Selezione di notizie assicurative da quotidiani nazionali ed internazionali
L’attività dei riassicuratori globali nel segmento dei rischi catastrofali è stata rimodellata da cinque anni di perdite superiori alle attese. Lo sottolineano gli analisti di S&P Global Ratings – secondo quanto riportato dall’agenzia di stampa MF-DowJones – puntualizzando che circa la metà dei 21 principali riassicuratori globali ha aumentato l’esposizione mentre l’altra metà l’ha ridotta, con un aumento del budget catastrofale aggregato di quasi il 20%, fino a 15,5 miliardi di dollari, nel 2022.
I cambiamenti climatici mettono a rischio il made in Italy. Anche se non nel breve periodo. Attualmente a soffrire di più sono il mais e la filiera ad esso collegata: zootecnia e lattiero-caseario. Ma anche la frutta soffre. È quanto spiega a ItaliaOggi, Mauro Bruni, presidente di Areté la società bolognese di analisi del mondo agri-food
- I costi della sanità: così polizze e telemedicina spingono la prevenzione
Nel 2020 la spesa sanitaria pubblica in Italia ha raggiunto i 122 miliardi, il 7,4% del Pil. Certo l’anno è stato particolare, ma il dato è destinato ad aggravarsi, visto il trend demografico. Poco più di vent’anni fa l’incidenza sul Pil era di circa il 5%. Nonostante il peso già rilevante sulle casse statali, la componente della spesa sanitaria che gli individui e le famiglie sostengono privatamente ammonta a circa 38 miliardi, un numero che nel confronto europeo ci pone al primo posto per risparmi investiti per cure e spese mediche: circa il 90% rispetto a una media del 74%. Di questi costi privati, più nello specifico, appena poco più dell’8% è riconducibile alle assicurazioni e il 2,6% a fondi e casse sanitarie. La restante parte, 34 miliardi (quasi il 90%), è pagata ogni anno di tasca propria dalle famiglie italiane. Questo aspetto è socialmente iniquo, perché mette le persone di fronte alla scelta tra pagare (quando si è in condizione di farlo) o, ancora peggio, rinunciare alle cure nel momento in cui si è più fragili. Per quanto riguarda i premi, nel 2021 l’incidenza di quelli relativi alle polizze collettive emesse da fondi sanitari e simili sul totale è scesa dal 59% nel 2020 al 56% nel 2021, tornando ai livelli pre Covid del biennio 2018-2019. Sono in aumento invece le percentuali delle restanti polizze, che si attestano al 32% per le polizze individuali e al 12% per le polizze collettive. Nel 2021 la raccolta dei premi relativi ai fondi sanitari è risultata pressoché stazionaria rispetto all’anno precedente (+0,2%), mentre le altre polizze hanno registrato incrementi più significativi (+22,9% le altre polizze collettive e +11,6% le polizze individuali).
- «Demografia e welfare, ecco perché serve un sistema pubblico-privato»
Sanità, previdenza e assistenza. Sono i tre pilastri che reggono il sistema sociale italiano. Tre pilastri che rischiano di scricchiolare soprattutto se si guarda al cambiamento di quello stesso sistema sociale: la popolazione sta invecchiando e aumentano di conseguenza le patologie cronico degenerative. Tradotto in altri termini: l’offerta pubblica non riesce a farsene carico da sola, ha bisogno del contributo privato complementare e integrativo. Già a luglio nell’ultima assemblea di Ania, la presidente Maria Bianca Farina aveva evidenziato la necessità di rafforzare l’attenzione e le risorse sulla riforma del sistema di welfare: «In uno scenario che vede sempre più la necessità di fornire risposte coordinate a sfide globali, l’assicurazione riveste un ruolo primario. È un attore consapevole, è il suo mestiere, la sua mission, la sfida sempre più alta del suo modo di rispondere ai bisogni di tutti». Il ruolo e il contributo dell’assicurazione è proprio quello di ampliare la rete di protezione sociale. «Per proteggere gli italiani – ha ribadito la presidente — è innanzitutto necessario garantire uno sviluppo sostenibile della nostra economia. Malgrado la situazione attuale, la transizione ecologica non potrà essere rallentata. Il nostro settore è determinato a garantire un fattivo contributo, integrando i principi ESG nell’intera operatività e nella governance delle nostre imprese. In tema di welfare intendiamo investire in complementarità con il Pnrr».
