Secondo le previsioni di GlobalData, i ricavi della cybersecurity nel settore assicurativo cresceranno a un tasso CAGR del 10% fino a raggiungere 10,6 miliardi di dollari nel 2025.
Il mondo digitale è attualmente un campo minato per gli assicuratori: anche gli stessi big player del settore AXA, CNA Financial, Tokio Marine e Marsh & McLennan hanno subito attacchi informatici nel 2021. In questo contesto, i ricavi della cybersecurity nel settore assicurativo sono destinati a crescere a un tasso annuo composto di oltre il 10%, passando da 6,4 miliardi di dollari nel 2020 a 10,6 miliardi di dollari nel 2025, secondo le previsioni di GlobalData.
Il rapporto di GlobalData “Cybersecurity in Insurance” rivela che gli assicuratori devono affrontare il tema con cautela per non rischiare di subire danni alla reputazione a causa di una violazione dei dati o del rifiuto di effettuare un pagamento per la cyber assicurazione.
Amrit Dhami, analista associato di ricerca tematica presso GlobalData, commenta: “Inevitabilmente, la rapida trasformazione digitale del settore assicurativo sta determinando l’aumento del rischio informatico. Il settore sta adottando rapidamente le tecnologie digitali, tra cui il cloud, l’internet delle cose, l’intelligenza artificiale e l’analisi dei dati, per competere con le altre compagnie assicurative, soddisfare la richiesta di personalizzazione e di interfacce digitali convenienti da parte dei consumatori e per rispondere alla pandemia COVID-19. La guerra tra Russia e Ucraina ha aumentato la probabilità di attacchi informatici sponsorizzati dallo Stato che prendono di mira infrastrutture critiche, operazioni militari e aziende. Questi attacchi non solo prendono di mira gli assicuratori, ma portano a risarcimenti costosi e danneggiano la reputazione di chi è riluttante a pagare. È il caso di Ace American, che nel 2022 è stata citata in giudizio dal suo cliente Merck per non aver coperto le perdite subite durante l’attacco ransomware NotPetya del 2017”.
La SME Insurance Survey 2021 di GlobalData (campione di 2.001 PMI) ha concluso che l’adozione dell’assicurazione cyber tra le PMI del Regno Unito è scesa dal 12,6% del 2020 a un ancor più basso 11,2% nel 2021.
Dhami conclude: “Naturalmente, non sono solo gli assicuratori a dover affrontare un rischio informatico più elevato, e tutto ciò si ripercuote sul settore assicurativo attraverso il prodotto assicurativo cyber. L’assicurazione cyber è ora molto più rischiosa per gli assicuratori: secondo quanto riferito, alcune bande di ransomware prendono di mira le aziende con polizze assicurative cyber, perché sono più propense a pagare un riscatto. Non sorprende quindi che compagnie del calibro di AXA e AIG stiano ripensando le loro polizze cyber per mitigare il rischio più elevato di un pagamento attraverso un aumento dei premi e/o una riduzione della copertura dei clienti. Contemporaneamente, un numero minore di PMI sta cercando di acquistare un’assicurazione cyber a causa della crisi del costo della vita e dell’aumento delle spese generali, rendendo più difficile per loro permettersi la copertura. Questo problema è solo aggravato dall’aumento dei prezzi delle assicurazioni cyber da parte degli assicuratori”.