, di età matura, residenti al Nord. Ecco il gap generazionale: il 47,8% degli iscritti ha un’età compresa tra 35 e 54 anni, il 32,9% ha almeno 55 anni.
Non si invecchia certamente tutto d’un colpo. Ma l’invecchiamento non è neppure un processo così graduale come sembra. Sono due momenti della vita in cui si invecchia a un ritmo molto più accelerato. E arrivano intorno ai 44 e ai 60 anni. Lo rivela uno studio dell’Università di Stanford, pubblicato su Nature Aging ,che non vuole provocare depressione in chi si sta avvicinando alle due soglie fatidiche, ma essere di aiuto: infatti, suggeriscono i ricercatori, se si è più rigorosi nella prevenzione – con la solita ricetta: attenzione alla dieta e mezz’ora di movimento fisico al giorno – si possono affrontare queste due tappe con un corpo più resiliente.

Un pool di compagnie assicurative per mutualizzare i rischi connessi alle catastrofi naturali, ossia terremoti e inondazioni. È l’idea attorno alla quale si sta concentrando il tavolo di lavoro aperto dall’Ania e al quale sono seduti i principali operatori del settore, da Generali ad Allianz, ma pure la stessa Unipol, oltre ovviamente alle piccole compagnie, certamente il soggetto più interessato a fare massa critica per gestire il fenomeno. L’obiettivo infatti è, tenuto conto del peso crescente che gli eventi avversi hanno sui conti del settore, affrontare l’obbligo per le imprese, che sulla carta dovrebbe scattare a fine anno, di sottoscrivere una polizza contro le “catnat” e dunque il vincolo per le compagnie di offrire soluzioni adeguate in termini di prezzo e di copertura del rischio.
Per provare a spingere Stati e imprese a rispettare gli impegni in materia di cambiamenti climatici, individui, attivisti e ong hanno scelto di frenare gli effetti sempre più visibili dei cambiamenti climatici nelle aule di giustizia. Così, oggi, la giustizia climatica può rappresentare uno strumento per spingere a un maggiore impegno e a una minore sottovalutazione dei danni da surriscaldamento globale che porta siccità, eventi estremi, inondazioni, migrazioni e danni, in particolare, ai soggetti più vulnerabili. Con sicuri effetti negativi anche sui diritti umani da quello alla vita, alla salute, al rispetto della vita privata.
Cresce l’allerta delle banche centrali e degli organismi di Vigilanza internazionale per i rischi al sistema finanziario globale in arrivo dallo shadow banking, ovvero il mondo dei player finanziari che comprende private equity, assicurazioni, hedge fund, family office, fondi di private debt. Dopo la grande crisi finanziaria del 2008, le Vigilanze globali hanno iper-regolamentato il sistema bancario per renderlo più resiliente. Ma proprio a partire da quel momento una parte rilevante di asset finanziari si è trasferita verso lo shadow banking, che sfugge alla Vigilanza diretta delle banche centrali.