Selezione di notizie assicurative da quotidiani nazionali ed internazionali
Bisognerà aspettare il 2045 per assistere a una riduzione delle spesa pensionistica, che in rapporto al pil scenderà al 16,1% nel 2050 e si stabilizzerà al 14,1% tra il 2060 e il 2070. Lo rivela un report della Ragioneria Generale dello Stato, che analizza anche gli effetti dei meccanismi di uscita anticipata. L’ultimo picco si deve proprio a Quota 100 che nel 2020, l’anno del crollo della crescita dovuto alla pandemia, ha spinto la spesa pensionistica in rapporto al pil al 16,9%, valore poi ripiegato al 15,6% nel 2022. Nel biennio 2023-2024, invece, la spesa tornerà a salire fino al 16,2% del pil per via dell’indicizzazione legata all’aumento dell’inflazione. Ma il dato risente anche degli effetti di Quota 102 e 103, che determineranno un aumento del numero dei pensionati rispetto agli occupati.
A opporsi con più forza alla norma è stata Assofondipensione. L’associazione, che rappresenta 34 fondi negoziali che gestiscono un patrimonio di oltre 64 miliardi, ha deciso ieri di prendere carta e penna per chiedere apertamente al governo e al parlamento di cancellare la disposizione, prevista in un emendamento al decreto Pa2, che assegna ad Assoprevidenza, il centro tecnico no profit nato circa 30 anni fa su iniziativa di Sergio Corbello proprio per favorire e consolidare lo sviluppo della previdenza e dell’assistenza complementare in Italia, tutte le funzioni che erano state in precedenza assegnate al Comitato per la promozione e lo sviluppo delle previdenza complementare. E non si tratta solo del trasferimento di funzioni, ma anche di risorse considerando che la norma prevede anche lo stanziamento di 29,5 milioni fino al 2034. In pratica 2,5 milioni l‘anno che dovranno servire appunto a rilanciare la previdenza complementare nel Paese oltre che a favorire al contempo l’investimento di fondi e casse a sostegno della crescita economica dell’Italia.
Le acque nel capitale di Ferak, salottino finanziario veneto che vede nel libro soci la dinastia vicentina dell’acciaio Amenduni (70,3%), Finint di Enrico Marchi (11,9%), Veneto Banca in liquidazione coatta amministrativa (16,4%, di cui un 6,5% già liquidato) e famiglia Zoppas (1,4%), continuano a essere agitate, ma la battaglia di Trieste per le Generali ha portato in dote alla scatola nordestina una plusvalenza netta di oltre 4 milioni.
Banca Mediolanum archivia un primo semestre in forte crescita, in cui l’unica voce stonata è quella del risparmio gestito, in calo annuo del 31%. L’istituto guidato da Massimo Doris è comunque tra i leader assoluti di raccolta secondo le mappe Assogestioni e ha chiuso il primo semestre in positivo di 2,1 miliardi di euro, contro il pesante rosso dell’industria. L’incremento marcato dei tassi d’interesse sostiene peraltro il margine d’interesse del gruppo bancario, più che raddoppiato (+107%) a 347,3 milioni. Doris ha detto a tal proposito di aspettarsi «un margine d’interesse a fine 2023 nei dintorni di 750 milioni».
Fineco fa il pieno di utili e ricavi, ringrazia il margine di interesse (grazie ai tassi in forte rialzo) e la raccolta della clientela retail, in borsa prova l’allungo ma viene ricacciata indietro nel pomeriggio, chiudendo in ribasso dell’1,6% a 13,89 euro. Il margine finanziario, aumentato dell’86%, ha giocato la sua parte, ma è degno di nota anche il contributo della voce investing, aumentata del 4,8% grazie al contributo di Fineco Am e ai maggiori margini netti sul gestito. Grazie a questi numeri l’utile di Fineco nel semestre ha registrato un nuovo record, sfiorando i 309 milioni. Che tradotto significa una crescita annua di circa il 39%.