- Il Leone completa l’acquisizione in Malesia
Il ceo Philippe Donnet completa un altro tassello sul fronte delle acquisizioni. Ieri le Generali hanno infatti mandato in porto l’acquisto, annunciato a giugno 2021, della maggioranza nelle joint venture con Axa e Affin in Malesia, diventando così il secondo assicuratore nel settore danni del paese, considerato ad alto potenziale di crescita. Il Leone (assistito da Hsbc) ha staccato un assegno da 262 milioni che ha un impatto pari a circa 3,5 punti sul solvency ratio, che a fine giugno era pari al 233%. Nel dettaglio, il gruppo ha acquisito una partecipazione del 70% nella joint venture Axa Affin Life (49% da Axa e 21% da Affin) e del 53% circa in quella con Axa Affin General Insurance (49,99% da Axa e 3% da Affin).
- Intesa, Generali, Tim L’estate in Borsa spinge la carica dei riacquisti
Estate, tempo di buyback. Nelle ultime settimane Piazza Affari ci ha abituato a riacquisti quasi seriali da parte di blue chip e non solo. Pratica molto diffusa in Usa, un po’ meno in Europa e Italia — dove al suo posto si privilegia lo stacco del dividendo —, lo shopping di azioni proprie sta vedendo all’opera una quindicina di società per un ammontare di impegno totale quantificabile in 14,3 miliardi. Solo tra lunedì e ieri Exor, Generali e Intesa Sanpaolo hanno dato esito del loro avanzamento: la cassaforte degli Agnelli-Elkann-Nasi la scorsa settimana ha comprato oltre 90 mila azioni ordinarie (88.422 a Milano e 1.948 ad Amsterdam dove si è trasferita) per 6 milioni di euro. Il Leone invece, nello stesso periodo, ha fatto shopping per 1,5 milioni di azioni proprie per un controvalore complessivo di 23,5 milioni. Ca’ de Sass al 26 agosto aveva raccolto 615.712.134 azioni, pari a circa il 3,08% del capitale sociale ante annullamento, a un prezzo medio di acquisto per azione pari a 1,7293 euro, per un controvalore totale di 1,065 miliardi. Intesa Sanpaolo è in campo per raccogliere 3,4 miliardi, ma accanto a lei ci sono altri riacquisti monstre come quello di Unicredit (2,5 miliardi), Stellantis (2,1 miliardi), Ferrari (2 miliardi), Eni (1,1 miliardi), Stmicroelectronics (un miliardo). Al di sotto si collocano quelli di società come Campari (110 milioni), Cnh Industrial (400), Buzzi-Unicem (350 milioni) e poi le già citate Generali ed Exor (500). Più contenuti i riacquisti di Media for Europe (70 milioni), Marr (43 milioni), Tip (54 milioni) e Anima (30 milioni).
- Militare morto per l’amianto: 1,3 milioni alla famiglia
Il ministero della Difesa è stato condannato a risarcire con un milione e 300mila euro i familiari del sottufficiale della Marina militare Camillo Limatola, morto nel 2013 all’età di 59 anni a causa di un mesotelioma da esposizione all’amianto. Per il Tribunale di Roma, Limatola contrasse la malattia a causa delle fibre di amianto inalate quando prestava servizio come motorista a bordo dell’incrociatore Vittorio Veneto e quando lavorò nelle basi della Maddalena e di Napoli, la sua città. Il mesotelioma gli fu diagnosticato nel 2011: il militare riuscì a ottenere il riconoscimento di vittima del dovere.
- I Malacalza non mollano: reclamo sul salvataggio del consiglio di Carige
Malacalza Investimenti non demorde su Carige. La società ligure, azionista di minoranza (2%) dell’istituto di credito genovese, ha presentato reclamo al collegio di giudici (ex articolo 669-terdecies del codice civile) contro l’ordinanza cautelare del tribunale di Genova, emessa dal giudice unico Paolo Gibelli, che, il 16 agosto scorso, ha revocato sia il decreto di sospensione del cda della banca sia lo stop alla rinuncia all’azione di responsabilità nei confronti degli ex vertici della stessa Carige (l’ex ceo Piero Montani, oggi ad di Bper, e l’ex presidente, Cesare Castelbarco).
- Generali chiude l’operazione Malesia Al Leone le joint venture Axa e Affin
L’operazione Malesia è chiusa. Dopo l’accordo raggiunto a giugno di un anno fa, Generali ha completato l’acquisizione delle quote di maggioranza delle joint venture di Axa e Affin, diventando di fatto uno dei principali assicuratori Danni del Paese asiatico. Più nel dettaglio, il Leone ha acquisito una partecipazione del 70% nella joint venture Axa Affin Life Insurance (49% da Axa e 21% da Affin) e del 53% circa nella joint venture Axa Affin General Insurance (49,99% da Axa e 3% da Affin). Allo stesso tempo, il gruppo ha aumentato – dal 49% al 100% – la sua partecipazione in MPI Generali Insurans Berhad, acquisendo le azioni detenute da Multi-Purpose Capital Holdings Berhad.
- Gli assicuratori vita devono prepararsi a una riduzione degli affari