Le aziende italiane stanno pianificando un aumento del budget per gli incrementi retributivi del 3,4% nel 2023, a fronte di un mercato del lavoro difficile e delle aspettative dei dipendenti sull’inflazione. É quanto rivela il Salary Budget Planning Report di WTW (Willis Towers Watson).
Il Report sulla pianificazione degli aumenti retributivi mette in luce che l’aumento delle retribuzioni resta inferiore rispetto all’inflazione (volata a livelli record, l’8% su base annua) ma è superiore all’aumento medio del 3% dei budget salariali allocato nel 2022.
I principali motivi emersi nel Report che portano ad un aumento dei budget salariali sono tre: il 63% dei datori di lavoro ha citato le preoccupazioni per un mercato del lavoro più rigido, il 62% teme l’inflazione e il 43% ha dichiarato che i dipendenti avevano aspettative e preoccupazioni cui era necessario andare incontro.
Rodolfo Monni, Responsabile delle indagini retributive di WTW ha dichiarato: “Il difficile clima economico e l’affermarsi di nuove modalità di lavoro costringono le aziende a porre grande attenzione sui budget retributivi. Se non lo faranno si ritroveranno a essere poco competitive sul mercato, perderanno personale e faranno fatica a sostituirlo. In un ambiente così dinamico, è indispensabile che le aziende abbiano una chiara strategia retributiva e una visione di ciò che il mercato del lavoro e i dipendenti si aspettano da loro“.
Con il perdurare delle “Grandi Dimissioni”, attrarre e trattenere i talenti è diventato un grosso problema per i datori di lavoro. La percentuale di aziende italiane che segnalano difficoltà nell’attrarre talenti è passata dal 28% nel 2020 al 91% quest’anno, mentre quelle che incontrano difficoltà nel trattenere i dipendenti in essere sono salite dal 17% all’88% nello stesso periodo.
Le competenze informatiche e ingegneristiche sono particolarmente ricercate. Il 77% delle aziende ha dichiarato di avere problemi a ricoprire i ruoli IT e il 73% a mantenere il personale IT esistente. Per quanto riguarda i ruoli ingegneristici, il 58% ha avuto difficoltà a reclutare e il 51% a trattenere il personale.
Per migliorare la propria attrattiva nei confronti dei nuovi assunti, il 68% dei datori di lavoro ha aumentato la flessibilità del posto di lavoro; il 58% ha dichiarato di aver posto maggiore enfasi sulla diversità e sull’inclusione; il 45% offre ora incentivi finanziari come bonus iniziali.
Allo stesso modo, al fine di trattenere un maggior numero di talenti, le aziende si stanno adoperando al fine di concedere più attenzione alla diversità e inclusione (56%), aumentare il lavoro da remoto (47%) e modificare le strutture retributive come stipendio base e bonus (37%).
Monni ha aggiunto: “In un contesto così difficile, le società devono essere molto più creative per affrontare le sfide dell’attrazione e della fidelizzazione, soprattutto per quanto riguarda alcune competenze chiave. Non si tratta solo di retribuzione. I datori di lavoro devono comprendere le dinamiche presenti su più livelli e offrire a tutti un’esperienza di carriera superiore“.