Selezione di notizie assicurative da quotidiani nazionali ed internazionali
Come funziona la Rita e quali sono i potenziali beneficiari di tale prestazione?
La Covip ha introdotto l’Isc (Indicatore Sintetico di Costo) per consentire in maniera immediata la percezione dell’onerosità di uno strumento previdenziale. E’ in vigore dal 2007 ed è una percentuale che misura quanto pesano annualmente sulla posizione individuale i costi sostenuti dall’iscritto a una forma pensionistica complementare (tra cui ad esempio costi una tantum al momento dell’adesione e costi di gestione). La metodologia di calcolo dell’indicatore è definita dalla Covip ipotizzando il versamento di un contributo annuo di 2.500 euro e un rendimento annuo del 4%. Sulla base di queste ipotesi l’Isc è calcolato da ciascun fondo pensione considerando diversi periodi di partecipazione (2, 5, 10 e 35 anni).
L’inflazione all’8% spinge molte famiglie a tagliare le spese per i beni di tutti i giorni, poi con l’arrivo dell’inverno bisognerà risparmiare anche sui consumi del gas, il cui prezzo continua ad aggiornare il record. Per ora un comparto che è rimasto fuori dai radar è quello finanziario, forse perché le commissioni degli strumenti di investimento non sono esposte su un cartellino e quindi non sono immediatamente percepibili. Non a caso questa scarsa attenzione accomuna un po’ tutti i Paesi, compresi quelli del Nord Europa, dove il focus sui costi dovrebbe essere maggiore per via della pervasiva presenza di investitori istituzionali. Invece anche lì il tema delle spese è trascurato dai risparmiatori.
È 5.256 miliardi di euro, in crescita di quasi 1.700 miliardi (+50%) negli ultimi dieci anni, la ricchezza finanziaria degli italiani. La liquidità resta la forma preferita di allocazione del risparmio: il contante è cresciuto del 45% dai 1.119 miliardi del 2011 ai 1.629 miliardi del 2021, con la percentuale di denaro lasciato su conti correnti e depositi stabile al 31% del totale delle masse.
Come si legge in un report dell’Osservatorio Innovative Payments, l’anno scorso gli acquisti conclusi con la modalità contactless hanno sfiorato i 126,5 miliardi di euro su un totale di 327 miliardi spesi dagli italiani attraverso dispositivi digitali, attestandosi al secondo posto dopo il più tradizionale inserimento della carta nel pos. L’e-commerce ha registrato una crescita del 21% rispetto al 2020, anno d’oro per i pagamenti online, raggiungendo i 39,4 miliardi. Ma il vero balzo lo hanno fatto le transazioni mobile e wearable, ovvero quelle compiute rispettivamente attraverso smartphone e oggetti indossabili, che hanno sperimentato una crescita del transato in un anno del 90% a 9,3 miliardi di euro.
La polizza di Assimoco si affida alla gestione separata e alle capacità di Etica Sgr in ambito di scelte ESG
CORTE DI GIUSTIZIA UE. Liquidazione danni. Nella sentenza 1° agosto 2022, causa C-267/21, la Corte ha dichiarato che i servizi di liquidazione sinistri prestati da imprese terze in nome e per conto di una compagnia di assicurazione non rientrano tra le prestazioni professionali, di consulenza o di fornitura dati sottoposti a specifico criterio di localizzazione.
- Un tesoretto da 5.300 miliardi. Nella ricchezza degli italiani tanta liquidità e più azioni
Nel decennio del “whatever it takes” lanciato dal Draghi presidente della Bce per mettere in sicurezza l’euro (sotto scacco per gli attacchi speculativi al debito sovrano dei Paesi periferici) e in una certa misura anche grazie a quel programma eccezionale, la ricchezza finanziaria delle famiglie italiane ha a sua volta vinto la sfida. Crescendo, tra fine 2011 e fine 2021, del 50%: 1.700 miliardi aggiuntivi, che hanno portato il “totalone” a 5.256 miliardi di euro, il doppio del debito italiano alla fine dello scorso anno, come illustra unostudio del sindacato dei bancari, la Fabi. Un punto di forza, anche in termini di sostenibilità del debito pubblico, che va difeso: questa ricchezza «dovrebbe essere maggiormente considerata nei programmi elettorali », ha sottolineato Lando Sileoni, segretario generale Fabi, aggiungendo che può giocare «un ruolo essenziale per il rilancio e la crescita economica » con gli adeguati incentivi agli investimenti, mentre «sarebbero dannosi interventi fiscali, come ad esempio la patrimoniale».
