Le vittime di attacchi ransomware nell’ultimo anno sono aumentate del 77%, e anche le tecniche utilizzate dagli hacker per le loro offensive diventano sempre più sofisticate.
E’ quanto emerge dal “State of the Internet Report” di Akamai, azienda di servizi cloud che al tema ha dedicato la ricerca “Il ransomware in azione: l’evoluzione delle tecniche di sfruttamento delle vulnerabilità e l’obiettivo degli attacchi zero-day”.
Secondo i risultati delle rilevazioni di Akamai, la maggior parte delle vittime di attacchi ransomware nell’area Emea è composta da organizzazioni con fatturati fino a 50 milioni di dollari. Questo anche perché generalmente le aziende più piccole dispongono di risorse più limitate per combattere i ransomware, e sono quindi più vulnerabili. Tra le minacce più forti nell’area Emea emerge inoltre LockBit, responsabile del 45% degli attacchi tra Europa, Medio Oriente e Africa, totalizzando il 45,92% degli attacchi nel manifatturiero, il 45,4% nei servizi alle imprese e il 45,1% nel retail.
I settori più a rischio
A essere più presi di mira dai ransomware nell’area Emea sono secondo Akamai cinque settori: il manifatturiero, i servizi alle imprese, il retail, l’edilizia e l’istruzione. Un quadro che ricalca abbastanza fedelmente quello che avviene anche su scala globale.
Fonte: Corcom