Per i grandi asset manager la prima sfida è dunque continuare a crescere, vista la polarizzazione tra i mega-player di successo e il resto del mercato (i primi asset manager italiani, Generali con 500 miliardi di euro, ed Eurizon con circa 400 miliardi, appaiono sottodimensionati e ben lontani dalla leadership globale). Alla sfida, già complessa, della crescita in contesti di crisi è stato dedicato il “Ceo Forum – Sda Bocconi” dell’Executive Master in Finance – con ospiti del professor Andrea Beltratti i discussant Saverio Perissinotto (ceo Eurizon am), Sandro Pierri (ceo Bnpp am), Cinzia Tagliabue (presidente Amundi sgr) e chi scrive.
La «trincea» scavata dal mondo delle imprese e delle banche nei confronti della legge sull’equo compenso per le prestazioni professionali (49/2023) per «l’introduzione, in via generalizzata, di vincoli stringenti» alle remunerazioni degli autonomi, che genererebbe «effetti a dir poco paradossali», con spese «insostenibili», non lascia inerte la politica, ma neppure le rappresentanze degli occupati indipendenti. E, dunque, se quattro fra le maggiori organizzazioni datoriali si sono rivolte con una lettera (del 19 luglio scorso) alla presidenza del Consiglio e ai ministeri della giustizia e delle imprese e del made in Italy, affinché si intervenga «con urgenza» con correttivi, o chiarimenti normativi sulla disciplina entrata in vigore il 20 maggio, la «galassia» delle professioni ordinistiche punta i piedi in difesa della norma. Intanto, a quanto apprende ItaliaOggi, per effetto della missiva a settembre si terrà un incontro fra le parti sui «paletti» della giusta remunerazione dei professionisti, convocato dal dicastero di via Veneto con quello di via Molise.
Raffica di decreti in arrivo in consiglio dei ministri. Tra i dlgs anche quello dl recepimento della direttiva Ue sull’assicurazione della responsabilità civile risultante dalla circolazione dl autoveicoli e il controllo dell’obbligo dl assicurare tale responsabilità e un dlgs dl adeguamento della normativa nazionale alle disposizioni del regolamento Ue relativo alla produzione biologica e all’etichettatura dei prodotti biologici.
Mentre prosegue l’attuazione della strategia Integrated commercial di Allianz, finalizzata a offrire un migliore servizio per l’intero segmento assicurativo commerciale e viene annunciato un nuovo assetto regionale, Allianz Commercial ha confermato la leadership regionale per altre due aree geografiche: Marco Vincenzi sarà a capo della regione Sud Europa e Stefanie Thiem guiderà la regione dell’Europa centrale e orientale (Cee), entrambi con il ruolo di commercial regional managing director. La regione Sud Europa comprende Italia, Grecia e Turchia, mentre l’area Cee è composta da Austria, Polonia, Ungheria, Repubblica Ceca, Slovacchia, Bulgaria, Romania, Croazia, Slovenia e Ucraina. Entrambe le regioni adotteranno il nuovo modello integrato e la denominazione commerciale di Allianz Commercial nel 2023.
A luglio l’Italia è stata colpita da 43 eventi estremi al giorno: + 95% sullo stesso periodo dell’anno prima. Come si spiega? «Tra il 10 e il 19 luglio l’European Severe Weather Database ha segnalato 3.300 eventi meteorologici estremi in Europa. Tra il 25 luglio e il 1° agosto sono stati 812. L’aumento riguarda le ondate di calore, i giorni senza pioggia e l’intensità delle precipitazioni, anche se queste sono diminuite di numero nel complesso», spiega Silvio Gualdi, direttore della divisione Simulazione e previsioni climatiche del Centro euro-mediterraneo sui cambiamenti climatici (Cmcc) ed ex presidente della Società italiana per le scienze del clima. «Per la grandine è difficile fare una statistica robusta perché mancano dati, ma negli ultimi anni c’è qualche evidenza di un aumento anche di questi episodi. Queste tendenze sono coerenti con gli scenari evidenziati dai modelli climatici utilizzati nei rapporti dell’Ipcc».
Le principali associazioni di impresa (Confindustria, Assonime, Abi, Ania e Confcooperative) hanno sollecitato al Governo un intervento urgente per correggere le distorsioni che, a loro avviso, causa la normativa sull’equo compenso (legge 21 aprile 2023, n. 49) in vigore dal 20 maggio. Si richiedono «correttivi normativi» che, pur salvaguardando l’interesse che la norma tutela, impediscano che si ottengano «effetti applicativi paradossali, (che possano minare) la legittimità stessa della disciplina» (si veda «Il Sole» di ieri).