- Il risparmio degli italiani? In dieci anni segna +50%
Gli italiani non hanno mai smesso di risparmiare: in dieci anni, tra il 2011 e il 2021,la ricchezza finanziaria è salita a 5.256 miliardi di euro con una crescita di quasi 1.700 miliardi, più 50 per cento. Il risparmio è «un bene da tutelare» dice Lando Sileoni, il leader della Fabi, l’organizzazione sindacale bancaria che ieri ha diffuso il rapporto che dice tra le altre cose come il contante, «il più amato dagli italiani», sia la voce in maggior aumento. In dieci anni il contante ha fatto segnare un progresso di 509 miliardi (+45%) raggiungendo quota 1.629 miliardi. Si è mantenuta stabile, tuttavia, al 31% delle masse, la percentuale di denaro lasciato su conti correnti e nei depositi. Piacciono meno le obbligazioni, drasticamente ridotte nel portafoglio dei risparmiatori (-67%, da 712 miliardi a 233 miliardi, con un crollo di 479 miliardi), anche a causa dei tassi di interesse a zero o negativi. Le polizze assicurative stanno conquistando, invece, uno spazio sempre più significativo tra le preferenze delle famiglie: con 680 miliardi erano, nel 2011, il 19% del totale degli investimenti, cifra cresciuta di ben 533 miliardi (+78%), a dicembre scorso a quota 1.213 miliardi, pari al 23% dei risparmi complessivi.
- «La strategia di Revo: tecnologia blockchain e polizze parametriche»
- Italiani: meno BoT, più azioni e tanto cash
Più azioni, meno obbligazioni. Più polizze assicurative e più fondi. Ma soprattutto, più depositi e contanti: negli ultimi 10 anni le famiglie italiane hanno aumentato le disponibilità liquide cash e sui conti correnti da 1.119 miliardi del 2011 a 1.629 miliardi di fine 2021. È questa la forma di “investimento” più amata dagli italiani: la liquidità. Corrisponde infatti al 31% del loro portafoglio complessivo. Purtroppo è anche quella che più soffre quando sale, come sta accadendo ora, l’inflazione.
- Riassicuratori, utili in calo del 47% a causa delle catastrofi naturali
I riassicuratori fanno i conti con questo difficile 2022. A causa delle perdite nat cat (catastrofi naturali) e dei deboli rendimenti degli investimenti, i profitti medi del primo semestre dei principali quattro riassicuratori mondiali si sono quasi dimezzati (-47%). In crescita invece il combined ratio netto medio della riassicurazione danni (sinistri e costi in percentuale dei premi, un indicatore chiave della redditività della sottoscrizione) salito da 95,5% a 98,9. Lo spiega uno studio di Moody’s Investors Service che ha passato al setaccio i risultati semestrali di Munich Re, Swiss Re, Hannover Rück Se e Scor Se. A pesare in particolare, come già detto, sono stati i risarcimenti sulle coperture relative alle catastrofi naturali in forte aumento. I guadagni derivanti dall’aumento dei premi richiesti già quest’anno con nuove politiche di riassicurazione (più care) sono stati infatti erosi dall’inflazione sui sinistri.
- Osservatorio Pir A luglio la raccolta scende ancora di 63 milioni
Per il terzo mese consecutivo la raccolta dei piani individuali di risparmio è negativa. A luglio, infatti, dalle casse dei gestori di Pir sono usciti altri 63,1 milioni, confermando un’inversione di rotta che, man mano che passa il tempo, sembra sempre più consolidata (anche se il deficit è meno marcato rispetto a giugno e a maggio). Del resto in questi mesi estivi non c’è stato alcun evento che potesse alleggerire il clima di tensione che sta caratterizzando la dinamica dei mercati finanziari e, come diretta conseguenza, l’orientamento degli investitori. E così in molti hanno battuto in ritirata, almeno finchè il quadro non diventerà più chiaro.
- Le grandi sviste dei partiti: Rc Auto, ma anche clima, catastrofi, salute e welfare
Le assicurazioni sono tra le grandi assenti nei programmi elettorali dei partiti. Del resto parlare di polizze e del probabile necessario ricorso all’obbligatorietà di altre coperture nel Paese in cui da anni si discute in continuazione del caro Rc Auto sarebbe impopolare per chi cerca consenso. Eppure siamo una delle nazioni più sotto-assicurate per quanto riguarda le polizze di protezione di cose e persone (con l’1,1% di premi su Pil contro una media europea del 2,8%). Proprio il 24 agosto si è ricordato il sesto anniversario del terremoto del Centro Italia che doveva essere da stimolo per introdurre finalmente agevolazioni sulle polizze a copertura del sisma. La politica serve anche a questo: siamo un Paese molto fragile dal punto di vista del rischio alluvioni e altre catastrofi naturali (terremoto, ma non solo) e i danni causati dal meteo impazzito di quest’estate sono un monito. Siccità, con perdite miliardarie per l’agricoltura e allevamenti, piogge e trombe d’aria (con danni ad attività balneari), per non parlare poi di uno dei problemi che ci caratterizza, ossia l’invecchiamento della popolazione e la conseguente copertura della non autosufficienza e delle spese sanitarie e di welfare. Sarà in grado il nostro Stato di farsi carico da solo anche in futuro di questi enormi fardelli?
- Previdenza per i precari e stop ai prelievi sul capital gain dei fondi integrativi