Selezione di notizie assicurative da quotidiani nazionali ed internazionali
Prima della pausa estiva si sono susseguiti gli incontri tra le compagnie interessate all’acquisto di Tua Assicurazioni e il management della compagnia del gruppo Generali. Ora, con la ripresa delle attività, la partita è destinata a entrare nel vivo con la presentazione delle offerte vincolanti prevista a metà settembre nell’ambito di un’operazione che potrebbe valere poco meno di 300 milioni e che potrebbe chiudersi entro fine anno. Tra chi ha studiato attentamente le carte di Tua Assicurazioni, che opera attraverso agenti plurimandatari e che Generali ha ereditato in seguito all’integrazione di Cattolica, ci sono grandi player internazionali. Dai tedeschi di Allianz e Talanx (che in Italia controlla Hdi) alla mutua trentina Itas. A spingere all’azione quest’ultima sarebbe più in particolare VHV, uno dei maggiori assicuratori tedeschi nei rami auto e responsabilità civile, storico socio e alleato di Itas. Alla finestra c’è anche la francese Groupama, mentre non ci sarebbe interesse da parte di Axa nonostante il ceo dell’Europa, Patrick Cohen, a inizio agosto, in occasione della presentazione dei dati semestrali del gruppo, avesse dichiarato a MF-Milano Finanza l’intenzione di crescere in Italia anche tramite acquisizioni nel caso in cui si fosse presentata l’occasione giusta.
Banca Generali in Svizzera, conto alla rovescia per l’ok finale da parte della Finma, la Consob elvetica. «Siamo in attesa a brevissimo della licenza, conto che possa arrivare nei prossimi giorni». Così Gian Maria Mossa, amministratore delegato di Banca Generali, nel corso di un evento che si è tenuto ieri a Milano, ha fatto il punto sullo sbarco della private bank Bg Suisse nel Paese elvetico. Un approdo sul quale il top manager si è detto fiducioso entro settembre. «Si tratta di un unicum, perché l’ultima licenza concessa a una banca italiana risale al 2009». Banca Generali mira a essere operativa come private bank per la clientela svizzera da novembre, mentre da marzo 2024 verrà estesa l’attività ai clienti italiani che vogliono delocalizzare parte degli asset mantenendo la gestione in Italia. Dal 2024 e per i primi cinque anni ci si aspetta una raccolta tra 5 e 7 miliardi di euro dalla nuova entità elvetica.
A fine giugno il portafoglio dei clienti delle reti di consulenza finanziaria valeva 747,1 miliardi di euro. Il primo semestre si è chiuso pertanto con un aumento patrimoniale del 6,9% rispetto al valore di fine 2022, al quale hanno contribuito in maniera determinante sia i volumi di raccolta realizzati nei primi sei mesi dell`anno (3,6%) sia le performance dei mercati finanziari (3,2%); minimo l`impatto delle modifiche intervenute sul perimetro di rilevazione (0,1%). Strumenti finanziari, gestioni patrimoniali e prodotti assicurativo-previdenziali hanno raggiunto quota 630,5 miliardi di euro rappresentando nel loro insieme l’84,4% del patrimonio (+1,8% rispetto a fine 2022); la quota investita in prodotti del risparmio gestito valeva 477,3 miliardi di euro (il 63,9% del portafoglio: -2,1%) mentre la valorizzazione degli strumenti finanziari amministrati è salita a 153,2 miliardi di euro (il 20,5% del patrimonio: +3,9%).
Non solo a Roma. Anche nella piazza finanziaria di Milano, parallelamente alla ripresa dei lavori sulla Legge di Bilancio, hanno ricominciato a prendere quota ragionamenti e analisi su un possibile risiko bancario; un riassetto che la fiammata degli utili da margine di interesse aveva messo in secondo piano. E tutto, ancora una volta, converge sulla più «bella del reame»: il Monte dei Paschi. Gli investitori tornano a scommettere sull’aggregazione tra il Monte e Banco Bpm e spingono i rispettivi titoli. Il crocevia dell’operazione è ovviamente il Tesoro, azionista con il 64,2% di Mps, e il mercato si attende da Roma un segnale in direzione di Piazza Meda per avviare una valutazione della banca senese.
Il piano Urso per rilanciare l’auto tricolore e portare la produzione nazionale di autoveicoli a 1,3 milioni va definendosi. Ieri i tecnici del ministero delle Imprese e di Stellantis si sono incontrati e hanno incominciato a discutere di come raggiungere la fatidica soglia (nel 2022 l’ex Fiat ha sfornato 685.753 tra vetture e furgoni). «Servirebbe quasi un altro piano industriale» per Stellantis è la considerazione che filtra dalla riunione: entrambe le parti infatti si sono confrontate sulle capacità produttive di ciascuno stabilimento italiano e sulla conseguente allocazione di modelli. Il governo ha ribadito la disponibilità a concedere una piattaforma che agevoli Stellantis e che si basa sulle risorse del fondo automotive (6 miliardi) e su quelle del piano Transizione 5.0 (4 miliardi), per impianti di rinnovabili ai fini dell’autoconsumo di impresa (2 miliardi) e per la «Sabatini green» (320 milioni). Se questi sono gli incentivi per la produzione, i tecnici del ministro fanno capire che dovranno essere rivisti anche quelli per l’acquisto di auto a nuova energia (2 miliardi sono già stati attinti dal fondo automotive).
Ci sono cinque morti lungo i binari della Torino-Milano. Facevano parte di una squadra di sette lavoratori di una ditta esterna che aveva preso l’appalto da Rfi per lavori di manutenzione sulla linea. I due sopravvissuti sono riusciti a scansarsi quando hanno visto il treno arrivare, quel mezzo che non aspettavano che potesse passare di lì in quel momento e che invece – forse per un errore di comunicazione – è piombato a velocità sostenuta, intorno ai 160 chilometri all’ora, sul gruppo di operai della Sigifer di Borgo Vercelli, come testimonia il fatto che abbia terminato la sua corsa solo un chilometro dopo l’impatto, trascinando con sé i corpi degli operai.
A metà del Piano industriale 2022-2024, Banca Generali ha registrato una crescita da 6,5 miliardi di masse Esg di fine 2021 (pari al 14,6% delle soluzioni gestite) a 14,1 miliardi al termine del primo semestre 2023, pari al 33,7% del gestito totale. E per fine 2024 conferma l’obiettivo del 40% di prodotti Esg (fondi e “wrappers”) sul totale delle soluzioni gestite complessive. È quanto emerge dalla conferenza stampa sulla conclusione del progetto “BG4SDGs – Time to Change”, ideato da Banca Generali e curato dal fotografo di moda e reportage sociali, Stefano Guindani, e volto a rappresentare le sfide dei 17 obiettivi dell’Agenda Onu al 2030.