Selezione di notizie assicurative da quotidiani nazionali ed internazionali
Lo spetto di danni crescenti provocati dal maltempo continua ad aleggiare tra le compagnia assicurative. Nonostante ciò il semestre per il settore assicurativo europeo è stato decisamente positivo considerando che, messe insieme, le quattro big europee, Allianz, Axa, Zurich e Generali, hanno registrato 14 miliardi di utili. Il primo gradino del podio lo ha conquistato la tedesca Allianz che ha brillato più delle altre chiudendo a giugno con un utile di 5 miliardi di euro, in crescita del 7,7% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.
Più di mezzo miliardo. Il risultato netto raggiunto da Unipol nel primo semestre del 2024 è stato di 555 milioni. Una cifra che sale a 632 milioni che si considera l’apporto delle partecipazioni bancarie del gruppo assicurativo di Bologna. Il dato dei 555 milioni calcola infatti il contributo di Bper (partecipata al 24,6%) e della Popolare di Sondrio (al 19,7%) nel solo primo trimestre, mentre se si aggiunge anche l’apporto del secondo trimestre, ricalcolato sulla base delle semestrali diffuse di recente dalle due banche, il dato cresce appunto a 632 milioni. Nel caso del gruppo presieduto da Carlo Cimbri, leader in Italia nell’Rc Auto, l’impegno maggiore del primo semestre è stato per il miglioramento dei sinistri nel settore auto. Le azioni messe in campo hanno puntato, infatti, a contenere la crescita del costo medio dei sinistri anche a seguito della revisione delle tabelle per la valutazione monetaria dei danni alle persone. Ma da gestire per il gruppo di Bologna, che nel 2023 aveva inevitabilmente risentito delle alluvioni in Emilia e delle grandinate nel Nord Italia, ci sono anche gli eventi legati ai cambiamenti climatici.
Il sistema di welfare pubblico è troppo spesso percepito come un qualcosa cui si ha diritto a prescindere. L’evoluzione della piramide demografica con una spiccata tendenza all’invecchiamento della popolazione e al calo della natalità, abbinata alla necessità di contenere il debito pubblico, determinano anche la necessità di un riposizionamento complessivo della struttura e delle coperture del welfare. Nel 57° Rapporto Censis sulla situazione sociale si evidenzia come in Italia nel 2050 si potrebbe registrare, in assenza di politiche attive, una riduzione di 4,5 milioni di residenti (come se Roma e Milano scomparissero). La flessione demografica sarà il risultato di una diminuzione di 9,1 milioni di persone con meno di 65 anni e di un contestuale aumento di 4,6 milioni di persone con 65 anni e oltre.
Tema di particolare delicatezza prospettica è rappresentato dalla non autosufficienza degli anziani sia per effetto dell’invecchiamento della popolazione che in considerazione di un indebolimento della rete di protezione familiare. La transizione demografica comporta un incremento della domanda di cure a lungo termine, con un aumento delle malattie croniche e delle condizioni legate all’età avanzata, e una maggiore necessità di risorse sanitarie, mettendo a dura prova la sostenibilità dei servizi pubblici. Inoltre, saranno sempre meno i possibili fondi da cui attingere visto il calo della fascia di persone in età lavorativa, mentre saranno sempre di più i richiedenti in età avanzata (over 65). Con quali passi procedere per meglio delineare soluzioni di welfare integrativo che intervengano per affrontare la non autosufficienza?
Il podio della ricchezza dei Paperoni italiani di Piazza Affari del 2024 parla quattro lingue, ma (incredibile ma vero) nessuna di queste è l’italiano. Al momento di scattare la foto di questa nuova edizione della tradizionale classifica di Ferragosto di MF-Milano Finanza (alla chiusura di borsa del 2 agosto scorso), a indossare la medaglia di bronzo c’è, infatti, John Elkann (10,5 miliardi di euro), in rappresentanza della dinastia Agnelli-Elkann-Nasi e della holding Exor, dal 2022 quotata solo in Olanda.
Complice l’invecchiamento della popolazione, l’Italia è alle soglie di un passaggio di ricchezza epocale che interesserà le nuove generazioni nel prossimo ventennio. Un’elaborazione condotta da smileconomy su dati Banca d’Italia e Istat stima che entro il 2045 saranno trasferiti tramite eredità quasi 1.200 miliardi di euro, una cifra senza precedenti, che renderà i Millennial la generazione più ricca della storia, ma che potrebbe anche coglierli impreparati a gestire al meglio questo passaggio. Che pone una sfida non solo agli ereditieri, ma anche alla consulenza finanziaria, che deve soddisfare le esigenze di una clientela in continua evoluzione, anche per via dei mutamenti sociali e culturali in atto.
L’Italia è diventata un paradiso fiscale per i ricchi? Sembra proprio di sì. Il Paese è in pole position per intercettare i Paperoni di tutto il mondo approfittando della loro crescita dopo la grande crisi economica del 2008. E anche gli ultimi dati lo confermano. Come emerge dal World Wealth Report 2024, pubblicato dal Capgemini Research Institute, il numero dei cosiddetti High Net Worth Individual, ovvero individui con un patrimonio investibile a partire da un milione di dollari Usa (al netto della residenza principale, degli oggetti da collezione, dei beni di consumo e dei beni durevoli) e la loro ricchezza hanno raggiunto livelli senza precedenti nel 2023, grazie al miglioramento delle prospettive economiche globali.
Il fattore emozionale rimane l’elemento chiave per l’acquisto di arte (60% dei collezionisti), come emerge dal nuovo report biennale Art & Finance a cura di Deloitte Private e ArtTactic, ma per la prima volta in 12 anni, ovvero dalla prima edizione dell’indagine, il 41% dei collezionisti ha detto che il valore finanziario è la loro motivazione primaria, portando il valore sociale (al 36%) al terzo posto. L’analisi ha coinvolto diversi stakeholder del mondo dell’arte e del mondo della finanza all’interno della comunità del wealth management, tra cui banche private, family office e gestori patrimoniali indipendenti, nonché collezionisti e professionisti dell’arte.
È il tormentone di agosto per la politica italiana. Da due anni, prima della pausa estiva, torna d’attualità una tassa sugli utili delle banche. Se nel 2023 l’obiettivo era colpire gli extra-profitti generati dal rialzo dei tassi, quest’anno allo studio del governo ci sarebbe una manovra più ampia, allargata ad assicurazioni e altri settori. Anche lo strumento potrebbe cambiare: «non ci saranno tasse sugli extra-profitti ma tutti pagheranno quelle sui profitti», ha puntualizzato il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti dopo l’ultimo consiglio dei ministri.
- Le potenzialità di Investimento Multigest